Il diritto alla salute dei cittadini è uno dei più importanti da tutelare e tra le possibilità che le istituzioni hanno a disposizione per far sìche tale diritto sia esercitato c’è il mettere a disposizione dell’intera collettività strutture per lo svolgimento di una sana attività fisica, essenziale per mantenere buone condizioni di salute. Le strutture preposte ad attività sportive sono veri e propri beni comuni, da tutelare per garantire una sana attività fisica, ma anche e soprattutto come spazi e luoghi di conoscenza, occasioni per tessere reti di relazioni sociali.
Nel campo da tennis comunale di Lucca il degrado stava ormai prendendo il sopravvento: l’usura dovuta all’utilizzo, l’azione degli agenti atmosferici ed i non rari usi impropri ed atti vandalici stavano rendendo la struttura inutilizzabile. Cosìil 22 settembre scorso i cittadini si sono costituiti in comitato, con lo scopo di operarne la manutenzione. Tale comitato nasce sulla base del progetto ” Impegno Civico ” , emanato dal comune di Lucca lo scorso 13 gennaio, un progetto sperimentale per la cura dei beni comuni (di cui Labsus ha già parlato) che favorisce e regola la partecipazione volontaria dei cittadini alla rigenerazione e alla gestione di beni ed aree ad utilizzo comune, in un’ottica di collaborazione tra collettività ed amministrazione.
I membri del comitato, in adesione a questa iniziativa, sono in attesa di firmare il patto di collaborazione col comune, che dia attuazione alla già presentata manifestazione di interesse e che, quindi, permetta di completare i lavori nella struttura sportiva. Hanno già provveduto ad autotassarsi, per comprare parte del materiale necessario, in uno spirito di comunità e collaborazione, rendendosi disposibili per i lavori di manutenzione. Ma chiunque può partecipare: ciascun cittadino che condivida i principi ispiratori del comitato può sottoscrivere il modulo di adesione.
In realtà piccoli lavori di manutenzione informale già venivano svolti, in particolare da un cittadino, Enzo Pieri, ma come ci racconta Andrea Pini, consigliere comunale e presidente del neo costituito comitato, per lui operare senza alcuna forma di regolazione e di garanzia era praticamente impossibile: ” per fare una riparazione sul manto di gioco deve intanto aspettare che sia libero. Una volta che inizia il lavoro, deve fare in modo che chi sopraggiunge capisca che dovrà portare pazienza, ma fintanto che il cemento non sarà completamente seccato, dovrà rinunciare a giocare. Alcuni capiscono, altri invece insistono per giocare, tentando di fare attenzione, con il risultato di dover lavorare mentre viene sfiorato da palline e racchette. Anche alla fine del lavoro c’è il problema di dover vigilare fino a tarda serata quando sicuramente non arriverà più nessuno (tutto questo a proprie spese, s’intende e con materiali di qualità professionale). Quindi un intervento banale, richiede ore e ore. Questo rende difficoltoso dare un aiuto concreto da parte di chi lavora e ha famiglia, perché organizzare una giornata di manutenzione senza poter chiudere la struttura, significa trovarsi a perdere una giornata per un lavoro che si potrebbe fare magari in paio d’ore. ”
Il comitato servirà , quindi, a portare avanti in tranquillità e nei giusti tempi i lavori nella struttura, ma non solo. Lo scopo è anche un altro, espressamente dichiarato dai membri: ” Il nostro intento più profondo, è quello di incentivare un ruolo attivo del cittadino, nella salvaguardia dei beni comuni, di cui si può e si deve sentire partecipi. Lo sviluppo della cultura del senso di comunità è l’obiettivo più importante che gesti come il nostro tendono a realizzare. ”
E questo intento, dagli episodi che ci riporta Andrea Pini, sembra si stia già raggiungendo: ” Da quando abbiamo iniziato a riunirci e discutere il da farsi per meglio tutelare la struttura (sotto forma di comitato o associazione sportiva, ecc..) ho visto prendere a cuore la struttura, al punto che alcuni promotori arrivavano a telefonarmi per segnalarmi che in quel preciso momento veniva utilizzata la struttura in modo improprio. E’ impressionante come adesso un gesto di incuria o maleducazione, susciti in taluni promotori una vera e propria indignazione. Questo è già un piccolo successo, se si pensa a quante volte si assiste a qualcosa di scorretto, semplicemente alzando le spalle. Penso che anche piccoli gesti come il nostro, rappresentino un significativo cambio di mentalità del cittadino che “sente” come proprio un bene pubblico, e non una mera terra di nessuno. ”
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