Con questo rapporto, per la prima volta e grazie alla collaborazione con la Fondazione IBM Italia, CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato) ha armonizzato migliaia di dati raccolti dai singoli CSV in un sistema conoscitivo unitario.
L’obiettivo è quello di affinarlo anno dopo anno per accrescere le informazioni sulle OdV in Italia, non solo in termini qualitativi ma soprattutto in termini quantitativi.
Le ODV in Italia
Dopo aver svolto tre rilevazioni censuarie (negli anni 1999, 2001 e 2011), la statistica ufficiale italiana ha dato un contributo alla misurazione e al riconoscimento pubblico del mondo non profit in Italia.
Da questo punto di vista il lavoro svolto da CSVnet e Fondazione IBM Italia ha infatti contribuito al miglioramento della qualità degli archivi delle rilevazioni ufficiali, mettendo a disposizione del sistema statistico nazionale un rilevante insieme di informazioni altrimenti indisponibili.
Le Organizzazioni di Volontariato sono da ricomprendersi all’interno del settore non profit. Una istituzione non profit (INP) è: un’unità giuridico-economica (dotata o meno di personalità giuridica), di natura pubblica o privata, che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni diversi dalla remunerazione del lavoro prestato ai soggetti che la hanno istituita o ai soci.
L’enorme lavoro di ricerca, raccolta ed elaborazione dei dati effettuati da ISTAT per il Censimento Non Profit 2011, fornisce una fotografia del settore, che si presenta notevolmente evoluto rispetto alle rilevazioni precedenti.
Al 31 dicembre 2011, le istituzioni non profit attive in Italia erano 301.191 (il +28 % rispetto a 10 anni prima). L’incremento ha riguardato quasi tutte le regioni italiane, con punte sopra la media nazionale al Centro e Nord-Ovest (rispettivamente 32,8 e 32,4 % in più rispetto al 2001).
Di cosa si occupano le ODV in Italia e chi sono i volontari
I settori della Cultura, sport e ricreazione si confermano come la naturale vocazione del non profit italiano, con oltre 195 mila istituzioni, pari al 65% del totale nazionale. Segue, per numero di istituzioni, il settore dell’Assistenza sociale (che include anche le attività di protezione civile), con 25 mila istituzioni (pari all’8,3% del totale).
Il settore delle Relazioni sindacali e rappresentanza d’interessi, con 16 mila istituzioni, costituisce il 5,4% del totale, valore vicino a quello rilevato per l’Istruzione e la ricerca, pari al 5,2% (15 mila istituzioni). Gli Altri settori comprendono: Religione (2,3%), Filantropia e promozione del volontariato (1,6%), Cooperazione e solidarietà internazionale (1,2%) e Altre attività (0,5%).
La dimensione di un’Organizzazione di Volontariato è stata determinata in base al numero di volontari (informazione presente per sole 6.039 OdV) ad essa collegabili.
Mediamente una Organizzazione di Volotariato conta 74 volontari, ma la metà di esse ne ha meno di 16. Oltre il 60% delle OdV conta sul supporto di meno di 20 volontari. 35 su 100 rientrano nella categoria delle piccole OdV, con meno di 10 volontari, solo il 13,9 % ha un numero di volontari superiore a 60. Dunque, mediamente, per la realizzazione delle proprie attività un’istituzione non profit italiana può contare su 16 volontari, 2 dipendenti e 1 lavoratore esterno, composizione che può variare notevolmente in relazione ai settori d’intervento, alla struttura organizzativa adottata e alla localizzazione territoriale. Il lavoro volontario rappresenta la quota principale (83,3%) delle risorse umane del settore non profit. In Italia, al 2011, vi erano 4.758.622 volontari attivi nelle istituzioni non profit, con una media di 801 ogni 10.000 abitanti.
Concentrazione territoriale e settore di riferimento
Secondo la mappa creata dal rapporto, risulta evidente una diffusione capillare delle OdV su tutto il territorio nazionale, con una maggiore concentrazione sulla costa e nelle regioni più popolose del Nord Italia. In base ai valori assoluti, in sole 5 regioni (Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna) si concentra oltre la metà (55%) delle Organizzazioni di Volontariato registrate nei Centri di Servizio italiani.
La maggior parte di queste associazioni opera nel campo dell’assistenza sociale e della sanità ; da sole queste due classi racchiudono il 55% del totale delle OdV. Seguono le organizzazioni che si occupano di cultura, sport e ricreazione. Oltre 2.000 sono quelle impegnate nella difesa del territorio, sia che si tratti del servizio di protezione civile, sia che si tratti della tutela dell’ambiente. La tutela dei diritti impegna oltre 1.500 OdV, mentre meno di 1.000 sono quelle classificate nel settore della ” Cooperazione e solidarietà internazionale ” , dell’ ” Istruzione e ricerca ” e della ” Filantropia e promozione del volontariato ” . Decisamente residuale il numero di OdV che è stato possibile ricondurre al settore ” Sviluppo economico e coesione sociale ” e alla ” Religione ” .
Analizzando il dato in base al settore di riferimento, si osserva una maggiore propensione al lavoro delle OdV del settore ambientale (37,5%) e della protezione civile (32,5%). Una minore propensione, invece, si riscontra per le OdV che lavorano nel settore religioso (88% non riconosciute) e in quello della cooperazione internazionale (82% non riconosciute).
Gli anni delle OdV
Alcuni elementi fondamentali della carta di identità delle OdV sono la loro età e l’anno della loro costituzione. Purtroppo vi sono pochi elementi per indagare questi aspetti, poiché il dato è registrato per solo il 20% dei casi. Tuttavia il trend che emerge dall’analisi risulta interessante e mette in rilievo alcuni momenti cardine nella storia delle OdV.
Le OdV più antiche sono quattro e hanno sede legale nella provincia di Genova; la più antica risale al 1464: si tratta della Veneranda Compagnia di Misericordia Onlus. Solo il 2% delle Organizzazioni di Volontariato è nata prima della fine della seconda guerra mondiale e il 15% prima del 1980. A partire da quel momento, e fino al 2007, il trend è di una sostanziale crescita, con dei picchi positivi: il 1991 vede un +12% rispetto all’anno precedente, proprio in coincidenza con l’emanazione delle Legge quadro sul volontariato (L. n. 266/’91; il 1994); lo stesso accade nel 2007, con un +14%. Negli ultimi 7 anni, invece, si osserva una costante diminuzione del numero di OdV costituite (-2% rispetto all’anno precedente nel 2009 e nel 2010; -7% nel 2011; -5% nel 2012; -8% nel 2013; -15% nel 2014-15).
Tra il 2007 e il 2014 si assiste, dunque, ad una graduale diminuzione della crescita delle organizzazioni di volontariato in Italia. Il fenomeno viene imputato da un lato alla crisi economica mondiale, dall’altro ad una saturazione del mercato di riferimento.
I dati però devono tener conto di altri 2 fattori, ovvero il numero di volontari che non sono iscritti ad alcuna associazione ma operano singolarmente (quindi sono difficili da tracciare e non possono essere ufficialmente inseriti nell’archivio) e un trend che vede le organizzazioni più piccole ” chiudere ” per essere in realtà assorbite all’interno di associazioni più ampie.
Le donne nel volontariato
La rappresentanza legale delle OdV è composta, per i due terzi, da uomini. Le donne rappresentano il 33% del totale in tutte le ripartizioni geografiche, e non si rilevano differenze significative neanche a livello regionale. Alcune differenze invece emergono analizzando il dato per i diversi settori di attività : le donne sono maggiormente presenti nei settori dell’educazione, dell’istruzione e della ricerca (dove raggiungono il 50%), della tutela dei diritti e dell’assistenza sociale. Sono fortemente sottorappresentate, invece, nel campo della Protezione Civile. Ancora più significativo il dato che ruguarda i principali destinatari dell’attività dell’Organizzazioni di Volontariato: sono donne per la maggior parte i rappresentanti legali delle OdV che si occupano di donne in generale, di violenza o di ragazze madri in particolare; anche l’assistenza ai familiari di soggetti con disabilità o disagio, e ai disabili psichici, è costituita prevalentemente da OdV in cui le donne rappresentano oltre il 50% dei casi.
Da questo rapporto si possono dunque trarre alcune conclusioni: da un lato la volontà di creare un solido database per tenere monitorate tutte le organizzazioni di volontariato in Italia, dall’altro il fatto che questa realtà si trova in una fase di cambiamento, non necessariamente in negativo.
Anzi, si tratta di un fenomeno dagli interessanti risvolti da seguire e di un settore che, nonostante tutto, sembra resistere bene alla crisi economica.
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