Franco Floris, che da anni dirige questo mensile, al loro punto di vista ci tiene davvero. Chi ha scritto per lui, ha lavorato con lui: una delle sue tecniche è convocare gruppi di riflessione attorno a un argomento (e a un registratore), non solo per conoscerlo, allo scopo cioè di introdurlo e comunicarlo a un pubblico che ancora non lo conosce, ma anche per altri due motivi. Il primo è quello di riproporre l’argomento stesso nella prospettiva dei professionisti. Il secondo è quello di sollecitare argomentazioni nuove ” Da masticare e rimuginare. E magari discutere in équipe. Perché il pensiero rende liberi. E alleggerisce il lavoro. Dandogli metodo, senso, prospettiva ” .
L’intervista a Gregorio Arena apre il numero 8 del 2015: una dozzina di pagine sul tema ” Amministrare nella società della condivisione. Cittadini e istituzioni in gioco nelle comunità locali per (ri)generare beni comuni ” . Durante tutta l’intervista si va alla ricerca di possibili risposte al sentimento di sofferenza diffuso tra i cittadini e i practitioners attivi fuori e dentro i municipi italiani. ” Spesso non basta la disponibilità delle persone, perché il nodo è precedente al loro incontro, dovuto a legislazioni bloccate rispetto all’evolversi dell’arte di amministrare ” .
Creatività e responsabilità caratterizzano la società convergendo su forme di agire pratico che Animazione sociale indaga da decenni, ma il presidente di Labsus insiste su due aspetti teorici basilari: il primo è la società della condivisione, in cui non possiamo non condividere; il secondo è l’intuizione che dai problemi si esce solo incarnando il principio di sussidiarietà .
Ma le domande ovviamente lo incalzano sull’interpretazione del moltiplicarsi delle pratiche. E le risposte riprendono concetti da tempo al centro del lavoro di Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà : ciò che conta è l’uso e non il possesso dei beni, il paradosso per cui se condivido moltiplico, la regola dell’uno a uno nella società della disintermediazione. Nel cuore dell’articolo le questioni sollevate dalla redazione portano gli scenari futuri all’estremo: ” Senza beni condivisi il rischio è la catastrofe? ” ;o concentrano l’attenzione su effetti collaterali ad alto rischio: ” Come contenere rigurgiti tribali? ” .
Alla ” Città del noi ” , terzo appuntamento degli operatori sociali che si terrà a Torino da giovedì10 a sabato 12 marzo, presso la sede del Gruppo Abele le riflessioni scritte continueranno sotto forma di dibattito; sui beni comuni, l’appuntamento è con Gregorio Arena e Luca Fazzi venerdì11 dalle 14:30 alle 17:30.
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