Linee guida per l ' affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali

Il consolidamento del modello sussidiario non può prescindere dalla garanzia della legalità  e della trasparenza dell ' azione amministrativa

La delibera
Con la delibera n. 32/2016 l’Autorità  Nazionale Anticorruzione (Anac) detta ampie e dettagliate Linee guida per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali.
Il documento, volto a colmare l’assenza di una disciplina organica in punto di affidamento di contratti pubblici ai soggetti operanti nel terzo settore, illustra lo stato normativo e fattuale del settore socio-assistenziale e fornisce ad amministrazioni aggiudicatrici e organismi non-profit indicazioni operative utili ad assicurare il rispetto della normativa europea e nazionale in materia di contrattazione pubblica e di prevenzione della corruzione.
L’atto in esame si muove dunque nell’ambito di naturale espressione del principio di sussidiarietà  orizzontale, non a caso promosso in seno alla legge quadro sui servizi sociali (l. 328/2000, art. 5) ancor prima della stessa consacrazione costituzionale del 2001. Pertanto, è agevole trarre dalle indicazioni dell’Anac anche coordinate di più ampio respiro, utili a tratteggiare ruoli e contorni delle esperienze di sussidiarietà  riscontrabili entro e oltre il campo dei servizi sociali.

Il commento
Le Linee guida muovono da un rilievo di fondo: la frastagliata disciplina in materia di servizi sociali trova un punto di contatto nella frequente possibilità  di ricorrere ad affidamenti, in favore delle organizzazioni del terzo settore, in deroga alle disposizioni del Codice dei contratti pubblici (d.lgs. 163/2006).
Dall’altro canto, la rilevanza sociale dei servizi oggetto di affidamento, il considerevole impatto sulla spesa pubblica e la necessità  di assicurare comunque la parità  di trattamento tra gli operatori del settore, impongono inevitabilmente l’innalzamento del ” livello di guardia ” e la previsione di serie forme di garanzia di qualità  e correttezza.
Nello scenario appena descritto l’Anac, pur astenendosi dal richiedere l’univoca applicazione delle rigorose procedure ad evidenza pubblica, esorta comunque al rispetto dei principi generali (trasparenza in primis) che sovrintendono allo svolgimento delle stesse.  Nel far questo l’Autorità  evidenzia rilevanza e contenuti del ruolo del soggetto pubblico – legislatore prima e amministratore a seguire -, cosìconfermando, ancora una volta, l’impossibilità  di un arretramento della parte pubblica nell’ambito di moduli sussidiari.
Sul fronte legislativo, la delibera, oltre a rammentare la potestà  legislativa statale in ordine alla «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale » (art. 117, co. 2, let. m) Cost.), rimette al soggetto pubblico la chiara predeterminazione dei requisiti di moralità  e idoneità  professionale richiesti alle aspiranti organizzazioni affidatarie.
Sul fronte amministrativo, invece, emerge dalla delibera l’importanza del decisore pubblico in relazione alle fasi, rispettivamente a monte e a valle dell’affidamento del servizio, di programmazione degli interventi e di monitoraggio e verifica. In particolare, in merito alla prima si sottolinea più volte come le attività  di definizione dell’ambito territoriale di intervento e di individuazione dei bisogni da soddisfare e dei relativi servizi da erogare costituiscano una prerogativa dell’amministrazione. «La titolarità  delle scelte deve sempre permanere in capo alle amministrazioni », si specifica, aggiungendo che «una confusione di ruoli in tali ambiti rischia, infatti, di distogliere l’azione amministrativa dalle finalità  sociali cui è preposta per agevolare il soddisfacimento di interessi particolari e favorire l’emersione di comportamenti collusivi o di fenomeni di corruzione ».
Le modalità  d’azione indicate dall’Autorità  mirano non solo a prevenire fenomeni di corruttela ma anche ad evitare soluzioni emergenziali di dubbia qualità , operando cosìcontestualmente a garanzia degli utenti, delle altre organizzazioni concorrenti e degli stessi terzi contribuenti. Ed è proprio a tal fine, dunque, che nel documento si raccomanda la chiara predeterminazione degli elementi essenziali dei servizi e il controllo periodico dell’andamento degli stessi, rivelando in tal modo come, in ambito socio-assistenziale ma non solo, il consolidamento del modello sussidiario non possa affatto prescindere dalla garanzia della legalità  e della trasparenza dell’azione amministrativa.

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