Nel 2013, la Fondazione Rockefeller ha lanciato il programma 100 Resilient Cities, progetto che sostiene le città coinvolte nella costruzione di una strategia per la resilienza urbana: aiutare le città del mondo a divenire più resilienti rispetto alle sfide in crescita del XXI secolo, ovvero dare l’opportunità ad individui, formazioni sociali, attività economiche ed istituzioni di sopravvivere, adattarsi e prosperare nonostante debolezze e shock urbanistici.
Tra le 100 città che figurano nel progetto della Fondazione, Roma si situa al 33esimo posto grazie ad un programma elaborato dall’Assessorato alla Trasformazione Urbana, i cui punti chiave da affrontare in termini di resilienza rimandano all’impatto del cambiamento climatico sulla funzionalità della città , alla preservazione del patrimonio e alla qualità della vita dei gruppi sociali più vulnerabili.
Il progetto ‘Roma Resiliente’ prevede la partecipazione dell’Urbe al programma per una durata di due anni a partire da dicembre 2014, con l’opportunità di accesso alle risorse finanziarie e funzionali alla realizzazione della strategia di resilienza e ad una piattaforma globale di condivisione e cooperazione che riunisce organizzazioni internazionali ed imprese del settore delle altre 99 Resilient Cities.
Al fine di dare concretezza alla strategia impiegata, le città impegnate nel programma adoperano un quadro di riferimento di analisi definito City Resilience Framework, all’interno del quale vengono predisposte le aspettative fondamentali che una città deve soddisfare in quattro aree-chiave: salute e benessere, economia e società , infrastrutture e ambiente, leadership e strategia. Oltre a sostenere un approccio sistemico, olistico e trasversale fra gli stakeholders impegnati, indica qualità e caratteristiche che una città resiliente deve possedere: riflessiva, in grado di apprendere dalle esperienze passate per orientare la continua evoluzione, e possedere una varietà di risorse; robusta e ridondante, in grado di resistere a shock improvvisi e assicurare le aspettative previste; integrata ed inclusiva di problemi e opportunità da inserire nei processi decisionali; giusta, in termini di protezione pro-attiva di individui e gruppi sociali più vulnerabili, diversa e distribuita nel garantire sistemi di diversificazione e decentramento in cui competenze e protagonismo dei cittadini siano garantiti e accresciuti.
Valutazione Preliminare di Resilienza
Conclusosi il primo anno dall’avvio del progetto nel giugno 2014 con la promozione di ‘Agenda Setting Workshop’, il 21 gennaio 2016 è stato chiuso il primo rapporto ‘Valutazione Preliminare di Resilienza’, all’interno del quale vengono presentati i risultati delle attività condotte durante la prima fase dell’avvio di Roma Resiliente.
Intrapreso nel gennaio 2015, il programma ha previsto la realizzazione di uno scenario entro il quale inquadrare la strategia di resilienza, grazie alla partecipazione estesa di circa 400 stakeholders urbani che, attraverso seminari e focus-group, hanno permesso l’acquisizione di dati in termini qualitativi e quantitativi sulle condizioni di vita nella città .
L’analisi elaborata sulla struttura socio-economica e sulla governance della città , nonché sui punti di forza/debolezze sistemiche, tendenze esogene/azioni esistenti, shock e stress, ha permesso la redazione nel settembre 2015 di quattro rapporti intermedi che hanno portato alla individuazione di cinque aree prioritarie di attuazione della strategia, intese come strumenti di conoscenza, approfondimento e tematizzazione delle sfide di resilienza: territori e connessioni; persone e capacità , risorse e metabolismi; sistemi, patrimoni e reti; governance, partecipazione e cultura civica.
Affiancate da 35 domande di approfondimento, le cinque aree prioritarie di resilienza si sviluppano in questo senso come strumenti di supporto al gruppo di lavoro di Roma Resiliente e degli stakeholders urbani. I risultati emersi dal primo rapporto hanno permesso di definire questa prima fase di approfondimento come un punto di riferimento per la strategia che prenderà avvio nella seconda fase.
Da febbraio 2016 fino al prossimo giugno, infatti, l’obiettivo di lavoro vedrà la realizzazione di azioni a carattere discreto, previste nel breve periodo, e a carattere propedeutico, funzionali alla strutturazione di programmi più complessi attivabili nel medio-lungo periodo.
Gli obiettivi rimangono pertanto chiari: sulla base dei criteri qualitativi di valutazione proposti dal City Resilience Framework e dal Rapporto preliminare, Roma Resiliente si orienterà verso disponibilità concrete che possano garantire l’impiego delle azioni previste, attraverso le opportunità di finanziamento previste e la realizzazione della programmazione di stakeholders pubblici e privati coinvolti e da coinvolgere in un prossimo futuro.
In questo senso, noi di Labsus ci sentiamo coinvolti in-direttamente nel progetto attraverso la promozione di una petizione che possa coinvolgere la partecipazione della città metropolitana di Roma nel Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni: firma la petizione, dimostrando che gli italiani sono disposti a prendersi cura dei beni comuni materiali e immateriali, perché hanno capito che da essi dipende la qualità delle loro vite.
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