Quando gli abitanti normalmente esclusi dai processi di trasformazione urbana si mettono in mostra

Le nostre città  sono abitate da una moltitudine di corpi diversi che hanno desideri, esigenze e modi di " funzionare " diversi

Autrici: Roberta Guido ed Elisa Ghisu

Al centro del suo interesse TaMaLaCà  mette tutti quegli abitanti che sono esclusi dal progetto della città  e lo sono proprio in virtù del discostamento dei loro ” corpi ” – in termini di forme, abilità , ritmi – dal corpo dell’abitante-standard: adulto, maschio, sano, istruito, automunito, etc.

altaleneTutti gli abitanti che non possiedono tutte queste caratteristiche sperimentano nella loro quotidianità  delle limitazioni nell’accedere agli spazi e ai servizi della città  e vedono quindi limitati i propri diritti urbani.
Ma quanto è rappresentativo in termini numerici l’abitante standard? Molto poco verrebbe da rispondere…
Le nostre città  sono infatti abitate da una moltitudine di corpi diversi che hanno desideri, esigenze e modi di ” funzionare ” diversi.
Di questa diversità  diffusa – che è la normalità  – bisognerebbe tenere conto quando si progettano i tempi, gli spazi e le politiche di una città .  E questa diversità  diffusa, è protagonista della serie di mostre pensate da TaMaLaCà  proprio per dare corpo e voce agli ” AltriCorpi ” , tutti quegli abitanti normalmente esclusi dai processi di trasformazione urbana e per cui la città  è ostile e inaccessibile.

L’allestimento

Facendo dialogare alcuni grandi studiosi e progettisti del passato – come ad esempio Colin Ward e Jane Jacobs – con gli ” AltriCorpi ” , l’allestimento mette in luce tutte le potenzialità  che un approccio di questo genere comporta, raccontando in modo efficace ed evocativo le piccole battaglie quotidiane che attraversano le nostre città .
scale 2Al centro della mostra inaugurata ad Alghero c’è il rapporto, straordinariamente fecondo, fra il bambino e la città , evidenziato attraverso il confronto fra Colin Ward e i piccoli protagonisti del Fronte di Liberazione dei Pizzinni Pizzoni, il gioco-mobilitazione urbano creato da TaMaLaCà  in collaborazione con la scuola del quartiere di San Donato a Sassari, vincitore di importanti premi e riconoscimenti in Italia e all’estero (alcuni dei quali brevemente citati qui).
Attraverso una sequenza di piccole foto disposte su supporti leggeri e giocosi – che anche nel suo farsi racconta lo zig zag avventuroso e quotidiano di un’attività  tuttora in corso – l’immaginario dei visitatori viene ” invaso ” dai piccoli protagonisti che con le loro azioni ricordano a tutti che una città  giocabile è possibile.
L’agilità  dei piccoli formati accenna alla dimensione micro di certe trasformazioni e delle piccole battaglie quotidiane in cui anche la singola foto è un processo che conserva le tracce del messaggio che tutti sono invitati a raccogliere.

Cosa è TaMaLaCà 

Attiva come impresa dalla fine del 2013, ma con un’esperienza ormai decennale nell’ambito della ricercAzione, TaMaLaCà  (acronimo di Tutta Mia La Città ) si pone l’obiettivo ambizioso di immaginare, progettare e costruire forme, funzioni e ritmi urbani che accolgano la molteplicità  dei modi e dei tempi di «funzionare » dei diversi abitanti e siano in grado, quindi, di garantire e promuovere un uso pieno, libero ed effettivo della città  da parte di ciascuno.

Il principio di sussidiarietà 

altalena fraPerché parlarne insieme a Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà ?
Perché da questa mostra e dai lavori di ricercAzione di TaMaLaCà  emerge con evidenza come gli abitanti, tutti, soprattutto quelli non standard, siano portatori non solo di bisogni, ma anche di capacità  e che è possibile che queste capacità  siano messe a disposizione della comunità   per contribuire a dare soluzione, insieme con le amministrazioni pubbliche, ai problemi di interesse generale.
Tale proprietà  trova espressione nel contenuto straordinariamente moderno e operativo del principio di sussidiarietà  nella sua declinazione orizzontale, sancito dall’art. 118, ultimo comma, della Costituzione, secondo il quale ” Stato, Regioni, Città  metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività  di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà  ” .
Riconoscendo che le persone sono in grado di attivarsi autonomamente nell’interesse generale e disponendo che le istituzioni debbano sostenerne gli sforzi in tal senso, il principio di sussidiarietà  orizzontale conferma quindi che le persone, tutte, hanno delle capacità , e che queste capacità  sono determinanti per risolvere non solo i propri problemi individuali, ma anche quelli che riguardano la collettività .

Ecco un album di foto delle invasioni di TaMaLaCà