Numerosi gli speakers cosìcome gli incontri all’International Journalism Festival a Perugia, ma numerosa anche e soprattutto la presenza dei cittadini che ancora una volta si sono confermati pubblico con il desiderio di ascoltare e contribuire.
La presenza dei giornalisti provenienti da tutto il mondo testimonia, come ogni anno, la voglia di condividere le proprie esperienze, di creare nuove narrazioni che siano da spunto ad ulteriori esperienze del campo. Oltre ai media, il Festival ha visto la presenza dell’Unione Europea che, in occasione del grande evento, la Commissione Europea – Rappresentanza in Italia ha presentato #EuFactor: a tu per tu con la scienza!, un progetto di ‘rigore e ironia’ che nasce grazie allo storytelling di giovani ricercatori. Non è mancata poi la voglia di comunicare l’Europa ai cittadini nel panel dedicato all’informazione europea, cosìcome quella di raccontare al pubblico una Europa diversa dal progetto originale tramite il racconto di Eva Giovannini ‘Europa Anno Zero – il ritorno dei nazionalismi’, un viaggio in cui l’autrice attraversa i Paesi Europei e condiviso al Festival in compagnia di Loris De Filippi (MSF) e la giornalista Tonia Mastrobuoni che, facendo eco alle parole della collega Giovannini sulla realizzazione di una nuova narrazione giornalistica, ha rivolto l’appello di ‘richiedere disperatamente la voce del popolo’.
Presente anche il Terzo Settore attraverso il contributo fornito dalle numerose Ong europee ed internazionali che in questa edizione hanno conquistato il loro ruolo da protagonista. Si è cosìdiscusso del gap che separa cooperanti e attivisti dai cittadini nel racconto sul campo e della consapevolezza delle organizzazioni della società civile nella necessità di una copertura mediatica oggettiva delle crisi umanitarie alla presenza di EU Human Rights Watch e del direttore dell’European Journalism Centre.
La ricchezza dei contenuti non si è esclusivamente esaurita nei soli panel e workshop proposti nelle 17 location. L’International Journalism Festival di quest’anno ha voluto infatti coinvolgere il pubblico, ancor più in senso artistico, installando in Corso Vannucci la scultura dell’artista Davide Dormino ‘Anything to Say?‘ che ritrae le tre figure di Snowden, Assange e Manning, lasciando la quarta sedia libera per invitare i cittadini a prendere posizione simbolicamente a fianco delle tre figure che hanno detto no all’intrusione globale e alle bugie.
L’invito alla partecipazione si è poi esteso fino al Teatro della Sapienza con un incontro che ha sollecitato il pubblico alla riflessione su propaganda, conformismo e consenso con i giornalisti Marco Damilano, Jacopo Iacoboni, Wanda Marra e Alessandra Sardoni, moderato dal politologo Mauro Calise, durante il quale è stata chiarita la figura del giornalista, il cui ruolo rimane quello di mediatore con il compito di verificare prima di informare.
La partecipazione di Labsus all’International Journalism Festival si è conclusa infine in Sala dei Notari dove Beppe Severgnini, accompagnato dalla collega Stefania Chiale, ha portato in scena un giornalismo diverso e dai toni teatrali, rappresentando in chiave ironica i nuovi linguaggi del giornalismo, incitando a non avere paura di una ‘modalità nuova’ di fare giornalismo, che sia storytelling o semplice teatro.
Anche quest’anno l’International Journalism Festival si è confermato come l’evento tradizionale del giornalismo, ma comunque sempre nuovo e ricco nei contenuti, il festival che si mette a disposizione (in maniera gratuita) del pubblico e della società civile per resistere nel suo ruolo di informare.