Il Regolamento sui beni comuni urbani, approvato dal Comune di Macerata lo scorso 12 aprile, propone un modello di amministrazione condivisa volto a dare attuazione al principio di sussidiarietà orizzontale e introduce rilevanti novità rispetto ai contenuti normativi predisposti dal Regolamento di Bologna.
I Principi
La prima novità del Regolamento del Comune di Macerata si rileva sotto il profilo dei principi laddove, per citarne alcuni, alla consueta fiducia reciproca, proporzionalità e autonomia civica, vengono affiancati i principi della “pari opportunità e contrasto alla discriminazione”, e il principio di “prossimità e territorialità”. Un’amministrazione condivisa che in linea di principio intende rimuovere ogni forma ostativa – connessa al genere, religione, orientamento sessuale – alla libera partecipazione dei cittadini per la cura, gestione e rigenerazione dei beni comuni urbani.
Dunque, un principio orientato a dare attuazione all’art. 51 co. 2, Cost. nei termini in cui “la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”.
Quanto al principio di prossimità e territorialità, s’intende considerare come “livello privilegiato” in sede di definizione dei patti di collaborazione, le comunità locali storicamente presenti sul territorio, ovvero le comunità che abbiano già sviluppato un progetto di cura, rigenerazione e gestione dei beni comuni urbani. Dunque sono due gli elementi che costituiscono il discrimen di corsia preferenziale nella scelta dei soggetti: da un lato l’amministrazione considera elemento valutativo importante “storia e know how” delle comunità, dall’altro considera prioritari i progetti già in essere di tali comunità.
Fermo restando che i modelli di amministrazione condivisa prevedono un alto grado di discrezionalità in capo alle amministrazioni, sono almeno due gli elementi suscettibili a critiche in merito a quest’ultima disposizione; l’amministrazione privilegiando principalmente le comunità già presenti sul territorio non favorisce l’aggregazione spontanea di quei cittadini che vogliano occuparsi di un’attività che li veda coinvolti nella cura dei beni comuni urbani, se quest’ultima, in via preferenziale verrà poi affidata alle prime; secondariamente il principio fa riferimento solamente alla forma associativa, e non alla forma singola quale sviluppo dell’uomo uti singulus, contravvenendo all’art. 1, co. 6, dello stesso regolamento.
Il modello d’amministrazione
Il Regolamento del Comune di Macerata conferma un modello di Amministrazione condivisa la cui attività si estrinseca nell’adozione di atti amministrativi aventi natura non autoritativa. Una scelta – in coerenza con la natura stessa dell’atto – che pone su uno stesso livello cittadini e amministrazione nella gestione dei beni comuni.
Profili organizzativi
Con delibera di Giunta viene predisposto l’oggetto della proposta di collaborazione, e sempre la giunta comunale dà mandato al dirigente del servizio “servizi tecnici” per la conclusione del patto di collaborazione. Il dirigente dovrà dare pubblicità per la presentazione delle proposte di collaborazione e l’avviso dovrà contenere i termini, requisiti e i criteri di valutazione delle proposte con eventuali integrazioni e osservazioni. Tale avviso non potrà essere inferiore a dieci giorni, salvo casi di urgenza che dovranno essere motivati. La fase di valutazione delle proposte spetta sempre al dirigente il quale può formulare una proposta condivisa fra più proponenti qualora ricorrano le condizioni. Sempre al dirigente, in fine, spetta l’approvazione tramite provvedimento della graduatoria finale e la successiva fase di stipula.
Rispetto alla via ordinaria – ed è questa altra rilevante novità del regolamento in commento rispetto al testo bolognese – i cittadini attivi, singoli ovvero associati, possono presentare al Sindaco dei patti di collaborazione straordinaria. In tal caso il sindaco trasmette al suddetto dirigente la proposta che se valutata positivamente viene trasmessa a sua volta alla Giunta comunale per la contestuale delibera, seguendo successivamente l’iter su esposto. In caso di valutazione negativa del dirigente, invece, lo stesso darà comunicazione motivata al Sindaco e al soggetto proponente. Tutta la fase procedurale relativa alla presentazione dei patti di collaborazione straordinaria costituisce la seconda rilevante novità del regolamento in commento rispetto al testo bolognese, prevedendo di fatto una forte investitura del livello politico più alto in capo a una comunità che è la figura del Sindaco.
La disciplina dei beni
Gli interventi posti a carico dei cittadini attivi possono riguardare la cura e la manutenzione delle aree verdi al fine di tutelare e valorizzare il territorio. Inoltre, il Regolamento predispone che la Giunta può individuare i beni mobili e immobili, e spazi pubblici in totale o parziale disuso, che per loro natura si prestano a rigenerazione o cura da parte dei cittadini. Qualora gli interventi riguardino beni culturali e paesaggistici sottoposti alla competenza della Sovraintendenza, gravano sul Comune di Macerata le richieste di autorizzazioni, nulla osta o atti d’assenso. Viene infine predisposto che gli immobili confiscati alla criminalità organizzata possono essere destinati agli interventi di cura e rigenerazione.
Forme di sostegno
Quanto alle forme di sostegno il Regolamento del Comune di Macerata stabilisce che in sede di approvazione di bilancio, in via contestuale vengano approvati con delibera di giunta gli importi massimi entro i quali concedere le agevolazioni tributarie. In tutti i casi le riduzioni tributarie non possono superare il 30% dell’importo annuo dovuto dal contribuente. Inoltre il comune può fornire il materiale necessario al fine di consentire ai soggetti che si prestano alla cura e rigenerazione dei beni di espletare l’attività oggetto del relativo patto di collaborazione.
ALLEGATI (1):