Per conoscere da vicino il progetto abbiamo intervistato Silvia Ivaldi e Filippo Gavazzeni, ideatori di Milano Fuoriclasse e fondatori dell’associazione Polis Fuoriclasse.
Ci potete spiegare come è nata l’idea del progetto Milano Fuoriclasse e quali obiettivi vi siete prefissati?
L’idea del progetto è nata perché le città e i territori sopravvivono, vivono, si sviluppano e si innovano grazie alle persone che se ne prendono cura. Non sono entità statiche, ma contesti dinamici che prendono forma attraverso le azioni dei cittadini. Essere parte di un contesto è, e deve essere, anche un atto di responsabilità , individuale e sociale. Condividendo, noi due, questo presupposto, ci siamo resi conto che le nuove generazioni, compresa la nostra, rischiano di dimenticarsi di questi aspetti e di diventare utenti passivi della ricchezza offerta dal territorio. Abbiamo, quindi, unito le nostre passioni (storia, ricerca e politica, in senso non partitico) e, da queste, ha preso forma il progetto Milano Fuoriclasse, cosìcome ora si presenta.
Milano Fuoriclasse è rivolto agli studenti delle scuole medie inferiori: quali strategie avete utilizzato per mettervi in contatto con le scuole e come venivate accolti?
Sì, ci rivolgiamo ai ragazzi delle scuole medie per due ragioni principali. Una, di carattere più ideologico, che siamo soliti esprimere banalmente con ” prima si comincia ad intervenire, più è probabile che attecchisca e si sviluppi un cambiamento ” . Un secondo motivo, invece, di ordine strategico: le scuole medie prevedono nei loro curricula scolastici (i famosi POF) la materia cittadinanza e costituzione, e il nostro progetto si inserisce lì, diventando parte del piano istituzionale. Abbiamo iniziato con il progetto pilota alla scuola Rinascita di Milano per conoscenze dirette e per una loro apertura storica a iniziative di questo genere. Successivamente, i contatti si sono susseguiti attraverso canali diversi. Abbiamo contattato alcune scuole attraverso l’accesso ad elenchi pubblici, altre grazie ai consigli di zona, altre ancora ci hanno contattato attraverso i genitori. Oggi lavoriamo con circa 350 ragazzi delle scuole medie.
Quali sono state le attività messe in campo e come hanno reagito gli studenti e le studentesse?
Il progetto Milano Fuoriclasse prevede diverse attività che afferiscono a due grandi tematiche: (1) la conoscenza del territorio, delle tradizioni, della cultura locale e (2) la promozione di un orientamento a sentirsi autori del presente e del futuro della città . Nel concreto, proponiamo ai ragazzi degli itinerari gestiti da studenti dell’università , che stanno facendo percorsi quali scienze del turismo o beni culturali e che sono preparati da noi. In queste occasioni i ragazzi delle scuole medie hanno l’opportunità di confrontarsi rispetto a leggende, misteri e alla storia del proprio territorio. I percorsi, tendenzialmente, seguono una linea temporale, per cui organizziamo, ad esempio, Milano romana, Milano medioevale, Milano rinascimentale. Non immaginatevi, però, un copione delle visite guidate tradizionali, quanto dei dialoghi e dei confronti tra generazioni che avvengono ‘in movimento’. Per quanto riguarda la promozione della partecipazione attiva, grazie alla collaborazione con tante altre associazioni sul territorio o enti locali, organizziamo delle attività in cui i ragazzi si impegnano direttamente nella valorizzazione e rigenerazione dei beni pubblici, come ad esempio la rimozione dei graffiti vandalici, la pulizia dei parchi, giochi che riguardano la raccolta differenziata, attività di segnalazione di situazioni di degrado sul territorio. L’obiettivo è quello di far conoscere loro il funzionamento della città , non solo a livello teorico, ma mettendoli direttamente in contatto con gli enti preposti.
Tutto questo è accompagnato da altre attività di ricerca: realizziamo con gli studenti dei gruppi di discussione, facciamo scrivere loro dei testi, compilare dei questionari per capire quali sono le loro esigenze e i buchi educativi, i loro interessi e come, concretamente, li possiamo aiutare nel percorso di crescita sociale. Gli obiettivi in questo caso sono due: fare in modo che il progetto non sia ancora una volta un’iniziativa ‘calata dall’alto’, che rischia di non ottenere l’interesse e il coinvolgimento dei ragazzi e comprendere quale è l ´effettivo impatto del progetto Milano Fuoriclasse nelle vite delle giovani generazioni coinvolte.
Dal vostro sito emerge la collaborazione con molteplici realtà attive sul vostro territorio (ad esempio Retake Milano, Associazione Buon senso & legalità , le Guardie Ecologiche Volontarie di Milano ecc.); avete anche rapporti con le istituzioni pubbliche locali?
Sì. Da ormai due anni abbiamo il patrocinio del Comune di Milano, che sostiene nominalmente la nostra iniziativa, ma abbiamo anche un aiuto concreto da parte di alcuni municipi della città che ci supportano, come possono, a livello finanziario. Li abbiamo contattati direttamente con email o telefonate dirette ai presidenti delle commissioni delle zone o, comunque, a consiglieri che poi ci hanno messo in contatto con loro. Le reazioni sono state diverse: alcuni ci hanno supportato per disponibilità economiche, altri no. Abbiamo percepito alcuni come più attenti a tematiche riguardanti l’educazione civica e la valorizzazione del territorio, altri meno. Però, parlando in termini generali, ci hanno accolto e ascoltato positivamente, invitandoci a presentare il progetto durante i consigli di zona.
Per concludere, vorrei fare un breve approfondimento sul concetto di Global Shaper Community: di cosa si tratta? Quanto, in Italia, è diffusa e quali potenzialità ha/potrebbe avere per il nostro Paese?
La Global Shapers Community è un’iniziativa del World Economic Forum, che ha proposto di attivare in diverse città del mondo (circa 450) gruppi di giovani tra i 20 e 30 anni, che vengono selezionati in base alla dimostrazione di un notevole impegno civico, sociale e culturale. I membri degli hub hanno la caratteristica di avere background formativi, professionali e di vita completamente diversi e il mandato per tutti i gruppi è quello di ideare e attivare progetti che abbiano un importante impatto a livello locale. Il potenziale dei Global Shapers è altissimo, perché mette in rete energie per spingere enormemente lo sviluppo locale e, inoltre, consente una diffusione delle pratiche locali a livello internazionale, essendo una rete mondiale.
In Italia, per adesso, ci sono 5 hub (Milano, Roma, Venezia, Torino e Genova). Solo nel nostro Hub di Milano ci sono quattro progetti attivi che lavorano su tematiche differenti (educazione, innovazione delle piccole e medie imprese, sviluppo del terzo settore, alimentazione). Se questo si moltiplica per 450 e si eleva alla seconda, perché i Global Shapers hanno viaggiato, si sono incontrati, hanno conosciuto culture diverse…questo è il potenziale!
Noi due ci siamo conosciuti all’interno dell’hub. Da lìè nata l’idea di Milano Fuoriclasse, che oggi è diventata qualcosa di più grande, un progetto e un’associazione no profit che cammina con le sue gambe.
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