“La vedi la scritta su quest’altalena? L’ho fatta io qualche mese fa con i miei amici. Non volevamo essere cattivi, è che non sapevamo cosa fare. E non immaginavo ci fosse tutta questa fatica per pulire un pennarello, giuro che la prossima volta ci penserò due volte ” , scherza Mattia che ha compiuto quattordici anni da poco. In mano ha una carta abrasiva, di quelle che si usano per scartavetrare, ai suoi piedi un barattolo di vernice e qualche pennello. E’ luglio, ma nonostante il caldo indossa un giubbino arancione catarifrangente con la scritta sulla schiena ” Piazza ragazzabile ” . Insieme a lui, un gruppetto di ragazzi e ragazze alle prese con le stesse attività .
Non stanno scontando una pena, non sono pagati, non sono in punizione per i voti scolastici. Semplicemente si prendono cura della città : c’è chi pulisce per terra, chi vernicia un muretto. Benvenuti a Collegno, alle porte di Torino, terra di ” Piazza Ragazzabile ” .
Il metodo
Nel nome ricorda un pezzo di toponomastica, e da qualche anno a questa parte ha dato davvero ispirazione a una piazza che era un piccolo luogo di ritrovo per giovani. Ma da prima ancora Piazza Ragazzabile è diventata la filosofia di vita di un’intera collettività .
” Era il 2000 ed erano in arrivo i finanziamenti con la legge su ” infanzia e adolescenza ” . Gli adolescenti erano il nostro punto di domanda, quando le politiche giovanili erano politiche di lotta alla tossicodipendenza – raccontano Rocco Paolo Padovano, funzionario, e Francesco Casciano, sindaco di Collegno – ma come potevamo essere attrattivi? Troppo grandi per i centri estivi, troppo piccoli per altre attività cittadine. Spesso soli a casa d’estate, con l’assenza della scuola ” .
Eppure in un’età delicata, quando il senso civico cerca di trovare una propria forma, e il senso di cittadinanza reclama un posto nel mondo. Cosìl’idea: impegnarli a rendere ” ragazzabile ” la città . E quindi pulire, scartavetrare, pitturare, diventare consulenti e rilevatori urbani. Naturalmente un progetto come Piazza Ragazzabile non può esistere come unico frutto delle politiche giovanili: nasce, e continua a vivere, grazie a una rete cittadina fatta di progetti e di associazioni, comitati di quartiere, politica, imprese sociali. E ancora: tra Amministrazione e adolescenti, e con le loro famiglie. Cosìquella che era un’attività per impegnare il tempo estivo si trasforma in un ” complotto civico ” tra adulti e ragazzi sulle politiche della città .
Ma perché oggi un adolescente dovrebbe passare l’estate e non solo, a prendersi cura della propria città ?
Rivolto a ragazzi a ragazze dai 14 ai 17 anni, Piazza Ragazzabile è un progetto che non conosce crisi. Il 13 giugno 2016 ha preso il via la diciassettesima edizione, con la consueta corsa alle pre -iscrizioni nei mesi precedenti per accaparrarsi uno dei sessanta posti disponibili. Un successo, anche se il suo sottotitolo è ” cantiere-laboratorio di ecologia urbana ” , non proprio di facile attrazione. Anche se, come manifesta il volantino con l’annuale richiamo alle iscrizioni, i partecipanti si occuperanno di pulizia, raccolta differenziata, confronto con il mondo degli adulti.
In tutto nove settimane, distribuite nelle mattinate di giugno, luglio e settembre. La partecipazione è totalmente gratuita, e in cambio i partecipanti ricevono crediti scolastici, il libero accesso alle botteghe di formazione e un piccolo rimborso spese in base al numero delle ore frequentate. E ancora: la partecipazione ad eventi cittadini, la tre giorni in tenda a spasso per le montagne con i partigiani.
La mattinata tipo di un ” piazzista ”
Il ritrovo è alle 9.30 in uno dei Centri di Incontro collegnesi. Ad attenderli, c’è un mediatore socio-culturale del Progetto Collegno Giovani che si è occupato precedentemente dell’intera progettazione e ha un filo diretto non solo con l’Ufficio Animazione Civica, ma anche con i Lavori Pubblici, la Solidarietà Sociale, Ambiente, Istruzione: lo specchio sul mondo che “Piazza ragazzabile” riesce ad avere è molto ricco. A sostegno si aggiungono Servizi Civili, stagisti o maggiorenni partecipanti fino all’estate prima. I ” piazzisti ” vengono divisi ancora in sottogruppi e sparsi per la città . Si spostano esclusivamente in bicicletta, per chi non la possedesse il Comune ne presta una. E per il trasporto di materiali, c’è una fedele bici a tre ruote con carretto annesso.
E’ l’inizio del cantiere: a volte si tratta di pulizia, a volte di azioni più impegnative. Nel tempo è stato verniciato il mancorrente di una passaggio pedonale, la cinta del muro di ingresso del parco cittadino, e poi muretti, giochini. Ma soprattutto è il momento dell’amicizia, del confronto e dialogo. E’ durante il cantiere che adulti e anziani si fermano a chiedere, consigliano o addirittura aiutano nell’intervento.
Nel pomeriggio invece, è l’ora dell’andare a bottega: un appuntamento di sperimentazione con alcuni esperti, dalla falegnameria, all’orticoltura e apicoltura urbane, la ciclofficina, la comunicazione. Non a caso l’obiettivo del progetto è ” incontro di giovani e adulti in azioni di ecologia urbana ” .
Scommettere sul presente
Ma soprattutto, scommettere sugli adolescenti. Chi avrebbe il coraggio di dare a loro l’immagine di una città ? “Quella battuta iniziale di Mattia e della sua scritta assume allora un tono diverso, in un’epoca dove i riti di passaggio all’età adulta, o dell’essere ascoltati non viene più considerata”, concludono Padovano e Casciano.
Piazza Ragazzabile continua a esistere: nonostante i diciassette anni di vita, la crisi economica. Addirittura viene imitato, o altre città chiedono l’utilizzo del metodo e anche del logo, compreso il vicino capoluogo Torino. Davvero gli adolescenti si stanno impossessando delle piazze.
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