A Cerignale il sindaco prova a costruire una cooperativa di comunità 

Per arrivare a Cerignale, una volta lasciata la statale che collega Piacenza a Genova, occorre superare 5 km di tornanti nel cuore degli Appennini settentrionali, vicino al confine con la Liguria. Qui vive una piccola comunità  di 127 abitanti che della piccola cittadina montana ha tanto la bellezza quanto le problematicità . Dal costante invecchiamento della sua popolazione alla difficoltà  di accedere ai servizi essenziali come istruzione e sanità , il piccolo Comune appenninico si trova a vivere la sfida più difficile: quella di assicurarsi un futuro. L’obiettivo del sindaco Massimo Castelli è quello, non solo di convincere gli abitanti a restare, ma di incentivare altri a tornare a vivere a Cerignale. Per farlo, si rivolge allo spirito di solidarietà  unico che può innescarsi solo in queste realtà , in cui la differenza la fa la conoscenza personale tra i cittadini.

Cooperativa di comunità  ed allevamento diffuso

Nel paese esiste un servizio di taxi sociale ed uno di giornale sociale. Il primo si occupa di garantire gli spostamenti da e verso l’ospedale e le scuole più vicine, il secondo di portare il quotidiano ai più anziani, con il non secondario compito di assicurare un sistema di assistenza per coloro che vivono da soli. Ma il sindaco Massimo Castelli è consapevole che questo non basta; occorre un passo in avanti anche dal punto di vista economico, che coinvolga i cardini del territorio, come agricoltura e l’allevamento. Ecco perché l’idea di far diventare Cerignale una cooperativa di comunità , ed ecco perché l’iniziativa di un allevamento diffuso. Il sindaco ha infatti proposto ai suoi concittadini di effettuare una spesa di 300/400 euro ciascuno per acquistare del bestiame da affidare alla cooperativa e riceverne in cambio lo stesso ammontare in termini di carne e, una volta raggiunto un certo numero di animali, provare a vendere la carne in eccesso in grado di generare un surplus per tutta la comunità .

Un messaggio oltre Cerignale

” Una forma di impresa nuova ed innovativa ” , cosìl’ha definita il sindaco promotore dell’iniziativa anche  presso  Concooperative di Reggio Emilia,  in una dinamica non molto lontana dall’idea di fondo dei gruppi di acquisto solidale a cui si aggiunge, però, l’aspetto imprenditoriale. Un modo di coinvolgere e difendere la comunità , di creare una dinamica di condivisione e inclusione in grado di attirare le persone e di allontanare il rischio di abbandono di una piccola comunità  montana, che prova a sfruttare i suoi aspetti migliori, capovolgendo le difficoltà  a proprio favore. Con un messaggio chiaro da parte del sindaco Castelli per tutte le realtà  simili a Cerignale: ” Tutti i luoghi per tornare a vivere devono ripartire dall’agricoltura e dalla cura del territorio ” .

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