Cultura e innovazione sociale si incontrano nel punto di prestito di Madonna Bianca

La ricchezza di questo progetto sono le persone che ci credono

Distante dalle vie del centro, in Piazzale Europa 11, a Trento, sorge il punto di prestito di Madonna Bianca: dal primo ottobre 2016 la biblioteca ha intrapreso un nuovo percorso mirando, nel tempo, a divenire un importante centro culturale e di innovazione sociale per il territorio. ” Fare storie in biblioteca ” , la proposta avanzata dal Tavolo Torri, un gruppo spontaneo di cittadini di Madonna Bianca e Villazzano 3, è stata coordinata dal Progetto beni comuni e semplificazione. Come precisato dall’URP (Ufficio Relazioni con il pubblico del comune di Trento), il Tavolo, per le finalità  del patto, ha costituito l’associazione ” Noi Quartieri – Trento Sud ” , presieduta da Paolo Baldo, cui è stata affidata la gestione del punto di prestito. Un maggiore fruizione al pubblico è stata quindi sin da subito garantita con un incremento dell’orario di apertura da circa 20 ore a quasi 40 ore: la struttura è aperta  dal lunedìal venerdìdalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19, il sabato dalle 10 alle 12.

A lezione di innovazione

Il patto è stato stipulato dopo una fase di confronto che ha coinvolto anche il Servizio Biblioteca e archivio storico, la Circoscrizione Oltrefersina, il Servizio Attività  sociali e il Polo sociale di riferimento. Numerose le iniziative che hanno già  preso avvio: in prima battuta il corso di italiano per donne straniere. Come sottolinea l’URP, si tratta di un’iniziativa che si svolge annualmente dal 2008 nel territorio della Circoscrizione Oltrefersina: nell’area del punto di prestito, infatti, risiedono cittadini di ben 52 nazionalità  diverse. Una spinta all’apprendimento linguistico, quindi, ma non solo: “conoscersi e incontrarsi per le vie dello stesso quartiere”, scrutarsi nelle mille sfaccettature della multiculturalità  e scoprirsi in un’interazione comune. Sono venti le donne straniere che hanno attualmente preso parte al corso coordinato da nove volontarie. Al via anche il doposcuola per i ragazzi delle scuole medie ed ancora tante le iniziative in cantiere: occupazioni per alcuni utenti del Servizio Sociale, iniziative ad hoc per l’interazione tra diverse culture, uno spazio per gli anziani ( il cui avvio è previsto per il mese di gennaio) in collaborazione con il vicino Circolo Anziani e, ancora, un corso di disegno per bambini. Ogni progetto prevede l’ausilio di volontari che mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per offrire un nuovo bagaglio di esperienze da condividere.

La pratica dei beni comuni

Una fondamentale fonte d’innovazione e sviluppo, quindi, per il territorio: il comune, tra l’altro, garantirà  la copertura integrale dei costi sostenuti. Il patto di collaborazione che ha segnato la nuova vita del punto di prestito di Madonna Bianca nasce, infatti, nell’ambito di applicazione del Regolamento sui beni comuni approvato dal comune di Trento nel marzo 2015.
Per facilitare l’incontro tra cittadini e comune, spiega l’URP, è stato istituito nel giugno 2015 il Progetto beni comuni e semplificazione, struttura interna all’Amministrazione ed operante da ottobre 2015 (a partire dall’1 gennaio 2017, con delibera della Giunta comunale n. 189 del 14 novembre 2016 sarà  Servizio Beni comuni e gestione acquisti). Ad oggi sono già  stati sottoscritti dieci patti di collaborazione ed altri sono in via di definizione. L’esperienza della biblioteca di Trento, seppur ancora in una fase iniziale, è stata presentata come esperienza locale alla giornata conclusiva del corso ” Beni comuni: volontariato, cittadinanza e amministrazioni pubbliche ” svoltasi il 2 dicembre presso la sala Falconetto del Palazzo Geremia del Comune di Trento. Il corso, avviatosi il 30 settembre, nasce dal Patto di collaborazione tra il Comune di Trento, SIBEC e CSV TRENTINO. Sono ancora tanti i progetti e le iniziative messe in cantiere, cosìcome vasto è il continuo pullulare di idee che emergono dal territorio stesso: dal punto di prestito di Madonna Bianca si genera una continua mescolanza di soggetti coinvolti, di diverse generazioni e nazionalità , in un’integrazione che passa per la cultura e prosegue nelle esperienze, nelle attività  comuni, nella cura per i beni del proprio territorio. Del resto, asserisce l’URP, ” la ricchezza di questo progetto sono le persone che ci credono ” .

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