Un piccolo spazio per affermare una rivoluzione culturale, che cresce in libertà nel cuore di Perugia. Edicola 518 è un bellissimo avamposto di resistenza, che raccoglie intorno a sé un collettivo artistico e una redazione, quella di Emergenze: voglia di sperimentare, di discutere e di tornare a fare cultura in una maniera artigianale, includendo tutti in questa deriva utopica tra poesia ed editoria.
Paolo Marchettoni ci ha raccontato l’anima di Emergenze e il senso profondo di questo progetto speciale che ha restituito alla città un punto di riferimento identitario e inclusivo.
Partiamo dall’inizio, dalla storia del vostro collettivo…
Emergenze si muove tra Perugia e Milano essenzialmente, ma abbiamo colleghi un po’ in tutta Italia. Siamo un gruppo di persone, anime diverse per storia, età e provenienza che portano avanti un progetto di scoperta continua tra editoria e poesia attraverso questo giornale di carta. Nell’inverno del 2015 Emergenze ha rigenerato l’ex chiesa della Misericordia, spazio espositivo abbandonato nel centro storico di Perugia, che grazie alle mostre ” Emergenze Ritratte ” di Walter Meregalli e ” Nel segno di Emergenze ” di Steve Gobesso è tornato a vivere con una serie di altri eventi collaterali.
E quando avete pensato ad aprire un’edicola?
Sempre nel 2015, eravamo nella nostra sede a curare una mostra di fotografie e di calligrafia giapponese e la strada dell’edicola la percorrevamo spesso. Tutti i giorni vedevamo questo cartello che la metteva in vendita, ad un prezzo anche vantaggioso e, ad un certo punto, abbiamo deciso si informarci seriamente sull’offerta. Il nostro progetto ruota comunque intorno ad una rivista di arte e cultura che esce con cadenza trimestrale. Uno dei punti più delicati di quest’iniziativa stava proprio nella difficoltà di distribuzione ad un pubblico di lettori più vasto: è sempre stata un’iniziativa molto artigianale, abbiamo sempre distribuito la rivista a mano, in sostanza non abbiamo mai avuto un punto di distribuzione fisso al centro della città che potesse valere anche come polo culturale o, magari, come punto di riferimento per quanti volessero avvicinarsi al percorso di Emergenze, fino a sviluppare altri tipi di offerte e di attività .
Dove si trova Edicola 518?
La nostra edicola è situata vicino al centro di Perugia, in una piazza molto bella che è stata sistemata di recente. Le persone possono raggiungerci tranquillamente a piedi, siamo in un’area pedonale, accanto alle scalette di Sant’Ercolano che sono particolarmente caratteristiche e prendono il nome dalla Chiesa del Santo Patrono.
Raccontaci un po’ tutto quello che c’è all’interno di uno spazio cosìpiccolo, ma potenzialmente infinito…
Dentro Edicola 518 ci sono le nostre riviste e una pubblicazione uscita a luglio insieme ad altri oggetti di arte contemporanea; in più abbiamo scelto di specializzarci sulla stampa estera in madrelingua. Ha una sua impronta originale, la scelta è stata quella di non lavorare con il distributore nazionale, perché il pacchetto è unico e non può essere modificato, tantomeno si può fare una selezione di quello che preferisci proporre, ma bisogna per forza prendere tutto. Mentre lavorando con la stampa internazionale ci viene riconosciuta la possibilità di scelta e questo, per noi, è fondamentale, soprattutto perché le edicole stanno entrando a fare parte dell’archeologia urbana, stanno chiudendo, la fine che si prospetta sarà più o meno quella delle cabine telefoniche: abbiamo voluto evitare che accadesse e ci siamo impegnati per rivitalizzarne almeno una.
E come è iniziato questo percorso cosìparticolare?
Dopo un confronto con il vecchio proprietario abbiamo intrapreso questa trattativa, che si è conclusa con l’acquisto di Edicola 518. Dopodiché ci siamo rimboccati le maniche: tra lavori di ristrutturazione e la cura di qualche dettaglio, tipo le luci con i neon colorati che potessero renderla più viva o la ritinteggiatura, è tornata come nuova, anche perché la struttura esiste dai primi del ‘900. Poi finalmente abbiamo inaugurato. Ufficialmente l’abbiamo aperta al pubblico il 1 ° giugno, integrando all’attività commerciale dell’edicola, anche un’attività culturale. Proponiamo le nostre riviste, la stampa estera e una serie di eventi, per cui abbiamo chiesto al comune di Perugia di poter utilizzare la piazza adiacente, richiesta che è stata accolta subito con favore. Cosìabbiamo avuto l’opportunità di organizzare aperitivi, presentazioni, piccole esibizioni dal vivo di artisti e musicisti, ma ci sono stati anche spettacoli teatrali in edicola, insieme ai laboratori di stampa in serigrafia. Questo ci ha aiutati molto a far conoscere il progetto e ad allargare la partecipazione intorno ad un luogo storico, che ha attraversato per intero il secolo scorso.
Adesso, invece, come procede?
Siamo andati avanti con queste iniziative per tutta l’estate scorsa, avendo dei riscontri molto positivi, il pubblico è cresciuto col tempo e si è affezionato alle nostre proposte, questo ci dà le giuste motivazioni per andare avanti. Sono quattro metri quadrati di spazio, ma è comunque una finestra che si affaccia sul mondo, c’è sempre uno di noi all’interno, pronto ad intraprendere un dialogo costante, a spiegare il senso di quello che facciamo a chiunque sia interessato. Fino ad oggi tutta l’attività è stata molto intensa e non era per niente scontato che la risposta fosse cosìpositiva.
Uno spazio restituito alla città e aperto alla curiosità delle persone, che accoglienza c’è stata per Edicola 518?
Il quartiere era in festa quando abbiamo inaugurato Edicola 518, perché era un po’ come se avesse chiuso un punto nevralgico per la vita dei cittadini e dei commercianti. Ci hanno accolti a braccia aperte. Sembra sempre che per realizzare un progetto costruttivo bisogna allontanarsi dalla propria città per rincorrere mete non ben definite. Noi non siamo andati all’estero o in una grande metropoli, pensando che con l’impegno e le giuste intuizioni si potesse realizzare anche qui qualcosa di valore. Ci abbiamo creduto e ci crediamo ancora molto, incoraggiati dall’ottimo impatto che abbiamo avuto sul quartiere e dall’entusiasmo che ancora ci accompagna. Siamo tutti giovani, abbiamo raccolto una sfida intensa, impegnativa , anche perché vedere un edicolante giovane non è proprio all’ordine del giorno e in noi le persone hanno certamente trovato grande disponibilità e tanta voglia di fare bene.
Dall’attività passiva tipica delle edicole, avete generato una grande partecipazione…
Si, anche perché i nostri obiettivi sono praticamente all’opposto: c’è un’interazione continua, rispondiamo a mille domande, in un dialogo sempre stimolante. Certo, capita sempre quella persona che chiede il classico quotidiano nazionale, ma noi spieghiamo chi siamo e cos’è Edicola 518: si ragiona insieme fino ad arrivare ad una scelta più consapevole, questo è nella natura del progetto. Idee e materiali sempre nuovi spesso arrivano direttamente dal pubblico esterno, c’è sempre uno scambio produttivo, anche di opinioni: non ci si annoia mai, questo è garantito ed è molto interessante dal punto di vista della crescita culturale. E’ il nostro orgoglio, possiamo ammetterlo.
LEGGI ANCHE:
- The Next Stop: arte, cultura e rigenerazione urbana a Padova
- Operazione SGAT: l’architettura partecipata che rigenera Napoli
- La cultura come un bene comune