Il workshop è stato coordinato da Anna di Paolo di Touring Club Italia e ha permesso l’incontro e il confronto di realtà tra loro molto differenti, accomunate tutte dall’impegno per la tutela e la valorizzazione dell’Appia Antica. Hanno preso parte all’incontro attori istituzionali rappresentanti gli enti Parco Regionale Appia Antica e Parco Regionale dei Castelli Romani, studiosi e numerose associazioni quali ad esempio Italia Nostra, Urban Experience, Slow Food Roma, Scuole di Roma, il Comitato Caffarella e il Coordinamento Roma Ciclabile. Un impegno che, com’è stato ripetuto più volte, manifesta la tenacia di quanti da lungo tempo difendono e fanno vivere un patrimonio non solo capitolino o delle numerose città che attraversa fino a Brindisi, ma del mondo intero per il suo patrimonio sia naturalistico sia storico-archeologico.
Con l’impegno di tutti di non soffermarsi sulle criticità fin troppo note, l’invito è stato quello di avanzare proposte progettuali e creative tanto per il breve quanto per il medio e lungo periodo. Proposte da co-costruire con la cittadinanza perchè, come ha detto la dott.ssa Alma Rossi, direttrice del Parco Regionale Appia Antica, “tutti i cittadini se ne devo appropriare e deve tenacemente difenderlo e per questo serve un progetto della città della Roma, che non sia gestito gestito da un singolo ente, ma da tutti. Il parco si fa parlando al di fuori del confine del parco, solo cosìfunziona e riesce a vivere“. Continua la direttrice proponendo lo slogan NATURALMENTE APPIA, ad indicare sia la natura lìpresente ma anche, e forse soprattutto, la necessità di imparare a vivere naturalmente il rapporto parco-città .
Naturalmente Appia: riscoprire il naturale rapporto parco-città
Un rapporto che non si limita alla città di Roma, ma che riguarda numerosi Comuni che l’Appia antica attraversa, a cominciare da quelli che insistono nell’area dei Castelli Romani a seguire fino a Brindisi. In tal senso è necessario un coordinamento ampio e condiviso, che affronti i numerosi temi presenti sul tavolo, dalla sentieristica, la segnaletica fino allo studio e alla valorizzazione del patrimonio archeologico ancora non investigato. E’ possibile avvalersi ad esempio di strumenti di gestione come il contratto di fiume, promosso per il fiume Almone che attraversa il Parco Regionale dell’Appia Antica.
Al di là dei singoli strumenti gestionali, vista la complessità dall’area è necessario un piano strategico che detti una visione in grado di unire tutti i numerosi settori implicati: ambientale, culturale, la mobilità , l’accessibilità , la partecipazione attiva dei cittadini e altri ancora. Come ricorda l’architetto urbanista Roberto Pallottini, portavoce del Coordinamento Roma Ciclabile, “il piano strategico è un piano intersettoriale che sappia immaginare un percorso, non è un piano unico e richiede una capacità di interazione con la comunità urbana complessiva.”
Appia Antica Bene Comune
In quest’ottica si inserisce l’intervento del prof. Arena, presidente di Labsus, che raccoglie l’invito di Anna di Paolo e parla del bene comune Appia, condiviso tanto a livello locale quanto a livello globale, di cui le comunità che risiedono lungo l’itinerario ne sono i custodi. Appia bene comune non solo come bene comune naturale, come lo sono ad esempio l’aria o l’acqua, ma anche sotto un altro profilo: “qualsiasi bene pubblico può diventare comune nel momento in cui gli abitanti se ne prendono cura e lo riconoscono necessario per la qualità della proprio vita. Se noi intendiamo l’Appia come un bene comune in questo senso, bisogna fare in modo che le comunità lo riconoscano e se prendano cura“. I principi e gli strumenti dell’amministrazione condivisa dei beni comuni possono contribuire a tal fine e Labsus sicuramente continuerà a portare il suo contributo.
Il prossimo appuntamento è per domenica 14 Maggio all’Appia Day, con un programma ricco di attività per grandi e piccini.
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