Dall’11 al 13 maggio il nostro laboratorio di formazione itinerante SIBEC ci ha portato a Siena per il terzo modulo, incentrato sull’attivazione e valorizzazione delle risorse per la gestione condivisa dei beni comuni. In fondo all’articolo la galleria fotografica
Sullo sfondo di piazza del Campo si sono alternati gli interventi di Enrico Testi (Arco e Yunus Social Business Centre Università di Firenze), Simone Siliani (Fondazione Finanza Etica), Francesca Santaniello (Labsus e Impact Hub Trentino), Paolo Casprini (Comune di Siena), Daniele Messina (Fondazione Monte dei Paschi), Laura Beriotto (DMAV). Le lezioni frontali sono state affiancate come sempre da lavori di gruppo e visite sul campo: oggetto di studio e confronto sono state questa volta le contrade senesi, con il loro carico di storia, identità , consuetudini comunitarie, passione.
Leggere il territorio, per attivare le risorse
Dall’analisi SWOT al logical framework elaborato dal suo gruppo di ricerca, Enrico Testi si è concentrato sulle diverse modalità di lettura ed analisi del contesto, territoriale ed organizzativo. Punto di partenza, l’approccio delle capabilities elaborato dal premio Nobel per l’Economia Amartya Sen: un approccio che considera il benessere, la partecipazione e la libertà delle persone come principali obiettivi economici e sociali cui tendere. Il framework è stato utilizzato come base per stimolare la discussione su quegli elementi che entrano maggiormente in gioco nell’attivazione di risorse locali, identificando in particolare i fattori di rischio e le leve di azione strategiche nel passaggio da un bene in disuso ad un bene comune.
La finanziarizzazione dell’economia come causa prima della perdurante crisi socio-economica: partendo da questo assunto Simone Siliani ha illustrato come la finanza etica contrapponga invece ai vuoti normativi – colmati solo dalla legge del più forte – un progetto di cambiamento profondo del sistema finanziario stesso. Il ” nuovo paradigma integrato ” si rivolge e coinvolge gli attori tradizionali del terzo settore impegnati in processi di welfare generativo, le imprese sociali, le cooperative di comunità , il fenomeno dei workers buyout, i mondi dell’agricoltura sociale così come della sharing economy. Tra gli esempi di iniziative promosse, il recente accordo tra Banca Etica e Sardex, che consentirà alle imprese aderenti ai circuiti delle monete complementari di accedere a condizioni vantaggiose ai servizi finanziari – inclusi il microcredito e il crowdfunding – offerti dalla Banca.
Produrre (e costruire) beni comuni
Riprendendo gli spunti lanciati da Enrico Testi, Francesca Santaniello prosegue la riflessione sui metodi d’indagine dei contesti territoriali ed organizzativi, ponendo l’accento sui necessari (e utili) passaggi osmotici tra l’uno e l’altro campo di azione. E’ stata proposta una versione community driven del framework di Testi, in cui la dimensione analitica viene rivista sulla base di tre osservazioni: da un lato la non oggettività del soggetto che propone l’analisi, immerso nel contesto e quindi necessariamente “di parte”), dall’altro la sostituzione dell’organizzazione con forme partenariali plurali (che implicano un ulteriore livello di complessità), dall’altro ancora (e proprio in ragione di questo) la diluizione della linea di demarcazione tra “contesto” e “attore”. Lo schema ha costituito l’occasione per porre l’attenzione su alcuni nodi critici di processi complessi condotti sul campo, osservandoli sia nella loro dimensione analitica, sia in quella di costruzione di una rappresentazione condivisa, condizione fondamentale per costruire poste in gioco perseguibili collettivamente.
Paolo Casprini, corsista SIBEC 2016 e Dirigente Settore Servizi, oltre a figurare come “esperto locale” e dunque facilitatore della tappa senese, ha raccontato gli ultimi sviluppi nell’applicazione del Regolamento dei beni comuni della propria città (tra le prime in Italia ad averlo approvato), distinguendo i patti di collaborazione da altri strumenti normativi più “tradizionali” che sono stati impiegati per attuarlo.
Come custodi e produttrici di beni comuni contrade di Siena sono state il case-study approfondito in questa terza puntata. La contrada dell’Aquila e la contrada dell’Istrice hanno guidato il gruppo SIBEC nei luoghi fisici e ideali che le identificano, ripercorrendo le storie che ne hanno forgiato e reiterato nel tempo il senso forte di appartenenza: individuale e collettivo. Entrambe le contrade collaborano con il Comune in progetti di gestione condivisa di commons locali, attraverso strumenti differenti dai patti di collaborazione ma nella stessa cornice di senso e di prospettiva: quella dell’amministrazione condivisa.
Condividere (e potenziare) gli strumenti
Tra le mura dello storico Museo Palazzo Sansedoni, la Fondazione Monte dei Paschi ha illustrato il bando SIENAcondivisa, finanziato interamente dalla Fondazione Mps e promosso in collaborazione con Labsus e Comune di Siena, con l’obiettivo di sostenere progetti di cura e rigenerazione di beni comuni quali strumenti di sviluppo locale del territorio.
L’ultima giornata, dedicata allo sviluppo delle competenze e guidata da Laura Beriotto, è stata infine incentrata sul Metodo per la Gestione delle Informazioni nei Gruppi: i corsisti si sono esercitati nell’ideazione di strumenti informativi utili per chi vuole acquisire conoscenze e competenze nella gestione condivisa e sostenibile dei beni comuni.
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