L’evento si configura come l’opportunità di convergere differenti attori civici da tutto il mondo, verso il raggiungimento di una duplice finalità : da una parte elaborare congiuntamente iniziative comuni e trasversali, dall’altra collaborare con il territorio al fine di fornire competenze eterogenee allo sviluppo di progetti locali. Precisamente, durante l’evento svoltosi in Catalogna il mese scorso, i partecipanti della comunità si sono impegnati per accompagnare la municipalità de L’Hospitalet nello sviluppo del progetto del Distretto Culturale. Quest’ultimo mira a costruire una strategia di sviluppo locale attraverso la cultura grazie ad un processo partecipato.
Il meccanismo del distretto culturale, nonché della strategia di rigenerazione urbana attraverso l’economia della cultura, è ormai una metodologia che presenta dei rischi consolidati, tra i quali la gentrificazione dell’area interessata e l’utilizzo di tale strategia a fini puramente propagandistici. Durante la settimana di lavoro congiunto, tra i membri della rete distribuita e i rappresentati politici del progetto ” Distrito Cultural ” , si è quindi cercato di far emergere tali rischi e adottare strumenti efficienti di sviluppo locale e coinvolgimento della comunità . La collaborazione stabilita durante il Glocal Camp, permetterà cosi di attivare la riqualificazione di uno spazio neutrale di co-creazione. Esso si configura come luogo d’incontro e lavoro tra differenti portatori d’interesse, al fine di provocare processi di sviluppo locale e creazione di nuove economie, seguendo una metodologia bottom-up cara alla rete di CivicWise. In questo senso, si cercherà di attivare un modello, quello della ” Civic Factory ” già utilizzato in altri ambienti urbani.
Ricercare l’armonia tra il globale e il locale
Nel dibattito politico e culturale contemporaneo emerge la necessità di trovare un’armonia tra sovrastruttura globale e dimensione locale in grado di custodire e valorizzare le qualità culturali e sociali dei territori, garantendo allo stesso tempo quell’interconnessione tipica del fenomeno globalizzato. Questo processo prende il nome di ” Glocalizzazione ” , termine rielaborato da Zygmunt Bauman per descrivere l’anello mancante tra globalizzazione e realtà locali. Il glocale, quindi, tenta di essere una dimensione ibrida ma efficace; un tentativo pragmatico di trasportare rispettosamente la forza esplosiva del network e della collaborazione verso una dimensione umana, al fine di fornire strumenti globalizzati a problemi localizzati. Qual è la sua importanza? Riportare lo sguardo verso il reale, ponendo al centro l’individuo e il suo patrimonio culturale e sociale.
Il progetto avviato a Luglio con la comunità globale, verrà seguito ed eventualmente co-progettato dal team locale di Barcelona. Il Glocal Camp cosìsi configura come detonatore di processi civici, dove la dimensione globale si presta al servizio di un’azione concreta di valorizzazione delle qualità culturali e sociali del territorio. La capacità elastica di condividere conoscenze e metodologie tra dimensione locale e globale, e viceversa, fluidifica e rafforza l’impatto di un’intelligenza collettiva a territori specifici, generando sistemi adattivi.
Questa esperienza, come tante altre, vuole quindi essere un’accogliente alternativa alla contrapposizione tra due mondi, quello globale e quello locale, che mai come ora sembrano riavvicinarsi lentamente.
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