Il 28 dicembre 2017, dopo un percorso durato un anno, il Comune di Latina ha adottato il proprio Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni. Scopriamo i suoi caratteri più innovativi.
I processi partecipativi al centro del Regolamento di Latina sull’Amministrazione condivisa
Il testo della delibera innova, pur entro limiti ben definiti, e risulta perfettamente in linea con i principi e i valori promossi da Labsus tramite il suo modello di Regolamento. Il principale elemento che lo caratterizza è la grande attenzione dedicata alle fasi prodromiche la conclusione di un Patto di collaborazione. Attenzione sintomatica della volontà dell’amministrazione comunale di Latina di garantire la più ampia partecipazione e trasparenza nei processi decisionali che preludono alla realizzazione delle attività di amministrazione condivisa.
Lo si riscontra sin dall’art. 2 dove sono introdotte in maniera innovativa le nozioni di “programmazione condivisa” e di “assemblea dei beni comuni”, dove quest’ultima è lo strumento rivolto a favorire l’emersione delle proposte di collaborazione ritenute tali da soddisfare i bisogni del territorio, in modo da stilare una scaletta degli interventi. La programmazione condivisa in senso stretto attiene invece le fasi successive l’individuazione delle proposte di intervento e si svolge qualora siano stati presentati progetti in competizione fra loro, concernenti il medesimo bene o spazio. Essa ha dunque lo scopo di far convergere su una particolare proposta di patto i vari soggetti interessati al recupero di un’area.
Una partecipazione non meramente declaratoria
Preme perciò sottolineare che l’enfasi conferita ai processi partecipativi non è da interpretare come meramente declaratoria, bensì risulta essere convogliata all’interno di moduli operativi concreti che consentono di garantire l’emersione, in ogni circostanza, dell’interesse generale. Di quest’ultimo si fa interprete e garante di ultima istanza l’amministrazione, ma sempre sul presupposto di un dialogo con la cittadinanza. Per alcuni Patti di collaborazione, ovvero quelli definiti complessi, l’art. 8 ribadisce fermamente come qualsiasi decisione di sottoscrizione da parte dell’amministrazione debba essere preceduta da una deliberazione di giunta, «alla quale è rimessa la valutazione circa la sussistenza dell’interesse generale alla realizzazione del patto» (art. 8, c. 11).
Sempre a sostegno della circolarità e dell’alternanza degli attori coinvolti, è sensibilmente ridotto il termine massimo delle esperienze di rigenerazione complessa, che da nove anni (secondo il Regolamento modello proposto da Labsus) è portato a cinque, fatta salva la possibilità di eventuali eccezioni in relazione all’impegno finanziario richiesto per immobili il cui recupero sia particolarmente oneroso.
Un dialogo continuo
Sul fronte organizzativo, il Regolamento conferma che l’Amministrazione condivisa sia funzione istituzionale dell’ente. Per questo motivo non solo è prevista l’individuazione di un’unità organizzativa preposta all’esercizio di tale funzione ma l’ufficio in questione potrà «avvalersi del supporto di un comitato consultivo composto da un referente delle articolazioni amministrative del comune maggiormente interessate». Anche dal punto di vista interno, dunque, emerge una grande attenzione verso il confronto costruttivo e il dialogo tra soggetti portatori di interessi diversi, a tutela dell’interesse generale. Un’ulteriore conferma che a muovere il Regolamento di Latina è lo spirito di sussidiarietà e l’ideale costruzione di capitale sociale su cui fondare un nuovo modello di amministrazione, per l’appunto condivisa.
Per scaricare il Regolamento per l’Amministrazione condivisa del Comune di Latina, clicca QUI.