Il 29 gennaio 2019 il Consiglio Comunale di Campi Bisenzio ha approvato il Regolamento per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni urbani, volto a promuovere e sostenere lo sviluppo di patti di collaborazione tra amministrazione e cittadini con riferimento specifico alle necessità delle comunità urbane. Tale Regolamento si inserisce nel consolidato percorso che Campi Bisenzio ha intrapreso nell’esplorazione delle possibilità che economia civile, cittadinanza attiva e nuove forme di sussidiarietà offrono all’amministrazione pubblica ed alla cittadinanza. Le varie esperienze in tal senso svolte sul territorio di questo Comune, cominciate con i primi processi di partecipazione del 2014, sono state infatti riunite nella grande cornice del “Distretto dell’Economia Civile”, un “cantiere permanente di lavoro sulla promozione e modellizzazione di nuove strategie di sviluppo” di cui i beni comuni sono sempre stati un punto focale.
Abbiamo incontrato Giorgia Salvatori, Assessore di Campi Bisenzio con delega alla Partecipazione e al Distretto dell’Economia Civile, per approfondire questo contesto territoriale di grande innovazione nell’occasione dell’introduzione del Regolamento sui beni comuni.
Com’è stato accolto il Regolamento dai cittadini?
“Il Regolamento – racconta Salvatori – è stato accolto molto positivamente, tanto che ci sono alcuni patti di collaborazione che possono già partire. Anche se il tema è davvero nuovo, la voglia di collaborare della cittadinanza aveva già trovato uno strumento nel Regolamento per il volontariato civico del 2015 con cui il Regolamento sui beni comuni è in forte continuità – essendo però più completo e più in linea con gli sviluppi nei temi della partecipazione portati avanti da questo Comune”.
Con riferimento alle tecniche adoperate dal Comune di Campi per stimolare la cittadinanza alla creazione di patti di collaborazione, si aggiunge che “stiamo preparando una campagna di comunicazione sul Regolamento centrata sulla conoscenza delle nuove norme e delle possibilità che queste forniscono, così come stiamo sistemando una procedura molto semplificata per poter presentare proposte e idee. Inoltre, stiamo fissando incontri con stakeholders presenti sul territorio: io, in virtù della delega allo Sviluppo dei Centri, ed altri Assessori stiamo dialogando con i gruppi di cittadini attivi presenti nelle varie frazioni per stimolare in loro l’interesse per la cura e la gestione dei beni comuni. In seguito coinvolgeremo anche commercianti, imprese, associazioni, le nostre realtà che ospitano migranti”.
Favorire il cambiamento
Parlando poi di questa stagione di innovazione sul territorio di nuove forme di sussidiarietà, ed in particolare del ruolo che vi rivestono i Comuni: “Il ruolo dei Comuni è fondamentale. L’attore pubblico è un motore importante per la visibilità che conferisce a modelli innovativi così come per la centralità che può avere nella diffusione di buone pratiche. Questa è la base per il nostro Distretto dell’Economia Civile, che recepisce temi come la sostenibilità e l’economia circolare per i quali i beni comuni sono tra l’altro uno strumento fondamentale. Se è l’amministrazione pubblica a farsi promotrice di questo tipo di istanze si dà un forte messaggio e si impatta concretamente nel senso del cambiamento. Il tema della macchina amministrativa con riferimento alle nuove forme di sussidiarietà è assolutamente cruciale: è importante stimolare dirigenti e funzionari a poter condividere e sviluppare strumenti più semplici e funzionali per attuare pratiche di innovazione. In questo modo, rimanendo perfettamente rispettosi di regolamenti e leggi, si può lavorare nel senso dello sviluppo di un processo amministrativo più adatto a promuovere i nuovi strumenti della collaborazione e della partecipazione”.
La rete dei Comuni toscani
Abbiamo inoltre chiesto un’opinione sull’eterogeneità delle molte esperienze che vari Comuni toscani stanno conducendo sul territorio in termini di nuove forme di sussidiarietà, e sulle sfide poste da un contesto anche interpretabile nel senso della frammentazione e della dispersività: “E’ normale che l’innovazione sia così, che parta dal basso per poi venire praticata fino a diventare un modello di buona pratica. In Toscana ciò è diffusissimo da molti anni, ed è questo che fa della nostra Regione un modello virtuoso. È anche vero però, e noi a Campi l’abbiamo avvertita, che c’è necessità di creare reti fra Comuni così che queste esperienze possano diventare modelli anche a livello regionale. Per questo motivo, a partire dal Festival dell’economia civile tenutosi a Campi nel novembre scorso, è nata una rete tra Comuni toscani e Regione per cercare di lavorare assieme e di mettere a sistema tutte le pratiche innovative che in questi anni stanno trovando successo in Toscana. Questa rete è diventata poi un Protocollo che la settimana scorsa è stato approvato in Giunta regionale, e che ora aspetta l’approvazione di tutti i circa settanta Comuni aderenti. Questo è un primo passo per risolvere il problema della frammentarietà, il Protocollo è la manifestazione pubblica di questa volontà”.
Foto di copertina di Carlo Buliani