Fondazione Cariplo, Touring Club Italiano e Labsus hanno promosso l’evento del 14 marzo 2019 trovando l’adesione di CAI, Caritas, FAI, Legambiente e Slow Food e insieme convengono sui sei punti di un Manifesto per "L’Italia che si prende cura dell’Italia"

C’è un’Italia che si prende cura dell’Italia. È rappresentata da 46 mila organizzazioni e da circa un milione di cittadini attivi che, direttamente o indirettamente, da anni si occupano del Paese in cui vivono con la stessa attenzione e passione con cui si prendono cura della propria casa.

Esiste dunque una cittadinanza silenziosa e capillarmente distribuita, da Nord a Sud, nei borghi come nei grandi centri, che si prende cura con entusiasmo e dedizione sia di beni materiali come piazze, parchi, scuole e siti culturali sia di beni immateriali come legalità, inclusione sociale, diritti e conoscenza, non limitandosi a stigmatizzare le inadempienze altrui.

Questa Italia autonoma, responsabile e solidale dimostra quotidianamente come sia possibile costruire una “società della cura” fondata sull’apertura e sulla fiducia, alternativa alla “società della paura” fondata sulla chiusura e sulla diffidenza.

Fondazione Cariplo, Touring Club Italiano e Labsus hanno promosso l’evento del 14 marzo 2019 L’Italia che si prende cura dell’Italia trovando l’adesione di CAI, Caritas, FAI, Legambiente e Slow Food e insieme convengono su quanto segue:

  1. la Costituzione racchiude al suo interno il senso del prendersi cura dell’Italia come bene comune, sia con riferimento agli artt. 4, 9 e 118 ultimo comma, sia ai suoi principi generali;
  2. prendersi cura dei beni comuni non produce effetti positivi solo su chi si impegna direttamente ma anche sulla società nella sua interezza, contribuendo a rafforzare le relazioni di comunità e il senso di appartenenza;
  3. i cittadini attivi e le organizzazioni che si prendono cura dei beni comuni sono una ricchezza, troppo spesso purtroppo considerata come una interferenza invece che come un’opportunità da parte delle istituzioni. Occorre superare queste diffidenze e incentivare invece una cultura di condivisione e di collaborazione fra istituzioni e cittadini;
  4. è necessario che le istituzioni, le imprese e i mezzi di informazione diano sempre maggior attenzione e visibilità a questa energia espressa dalla società civile sostenendo la crescente disponibilità dei cittadini a dedicare il proprio tempo alla cura dei beni comuni materiali e immateriali, anche attraverso le attività promosse dalle organizzazioni stesse;
  5. le nostre organizzazioni, pur nei differenti ambiti di intervento, vedono nella cura dei beni comuni l’elemento unificante delle rispettive funzioni: sussidiarietà, integrazione tra pubblico e privato, rapporto virtuoso tra cittadini e istituzioni, creazione di senso di appartenenza e di senso civico, produzione di conoscenza e valorizzazione dei territori;
  6. le nostre organizzazioni si impegnano pertanto, anche mettendo in essere forme sistematiche di collaborazione tra le associazioni, a promuovere le attività di cura del Paese ed a sensibilizzare su tale tema i rispettivi membri ed in generale la pubblica opinione.

Milano, 14 marzo 2019