Con la Riforma del Titolo V e la costituzionalizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale (art. 118, ultimo comma), in Italia si sono creati i presupposti per la nascita di un nuovo paradigma amministrativo, poiché si è passati da un modello gerarchico e bipolare a un modello pluralista e paritario: nel primo, i cittadini sono soggetti passivi e amministrati che intervengono attivamente all’interno della società soltanto nel momento del voto; nel secondo, i cittadini diventano soggetti attivi e partecipano anche alla risoluzione dei problemi collettivi insieme alle amministrazioni.
Il focus del lavoro: il Progetto Co-City a Torino
Il tema che si è scelto di approfondire in questo lavoro di tesi è quello della cura dei beni comuni urbani, considerati oggi elementi necessari per innescare processi di sviluppo locale, economico, culturale e sociale. Il focus della ricerca riguarda l’applicazione del modello di amministrazione condivisa a Torino che ha adottato il regolamento nel 2016. Inoltre, il capoluogo piemontese è tra le città vincitrici del bando europeo Urban Innovative Actions e con il Progetto Co-City sta portando avanti azioni di rigenerazione urbana coinvolgendo i cittadini attraverso la sperimentazione dei patti di collaborazione.
Le motivazioni che hanno incentivato lo studio sull’applicazione dell’amministrazione condivisa nel capoluogo torinese vanno ricondotte, innanzitutto, alla curiosità personale dell’autore rispetto a un modello partecipativo innovativo e all’eventuale utilità dei risultati che un lavoro di questo tipo può offrire all’amministrazione torinese. Nello specifico, per progettare il disegno di ricerca, è risultato fondamentale partire da uno o più interrogativi che, all’interno del seguente lavoro, sono sorti dalla volontà di esplorare, studiare e approfondire un fenomeno nuovo potendo usufruire di esperienze partecipative locali, come appunto il Progetto Co-City.
Nello specifico, il lavoro di tesi si è posto diversi obiettivi: innanzitutto capire a che punto fosse l’applicazione del regolamento torinese per la cura, gestione condivisa e rigenerazione dei beni comuni urbani; indagare i bisogni che si trasformano in incentivi per un cittadino ad attivarsi e a partecipare alla risoluzione dei problemi collettivi; infine proporre una valutazione in itinere della sperimentazione dei patti di collaborazione nell’ambito del Progetto Co-City della Città di Torino, attualmente ancora in corso nel capoluogo piemontese.
La metodologia della ricerca
Durante la prima fase di ricerca è stata portata avanti un’indagine esplorativa sulle esperienze di amministrazione condivisa a Torino esaminando il Regolamento e i patti di collaborazione già firmati e ancora in corso. Sull’esempio dell’indagine già condotta da Labsus nel Rapporto 2017, è stata ricavata una fotografia delle caratteristiche principali dei patti torinesi, utilizzando come fonte di analisi gli atti stessi che deliberano le collaborazioni tra cittadini e istituzioni a Torino, che sono pubblicati sul sito dell’ente comunale. Le caratteristiche ritenute più interessanti da esplorare sono state: la suddivisione dei patti per circoscrizione; l’area di intervento; l’oggetto del patto; la durata delle collaborazioni; infine, il tipo di sostegno messo a disposizione da parte dell’amministrazione per le azioni dei cittadini attivi.
La seconda fase di ricerca è stata caratterizzata dall’analisi sul campo per mezzo di interviste condotte a vari soggetti coinvolti all’interno del Progetto Co-City, tra cui cittadini attivi, operatori delle Case del Quartiere, un funzionario del Comune di Torino e due Presidenti di Circoscrizione. Le informazioni raccolte sul campo attraverso le interviste sono state utilizzate per la realizzazione di un’analisi SWOT che mette in risalto i punti di forza e di debolezza, interni all’organizzazione amministrativa, e le opportunità e minacce, esterne alla stessa, che favoriscono e ostacolano la costruzione dei patti di collaborazione a Torino, limitando il campo di analisi al Progetto Co-City, esperienza che è risultata essere una prova importante per l’amministrazione torinese a fronte della partecipazione ottenuta.
Foto di copertina di GS11GS11