Tutte assolte: per le 17 persone di Mondeggi accusate di occupazione illegittima, furto di acqua ed elettricità e di aver leso l’immagine della Città metropolitana di Firenze, “il fatto non sussiste”. Così ha deciso il Tribunale nella sentenza che commenteremo nella sezione Diritto non appena saranno pubblicate le motivazioni.
“Per noi è una grandissima gioia. Possiamo considerarlo il primo esito positivo della nostra interlocuzione con l’ente pubblico, anche se in questa fase è in veste processuale”, dichiara Roberto Checchucci, uno dei portavoce di Mondeggi.
Da 5 anni, intorno ad una fattoria abbandonata sita nel Comune di Bagno a Ripoli e di proprietà della Città Metropolitana di Firenze, si sperimentano forme di gestione collettiva di un bene comune “madre” di tanti altri beni comuni: la terra.
Un’esperienza che nasce da un’occupazione con l’obiettivo del riuso, dell’apertura, della restituzione alla collettività di qualcosa che senza una prospettiva comune non può, forse, essere neppure visto.
Applicare la Costituzione
Questa volta sembrano averlo capito anche i giudici (e, a quanto pare, anche le forze dell’ordine quando fu ordinato lo sgombero): gli attivisti-contadini di Mondeggi non hanno danneggiato un bene che non apparteneva loro, hanno invece restituito alla proprietà la sua funzione sociale. E lo hanno fatto non a parole, ma attraverso anni di lavoro e cura condivisa di tutti quei beni comuni ambientali, territoriali e paesaggistici che la tenuta integra al suo interno: la comunità di Mondeggi sta semplicemente applicando la Costituzione e il principio di sussidiarietà orizzontale.
Mettendo allo stesso tempo in pratica quanto sostenuto dal movimento #FridaysForFuture e dall’attivista indiana Vandana Shiva, che l’altro ieri si è precipitata a Mondeggi per condividere la gioia di questa importante vittoria.
“La battaglia non è ancora vinta ma la sentenza è senz’altro un traguardo importante”, aggiunge Roberto. Il giorno dopo la Città metropolitana ha emesso un comunicato in cui dichiara che attenderà le motivazioni della sentenza prima di valutare il da farsi. Cosa farà la comunità di Mondeggi nel frattempo? “Continueremo a lavorare sulla costruzione di un consenso diffuso e di una rete allargata, coinvolgendo anche realtà associative attive in ambiti apparentemente diversi dal nostro, come quello della disabilità”.
Verso un Regolamento metropolitano?
E a proposito di rete, nell’ultimo incontro nazionale dei “Beni comuni emergenti” di Venezia si è discussa anche la possibilità di emendare i Regolamenti dei beni comuni inserendo il diritto di uso civico: una delle strade sostenute da Mondeggi, insieme all’approvazione di un opportuno Regolamento a livello di Città metropolitana. Dopo l’ultimo bando andato deserto, l’ente avrebbe infatti manifestato l’interesse a intraprendere il percorso, seguendo l’esempio apripista di quella di Milano.
Se così fosse, la prima mossa dovrebbe essere quella di condividere il cammino, dentro e fuori l’istituzione, perché nella gestione dei beni comuni – dovremmo saperlo da un pezzo ormai – si vince solo in un modo: insieme.
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