All’interno di una cornice di rilancio da parte del Comune di Parma dell’amministrazione condivisa, negli ultimi mesi i patti di collaborazione sono stati protagonisti di nuovi dialoghi tra l’amministrazione e i cittadini. Il Regolamento sull’amministrazione condivisa, infatti, è stato adottato dal Comune già da qualche anno, dal 2015, ma è solo negli ultimi mesi che lo strumento del patto ha suscitato nuovo interesse e disponibilità ad essere utilizzato. Questo è il caso di un patto apparentemente semplice, rivolto alla cura del verde pubblico, ma che mostra una bella progettualità per la trasformazione di meri contatti tra realtà diverse in comunità che crea occasioni per incontrarsi.
Oltre la competizione: tanti attori con una progettualità comune
Il patto di collaborazione, firmato a maggio 2019, coinvolge il Comune e altri sei proponenti: la scuola Salvo D’Acquisto, le cooperative sociali Gruppo Scuola e Insieme, gli Orti sociali Cinghio Sud, l’Aps distretto collaborativo-Ets, e il gruppo informale “Amici della pista rossa”. L’occasione che ha permesso di riunire queste realtà attive nel quartiere è stata la loro partecipazione alla selezione del bilancio partecipativo 2017, volto a premiare i migliori progetti nei quartieri. Tuttavia, l’occasione della competizione pubblica in questo caso è riuscita a creare non concorrenza tra i candidati, bensì collaborazione, in quanto i vari proponenti si sono messi in rete e hanno presentato il progetto unitario “Vivi il verde del tuo quartiere – serra di comunità e orto urbano al Montanara”, risultando poi tra i vincitori. L’oggetto della proposta consiste nella riqualificazione di due aree verdi del quartiere attraverso la cura di un orto urbano (nel parco di via Bramante) e di una serra di comunità (nel parco di via Pelicelli), e la pianificazione di attività di animazione, socializzazione e integrazione della comunità locale creando occasioni di ritrovo in un bene comune quale è un parco pubblico. I due parchi si trovano vicinissimi, a pochi isolati di distanza, nel quartiere Montanara, e rappresentano due luoghi di ritrovo importanti per la comunità locale, e che potenzialmente potrebbero aggregare ancora più persone.
Co-progettare per proporre idee, mediare i conflitti, assumersi responsabilità
Sia dalla prospettiva del Comune che da quella di uno dei proponenti, il gruppo informale “Amici della pista rossa”, lo strumento chiave nella definizione concreta di ruoli, responsabilità, diritti ed esigenze di ognuno è stato sicuramente il patto di collaborazione. La firma del patto sull’impegno di cura è avvenuta solo in un secondo momento rispetto alla selezione dei progetti per il bilancio partecipativo 2017, ma si è rivelata di centrale importanza. Come spiegato dal settore Associazionismo, partecipazione, pari opportunità – che ha portato avanti il dialogo con i proponenti per conto del Comune – è solo grazie alla decisione di sottoscrivere un patto di collaborazione che si è riusciti, insieme, a sciogliere alcuni nodi problematici che avevano per molti mesi paralizzato la progettualità. La fase di co-progettazione infatti è stata decisiva per risolvere questioni quali il pagamento delle utenze, l’attribuzione della responsabilità di custodia della serra, l’assicurazione dei cittadini attivi sull’orto urbano: grazie ad un positivo confronto tra le parti, anche gli aspetti più problematici sono stati risolti, svelando il vantaggio dell’ascolto reciproco e della collaborazione per definire insieme un obiettivo da portare avanti. Da ultimo, il patto è servito anche per ordinare il confronto tra molte parti: sei erano infatti i proponenti, cui si aggiungeva il Comune.
La cura del verde come occasione di ritrovo ed educazione alla responsabilità
La cura del verde pubblico tramite le attività sulla serra di comunità e sull’orto urbano, tuttavia, ha anche un obiettivo più profondo: creare occasioni di ritrovo, conoscere persone nuove, educare alla cura del bene comune. E’ questo quanto ci racconta una mamma del gruppo informale “Amici della pista rossa”, che ha seguito le attività del gruppo sin dagli inizi nel 2016, quando un gruppo di genitori decide di dare una struttura al proprio tempo libero trascorso nel parco di via Bramante, organizzando attività di cura del verde pubblico del parco da portare avanti durante le ore trascorse con i propri figli. La cura delle aiuole abbandonate – trasformate poi in orto urbano – diventa così un punto di aggregazione della comunità che, in modo libero e spontaneo, presidia il parco attraverso la presenza di cittadini attivi. Per quanto riguarda il raccolto, è molto libero: chi vuole portarsi a casa qualche frutto dell’impegno di questi cittadini può farlo, così come chiunque voglia prendersi cura dell’orto lo può fare, grazie alla cassetta ricovero attrezzi fornita dal Comune. Non sono mancati episodi di vandalismo e mancanza di rispetto per il lavoro portato avanti: tuttavia, la disponibilità e responsabilità di questo gruppo di cittadini attivi stanno, con costanza, portando avanti un modello di comunità che sempre più spesso vediamo nelle nostre città e che ci guida verso un modello di amministrazione nuova, attraverso la condivisione di progettazione del bene comune e la facilitazione delle iniziative che i cittadini, singoli o associati, spontaneamente decidono di intraprendere a beneficio di tutta la collettività, assumendosi anche la responsabilità.
Lavori in corso: prospettive future
Nel patto del quartiere Montanara, non solo il patto ha fornito una cornice a quei proponenti che erano già organizzati in modo formale, ma si è dimostrato vantaggioso anche per chi ha preferito stare fuori da logiche associative e mantenere l’informalità del gruppo. Un punto di forza del patto è infatti proprio la sua capacità di aggregare i soggetti più diversi, per forma e sostanza, riunendoli attorno ad uno scopo comune, facilitando la creazione di una rete di interesse generale (e non privato!) e lo scambio di risorse. Nonostante svariate possano essere le difficoltà che si presentano nella fase di co-progettazione, è proprio questa la sede appropriata in cui risolverle e mediare le posizioni, arrivando a definire il ruolo di ogni parte. Come sottolineato dal Comune, spesso è innegabile qualche resistenza verso una caratteristica centrale del patto di collaborazione quale è la sua apertura a chiunque voglia entrarne a far parte successivamente alla sua firma: tuttavia, il carattere aperto è proprio ciò che permette alla comunità tutta di comprendere la possibilità per ciascuno di diventare protagonista. I beni comuni – che siano materiali o che siano immateriali – sono il terreno ideale per sperimentare nuove modalità di partecipazione per i cittadini alla comunità, e il percorso intrapreso dal Comune di Parma negli ultimi mesi sta indicando il modello dell’amministrazione condivisa come nuova occasione preziosa di dialogo tra cittadini attivi, si trovino questi a prendersi cura del bene comune dentro o fuori dalle istituzioni.
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