La sperimentazione dei patti di collaborazione come valorizzazione delle progettualità già in essere

A Torino, dove sono molti gli spazi di socializzazione nati all’interno di immobili della pubblica amministrazione, il Centro Sperimentale del Protagonismo Giovanile El Barrio, nato all’interno di una ex scuola elementare, apre la pista a una nuova modalità di gestione di questi luoghi: quella del patto di collaborazione.

Da presidio sociale a bene comune

Il Centro di Protagonismo Giovanile (succ. CPG) El Barrio prende vita nel 2002 dalla concessione del Comune alla Cooperativa CISV – Solidarietà e all’Associazione MIAO di una vecchia scuola del Borgo Vecchio del quartiere Falchera, nell’area nord di Torino. Negli anni diviene presidio sociale per il quartiere, ma soprattutto location chiave della scena musicale indipendente torinese e nazionale.
Giunti alla scadenza della concessione dei locali della scuola di “Ponte Stura”, l’Amministrazione pubblica un bando per l’individuazione di un nuovo soggetto gestore a cui non perviene alcuna istanza di partecipazione. L’adozione da parte della Città, nel 2016, del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni consente così di sperimentare lo strumento del patto di collaborazione come continuum delle attività di riuso e rigenerazione del bene.

Il successo racchiuso nella complementarietà di strumenti e progettualità

Questa sperimentazione è resa possibile da una forte volontà politica e la consapevolezza dei rischi che avrebbero portato, all’immobile ed al quartiere, la chiusura del CPG e la dispersione del lavoro socio-culturale portato avanti fino a quel momento.
Nel 2016 infatti El Barrio è da cinque anni un luogo di riferimento di un percorso educativo per i giovani di Falchera specializzato in interventi di protagonismo socio-culturale e diventato, nel 2013, base di partenza dell’attivazione di un gruppo di giovani del territorio: il “sito” YEPP Falchera. In accordo con la Città e le associazioni attive sul territorio e oggetto di un protocollo d’intesa tra Città, Compagnia di San Paolo e l’Associazione YEPP Italia, il progetto favorisce la collaborazione del gruppo di giovani con le associazioni e le istituzioni locali per acquisire competenze di progettazione e di gestione dell’immobile, al fine di sviluppare azioni in grado di migliorare la qualità della vita nel quartiere.

Il valore creato

Tale substrato permette il passaggio di testimone per la gestione del Barrio: dai soggetti concessionari ai giovani attivi del gruppo Yepp Falchera. La modalità di transizione è graduale. Il cambio generazionale avviene con un percorso di affiancamento da parte di CISV – Solidarietà e MIAO, “un empowerment formativo” – si legge nella delibera della giunta comunale – che porta i giovani stessi a diventare autonomi e totalmente protagonisti e alla definizione di un patto di collaborazione per l’amministrazione condivisa del CPG.
Nel 2018 viene firmato il patto tra la pubblica amministrazione e l’Associazione Yepp Falchera e lo spazio assume una dimensione ancor più integrata con il territorio. Le attività proposte, principalmente in orario diurno, rispondono ai bisogni del territorio e alle passioni creative e artistiche dei proponenti e di tutti coloro che godono della messa a disposizione di questo bene. Molte attività, inoltre, sono diffuse nel quartiere.

Torino Busker Festival 2019 (foto: El Barrio)

Gli ingredienti propulsivi del Patto

Uno degli ingredienti propulsivi del Patto è sicuramente il protagonismo dei giovani del quartiere, che cresciuti in quella realtà si fanno portavoce di bisogni e fautori di azioni in grado di ricostruire dei legami sociali. L’altro è racchiuso nella scelta della Città di avere un anello di congiunzione con i proponenti: il servizio politiche giovanili, come settore specifico interessato dalla proposta, ha la responsabilità di curare la relazione e la co-progettazione delle azioni del patto, monitorarlo, facilitare la gestione di eventuali interferenze e garantire la sua diffusione sul sito istituzionale Torino giovani e relativi social.
Questo modello favorisce una gestione della co-progettazione in grado di portare maggiore valore al progetto, che si riflette fortemente, come testimonia Fausto Sorino – responsabile del servizio – anche sull’aspetto burocratico-amministrativo: i rapporti tra funzionario pubblico e privato non sono più asimmetrici e si rompe il paradigma per cui il primo è detentore di informazioni e potere.

Verso una metodologia partecipativa di monitoraggio

Lo strumento del Patto garantisce così un’assunzione di responsabilità da entrambe le parti, come quando si fa una passeggiata in montagna in cui ognuno nel suo zaino porta qualcosa di necessario e si affrontano insieme le difficoltà per raggiungere la meta condivisa. Questa “bellezza estetica” – che consente un ricambio generazionale all’interno dell’associazione firmataria, una maggior agilità nell’aprire lo spazio a tutta la comunità e una informalità nei rapporti pubblico-privato – necessita di essere tutelata e valorizzata attraverso adeguati strumenti di monitoraggio e valutazione. In questo caso sono stati individuati strumenti di monitoraggio di non facile gestione e il bilanciamento tra informalità e formalità li ha visti trasformare nel tempo.
L’analisi di questa situazione, comune ad altri patti stipulati dalla città di Torino, ha portato l’Ufficio Beni Comuni a lavorare per individuare nuovi strumenti di valutazione e monitoraggio. L’obiettivo è garantire una continuità metodologica e definire una formazione al monitoraggio per i firmatari dei patti, così da tendere verso un modello partecipativo.