A Bologna, la forza delle reti territoriali favorisce la creazione di una comunità di genitori che si autoaiuta nella gestione dei bambini in modo economicamente sostenibile

A Bologna, il progetto europeo Families_share prende vita grazie alla lungimirante visione dell’associazione Dadamà e dall’attività di MammaBo, che per prime lo hanno promosso in città. Dopo due anni di incontri sul territorio e dialogo con la pubblica amministrazione, la stipula di un Patto di collaborazione ne facilita la sperimentazione in due quartieri, San Donato – San Vitale e Savena, che hanno accolto la proposta e hanno creduto nella possibilità di declinare “alla Bolognese” le opportunità che offre.

Un Patto nato dalla sperimentazione di un progetto europeo

Un racconto frutto di cinque voci quello che ruota attorno alla descrizione del patto di collaborazione “Child care e families share, condivisione di tempo e risorse tra genitori“, in sperimentazione da febbraio di questo anno, nei quartieri San Donato – San Vitale e Savena, a Bologna. Un Patto che nasce dalla sperimentazione del progetto europeo Families_share, finanziato dal Programma Horizon 2020, coordinato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e sviluppato in altre 5 città pilota (Gyor, Kortrijk, Salonicco, Trento e Venezia). Un Patto che durante il periodo di lockdown si è ingegnosamente trasformato, grazie alla creatività e la sensibilità dei proponenti, adattandosi alle nuove esigenze delle famiglie coinvolte e parte attiva di una comunità che si auto-aiuta nella gestione dei bambini in modo economicamente sostenibile.

Il progetto Families_share

Il progetto Families_share nasce per favorire la diffusione di reti sociali, la sensibilizzazione della cura all’infanzia e dell’equilibrio vita-lavoro, tramite App. «Una piattaforma molto semplice e intuitiva», ci dice Michela, genitore parte della community che si è costruita nel tempo, grazie all’interlocuzione dell’Università con MammaBo. Il gruppo informale, a sua volta, ha promosso incontri sul territorio coinvolgendo famiglie, enti del Terzo settore e realtà istituzionali per comprendere come aiutare i genitori di una stessa comunità ad auto-organizzarsi. «Poco prima del lockdown il progetto era nella sua fase di disseminazione, con eventi di presentazione sul territorio», racconta Nicole Traini, mamma attiva, coinvolta in itinere per svilupparlo internamente come ricercatrice insieme a Carlotta Berionni. «Una volta intuito a cosa saremmo andati incontro con l’emergenza sanitaria», prosegue, «si è proposto alle persone che avevano dato fiducia al progetto di utilizzare la piattaforma per iniziare a fare rete ed aiutarsi, grazie anche al supporto dei volontari di molte associazioni locali».

Il patto Child care e Families_share

«Il Patto», raccontano Nicole e Maristella Milani, referente territoriale dell’ufficio promozione cittadinanza attiva del comune di Bologna, «è sembrato lo strumento più agile ed immediato per collaborare con la pubblica amministrazione al raggiungimento degli obiettivi concreti del progetto». Attraverso un iter chiaro e intuitivo, permette al progetto di utilizzare i canali di comunicazione dell’amministrazione acquisendo credibilità per la promozione delle attività. Permette di effettuare corsi di formazione/informazione in ambito sanitario, nutrizionale ed educativo, lasciando alle famiglie quello che è definito un “Kit Families_share”. Stimola l’attivazione di una rete di professionisti sia pubblici che privati per garantire consulenze qualificate a gruppi di genitori. Individua modelli assicurativi misti, definiti ad hoc con le partnership locali in relazione alle esigenze della singola famiglia. Facilita la messa a disposizione di spazi comunali, per lo svolgimento delle attività.

Una rete di aiuto significativa anche durante il lockdown

Nel periodo di lockdown, il gruppo informale è riuscito a supportare le 150 famiglie già iscritte alla piattaforma Families_share. Questa è diventata così uno spazio di confronto e contatto tra le famiglie che, come racconta Michela, «ha dato modo di organizzare il tempo familiare per arrivare dove la scuola si era bloccata». «Uno spazio», ci dice Marta Leonessi, mamma attiva e parte dell’associazione Dadamà, «in cui il genitore si è sentito sostenuto, perché in contatto con persone che condividono medesimi bisogni, e fruitore di un servizio gratuito, come l’aiuto compiti in remoto, che lo hanno messo nella condizione di potersi impegnare per aiutarsi a vicenda».
Le azioni del Patto proseguono oggi adeguandosi ulteriormente a questa nuova fase dell’emergenza: si sono avviate le merende tra “genitori equilibristi” e si propone la partecipazione alle iniziative per bambini presenti sul territorio, occasione di conoscenza reciproca e di tessitura dei rapporti di fiducia per favorire la condivisione di aiuti reciproci.
Non ci resta quindi che tenerci informati sullo sviluppo del Patto che sicuramente, dopo aver superato il periodo del distanziamento fisico, non si fermerà alle difficoltà future, ma continuerà a rimodularsi con flessibilità alle esigenze contingenti della propria community.
Dato il momento storico che stiamo attraversando, ci sembra importante segnalare che la piattaforma Families_share è replicabile (gratuitamente fino al 30 ottobre 2020, data di scadenza del bando europeo), e quindi facilmente fruibile da altre città che volessero sperimentarla per sostenere le proprie comunità.