L’esperienza – tragica – della pandemia e della reclusione, che ci ha costretti nelle nostre case per un tempo così lungo, ci sta ora obbligando a ripensare modelli sociali e relazionali, in modo da tornare a vivere i contesti urbani e non in sicurezza e prevenzione di contagio, per noi stessi e le nostre comunità, seppur con modalità diverse di fruizione. La città di Cesena si è interrogata, in particolare, su come valorizzare parchi, giardini e aree verdi della città in ottica funzionale alle esigenze delle persone e alle loro necessità di tornare a vivere relazioni, attività sportive, culturali, associative, formative, eventi pubblici e privati, e quanto altro è stato impossibile durante il tempo di distanziamento fisico. La risposta che si è data è stata una precisa scelta di sperimentazione, attraverso il progetto “Green city Cesena – allariaperta”, di un modello su larga scala di utilizzo e gestione delle aree verdi della città tramite i Patti di collaborazione.
Da un Patto per attività didattico-creative per i più piccoli, ad un possibile futuro lavorativo
Il 6 giugno il Comune e i proponenti si sono trovati in sei spazi verdi della città e 130 Patti di collaborazione sono stati firmati. Le attività proposte variano da centri estivi, corsi e laboratori, fitness e sport, cura del verde, incontri ed eventi culturali (i Patti sono pubblicati sul sito di Green City). Anche due cittadine attive, Martina Fiuzzi e Brenda Casadei, con Green City Cesena hanno potuto avviare un loro progetto: laboratori creativi e cinema all’aperto (il “Kids’ drive-in”) per bambini tra i 3 e 11 anni. Il progetto è nato da due passioni per l’arte e la didattica, e si è concretizzato nella esigenza di permettere a bambini di ritrovarsi dopo tanti mesi di reclusione attraverso iniziative coinvolgenti e formative (che tra luglio e agosto hanno realizzato il tutto esaurito). Ogni incontro avveniva sotto un “albero degli stracci”, punto di ritrovo, e si concludeva con la cura e la pulizia dello spazio di parco occupato. I laboratori creativi hanno permesso ai bambini di ‘incontrare’ alcuni artisti (Pollock, Spoerri, Duchamp, Picasso), mentre nei due cinema all’aperto sono stati proiettati Wall-e e Up. Il rapporto con il Comune è avvenuto con tempistiche veloci e la fase di co-progettazione ha lasciato grande autonomia ai proponenti, particolarmente apprezzata da chi ha proposto l’iniziativa. L’alta partecipazione a laboratori e cinema, in particolare, ha spinto le due ragazze ad iniziare a pensare ad alcune prospettive future: il Patto è stato uno spazio attraverso il quale vivificare il parco con qualcosa di spessore, come ci hanno detto. Entrambe neo-laureate, vorrebbero ora provare a far diventare realtà lavorativa questo loro progetto didattico-creativo: il Patto per ora ha creato una occasione di sperimentazione (in cui il contributo dei partecipanti era ad offerta libera); vediamo se permetterà loro anche di proseguire questa progettualità in ottica lavorativa.
Patti di collaborazione per la gestione degli spazi verdi cittadini: è stata centrata l’esigenza
Il valore aggiunto del progetto Green City sembra tuttavia risiedere nel più profondo progetto di sistema perseguito dal Comune, più che nei singoli Patti firmati. A partire da un progetto presentato in Sala Consiliare il 27 aprile 2020 che proponeva la necessità di un nuovo modello organizzativo degli spazi verdi della città in risposta alle nuove esigenze di sicurezza e prevenzione all’uscita dal lockdown, la giunta comunale è arrivata dopo pochi giorni alla delibera in cui adottava un nuovo modello di aree verdi per la città basato sulla stipula di Patti di collaborazione. Nel giro di un mese è stato poi definito un avviso pubblico di manifestazione d’interesse per aderire al percorso di co-progettazione aperta a tutte le realtà cittadine: l’adesione al percorso di co-progettazione era richiesta tramite la compilazione di un semplice form online, disponibile ad un link sull’avviso pubblico. Come riportatoci dal vicesindaco Christian Castorri, nessuno in Comune si aspettava la grande partecipazione raggiunta: in sole due settimane sono state 130 le proposte ricevute e con tutti i proponenti è stato instaurato un percorso di co-progettazione, anche attraverso sopralluoghi nei singoli parchi. L’esigenza di trasformare il periodo di chiusura obbligata in nuova opportunità di utilizzo pilotata dall’amministrazione ha avviato un grandissimo lavoro di squadra politico e tecnico insieme, in cui più settori comunali sono stati coinvolti nel coordinamento e nella fase di co-progettazione. Il carattere sperimentale dell’iniziativa è stato la scelta di fondo con cui l’amministrazione ha scelto di provare a gestire gli spazi verdi in modo nuovo: il Comune di Cesena, infatti, ha scelto di utilizzare lo strumento del Patto di collaborazione pur in assenza di un Regolamento comunale sull’amministrazione condivisa dei beni comuni – assenza che dall’inizio ha destato in molti scetticismo. Nonostante sia stato avviato un percorso per l’approvazione del Regolamento nel 2019, con le nuove restrizioni ed esigenze portate dalla pandemia l’iter non è proseguito: è stata invece la necessità della contingenza che ha forzato il percorso e le tempistiche e i numeri elevati di associazioni, cittadini, imprenditori/liberi professionisti, che hanno proposto azioni di cura e utilizzo di aree verdi attraverso Patti di collaborazione, dimostrano che in questo caso è stata centrata l’esigenza, come ci dice Castorri.
Green city Cesena: alcune considerazioni
La scelta di ripensare la gestione e l’utilizzo degli spazi verdi cittadini tramite la collaborazione fra l’amministrazione pubblica e i cittadini è avvenuta guardando alle altre città italiane che si stavano preparando ad uscire dai mesi di reclusione: in particolare, l’utilizzo dei Patti di collaborazione è stato preso come esempio dalle grandi città con il Regolamento. Nella fase di co-progettazione con i singoli proponenti, un ruolo importante è stato svolto anche dai quartieri, per la riorganizzazione degli spazi verdi e l’individuazione delle esigenze. Da parte del Comune, l’impegno preso con i proponenti – anche tramite lo stanziamento di maggiori risorse nelle previsioni di bilancio comunale – è stato sostanzialmente di due tipi: maggiore manutenzione delle aree verdi individuate, e riorganizzazione degli spazi attraverso nuovi arredi funzionali alle attività da ospitare. Nei singoli Patti non è stato previsto alcun contributo diretto in denaro a favore dei proponenti, mentre è stata prevista una copertura assicurativa per tutti coloro che non erano già assicurati e sono state riconosciute forme di agevolazione o gratuità di utilizzo, ivi compresa l’occupazione di suolo pubblico, delle aree verdi. Come ci racconta Andrea Lucchi, dirigente del settore servizi amministrativi, partecipazione e patrimonio, i proponenti sono riusciti a fare rete tra di loro, e l’animazione dei parchi è stata globale, senza uno sbilanciamento in merito alle aree utilizzate e alle attività proposte. L’amministrazione, da parte sua, ha compreso: 1) la necessità di essere credibili fino in fondo per corrispondere alle speranze e iniziative dei cittadini: l’approccio economico e gestionale del progetto non possono essere approssimativi, pena la perdita di fiducia dei cittadini; 2) la necessità di accompagnare le attività ed essere presenti sempre.
Prospettive future per la collaborazione tra istituzioni, terzo settore e cittadini attivi a Cesena
Tra giugno e luglio le stime del Comune indicano che le persone che hanno partecipato alle attività di cura e utilizzo del parco sono non meno di 2000 (tra corsi e incontri singoli): numeri alti che hanno portato ad una conferma da parte dell’amministrazione della ripetizione del progetto anche l’estate prossima. Dalla loro sottoscrizione il 6 giugno, i Patti hanno durata di qualche mese: durante questo tempo, l’attività di monitoraggio è portata avanti dal Comune con sopralluoghi e confronto con i singoli proponenti (da parte dell’amministrazione si sta iniziando a pensare allo sviluppo di una app per monitorare le azioni di cura e comunicare al meglio le prossime iniziative volte alla co-progettazione). Lo scopo – ci racconta Andrea Lucchi – è quello esplicito di raccogliere casistica, suggerimenti, idee, funzionali ad arrivare poi entro fine anno alla redazione di un Codice della partecipazione in cui, forti di alcuni mesi di sperimentazione, fare sintesi delle esperienze di co-progettazione con cittadini attivi e Terzo settore, e delle evoluzioni giurisprudenziali e legislative degli ultimi mesi. Questo Codice della partecipazione dovrebbe arrivare ad includere le previsioni di co-progettazione di attività di interesse generale con il Terzo settore e quelle di partecipazione alla cura dei Beni Comuni tramite Patti di collaborazione, da parte dei cittadini attivi e di tutti quei soggetti informali che non rientrano negli Enti del Terzo settore (ETS). Sarà interessante vedere come sarà portato avanti e in seguito avviato questo percorso dall’amministrazione comunale. Ciò che ad oggi sembra essere certo è il successo della gestione dei parchi tramite Patti di collaborazione, che ne hanno permesso una occupazione razionale e l’accessibilità a tutti nel rispetto delle normative di sicurezza: i parchi sono stati dunque riletti e valorizzati nella prospettiva dei Beni Comuni a reale servizio della comunità.