Un Patto siglato durante la pandemia raccoglie in un itinerario della sussidiarietà i Patti di collaborazione di Verona: una piattaforma come bene comune digitale

In un momento storico dove il World Wide Web è sempre più abitato, mettendo in connessione le persone in modo diverso rispetto al solito, il Comune di Verona sviluppa con il cittadino attivo Andrea Piva una piattaforma interattiva. E’ proprio questo luogo digitale l’oggetto del Patto di collaborazione firmato a settembre 2020: uno strumento pensato per valorizzare i beni comuni della città mediante la realizzazione di un itinerario virtuale della sussidiarietà.
Verona360, questo il nome della piattaforma, è una mappa nitida della città di Verona, realizzata grazie alle competenze di Andrea Piva in videoproduzione e tecnologie multimediali. Fotografie fatte da droni restituiscono un tour virtuale a 360 gradi, che permette alle cittadine e ai cittadini di fruire gratuitamente della propria città, esplorandola da casa propria. Questa peculiarità è una caratteristica potente per continuare a mantenere vivo il dialogo tra i luoghi e le persone, in un periodo in cui socialità e aggregazione fisica sono da limitare il più possibile.

La piattaforma come spazio di cura

Verona 360 è un patto che sostiene gli altri Patti di sussidiarietà della città  – sostiene il dott. Giuseppe Baratta, Dirigente Direzione Affari Generali/Comunicazione Interna/Vice Segreteria Generale e Responsabile del Servizio per l’Attuazione della Sussidiarietà orizzontale. E’ interessante perchè mette in relazione luoghi diversi, con valenze diverse, affiancandoli l’un l’altro; il cittadino entra in contatto con le azioni di sussidiarietà al pari delle altre caratteristiche storiche e paesaggistiche della città, continua il dott. Baratta durante il seminario Verona per la sussidiarietà 2020 – Beni comuni, amministrazioni e pratiche di cittadinanza attiva a confronto.

Interazione tra i diversi luoghi del tour virtuale tramite le icone (Fonte: Verona360)

La piattaforma raccoglie contenuti di interesse per l’intera comunità (ad oggi, contiene indicazioni su: monumenti, luoghi turistici, musei, luoghi di interesse culturale, chiese, punti panoramici, parchi e itinerari) e li affianca alla mappatura geolocalizzata di tutti i Patti di collaborazione sino ad ora siglati a Verona. Approdando su Verona360, la cittadinanza può vedere, esplorare, e farsi una idea completa di come il territorio cambia. I contenuti sono, infatti, implementabili in tempo reale: saranno perciò aggiunti i Patti che nasceranno, e aggiornate le informazioni di quelli in corso.
Un viaggio interattivo che dà voce alle cittadine e ai cittadini attivi, al loro tempo e alle idee messe a disposizione dell’interesse collettivo. Un viaggio che permette a chi non conosce ancora le azioni di sussidiarietà di scoprirle e toccarne con mano i risultati: una persona in cerca di informazioni sui luoghi di interesse culturale si imbatte così anche nei luoghi della sussidiarietà. Verona360 diventa quindi uno strumento culturale di cura del territorio e delle relazioni che su di esso si instaurano.

L’intro che appare su Palazzo Barbieri dando il benvenuto sull’itinerario della sussidiarietà (Fonte: Andrea Piva)

L’itinerario della sussidiarietà

Come mostrare il fermento in atto attorno ai Patti di collaborazione? Un primo passo può essere quello di realizzare una mappa dinamica che raccolga tutti i Patti in un unico itinerario, racconta Andrea Piva. Accedendo all’indice dell’itinerario, appare subito chiaro il focus di ciascun Patto, grazie al colore dato: in verde le azioni che hanno ad oggetto le aree naturali o i parchi della città; in rosa quelle che coinvolgono le scuole cittadine; in azzurro i vari edifici e spazi coinvolti da azioni di sussidiarietà.

L’interfaccia delle azioni di sussidiarietà (Fonte: Verona360)

Cliccando su ciascuna voce il portale conduce alla fotografia a 360 gradi del luogo sopra il quale appare la scheda illustrativa, una sorta di carta di identità dove sono riportati i nomi di chi sigla il Patto, a cosa fa riferimento, gli obiettivi, cosa è stato fatto, il tutto corredato da fotografie. Ciascuna scheda è curata nei dettagli e fornisce uno spaccato non solo attuale, ma, in alcuni casi, diventa la cronistoria del Patto stesso: tramite l’uso della fotografia viene mostrata l’area prima e dopo il Patto, evidenziando quali azioni hanno portato alla crescita della comunità attorno al luogo.

Scheda identificativa di Villa Are (Fonte: Verona360)

Bellezze culturali e iniziative di comunità in un unico racconto

Un Patto di collaborazione che ha come oggetto una piattaforma che racconta la città e come i suoi abitanti se ne prendono cura – piattaforma che può dunque considerarsi come un bene comune digitale – è uno strumento che ha notevoli potenzialità, soprattutto se è siglato su un arco di tre anni e già alla nascita è ricco di materiale in continuo aggiornamento. L’utente arriva sul portale per vedere il panorama della città, per scoprire le curiosità o le nozioni storiche legate ai luoghi, e grazie agli itinerari e alle icone scopre anche le azioni di sussidiarietà. Verona 360 è perciò una risorsa di avvicinamento anche per chi non conosce il tema, introducendo una innovazione nella diffusione del principio di sussidiarietà.
Essendo quindi una voce per la cittadinanza attiva, può diventare esso stesso veicolo di nuovi cittadini attivi, potenzialmente raggruppando attorno alla piattaforma una squadra di lavoro che sia ancora più capillare nell’aggiornare i dati inseriti.