Già dal titolo della due giorni collegnese, a conclusione – e siamo certi, per successivo rilancio – del percorso annuale “Collegno Si-cura”, ci siamo resi conto che un pizzico di follia positiva contraddistingue questo territorio: “Matti per i patti” afferma il riconoscibile entusiasmo che i cittadini e le cittadine di Collegno hanno infuso nella pratica dell’Amministrazione condivisa dei beni comuni, in una città conosciuta in passato soprattutto per quello che fu il manicomio. Nel ‘77 il muro di cinta è stato abbattuto, sulle sue macerie il sindaco e i cittadini hanno calpestato un simbolo, l’esaurirsi di un confine.
Un racconto partecipato e partecipe…
“Matti per i patti” è stato il racconto partecipato e partecipe dell’amministrazione condivisa dei beni comuni a Collegno. Gli sguardi sono stati molteplici, da quello teatrale del “Teatro di giornata” del 23 novembre, a quello di Gregorio Arena, presidente di Labsus, con una visione nazionale, di rete. Nel suo libro I custodi della bellezza (Touring Club, 2020) racconta il significato profondo di un sogno: di un intero Paese che voglia prendersi cura di se stesso, dove ogni abitante, insieme agli altri, custodisca la bellezza dei luoghi e delle relazioni. In questo momento, i dati ci dicono che in Italia sono circa 800.000 persone che si prendono cura dei beni comuni, siamo sulla buona strada: e vi è un sistema collaudato e al contempo sperimentale di pratiche e strumenti per realizzare questo sogno, che va dall’adozione del Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni alla sua concretizzazione in Patti di collaborazione.
Sguardi concreti sulla dimensione locale
“Matti per i patti” ha offerto sguardi anche di imprescindibile dimensione locale, con gli interventi del sindaco di Collegno, Francesco Casciano, e del sindaco di Latina, Damiano Coletta; sono intervenuti anche il “gruppo Beni comuni“, Lorella, Mascia e Graziella e i pattisti firmatari del patto di collaborazione Solarium Leumann, l’ottantenne Dino e i neomaggiorenni Chiara e Andrea: cittadini, siano essi amministratori o meno, che hanno fatto una scelta politica, che hanno visto nel concreto quanto la cura dei beni comuni sia una grande occasione di praticarla, la bellezza, vedendola crescere sotto i loro occhi grazie alla propria capacità di agire la realtà.
La dimensione internazionale, con una lettura fortemente attuale, è emersa dall’intervento del filosofo e psicanalista argentino Miguel Benasayag, che da Parigi ha riflettuto sulla gioia, come incremento della possibilità adulta di agire, emozione che si pratica e si genera dalla cura condivisa dei beni comuni – in lampante antitesi con il senso di impotenza, tristezza e di individualismo che viviamo ancora più violentemente oggi. Sono i “legami sottili” tra le persone, non quantificabili, non modellizzabili, che esprimono quel senso di connessione così riconoscibile per chi vive e agisce la cura dei beni comuni.
Abbiamo giocato in diretta con questa complessità insieme a Francesca Ricciardi, del Dipartimento di Management dell’Università di Torino, in un esperimento interattivo che dimostra le nostre resistenze a ragionare in modo da trovare una soluzione vincente per tutti. Come ha suggerito la moderatrice Cristina Pidello, della Cooperativa San Donato, che insieme alle cooperative Orso, Atypica, Educazione Progetto e Stranaidea, si prendono cura di “Collegno Si-cura”, il protagonismo dei cittadini attivi nella cura dei beni comuni è un processo di adultizzazione della democrazia, dove il confine, il muro di cinta tra chi amministra e chi è amministrato si annulla nella libera iniziativa dei cittadini e in una felice cessione del potere.
Il piacere di agire e vedere segni concreti
Questa è la ricerca della piena consapevolezza della cura condivisa, il piacere di agire nel qui e ora e vedere i segni concreti che ognuno di noi può apportare nella qualità della vita di tutti. Per riprendere le parole di Gregorio Arena, vogliamo unire i puntini luminosi che sono i gruppi di cittadini attivi che curano i beni comuni, per un’Italia tutta illuminata, e bellissima.
Vi invitiamo a rivedere il video della diretta sulla pagina Facebook della città di Collegno.
Foto di copertina: Abbattimento del muro di cinta del manicomio, nel 1977