Nello scorso ottobre 2020, la Cooperativa Densa di Perugia ha dato vita al laboratorio Code&LightUp, pensato per l’appuntamento annuale con Meet&Code, un’organizzazione internazionale che supporta le organizzazioni non profit locali in tutta Europa per fornire alla nuova generazione di giovani europei l’accesso al coding (programmazione) e alle competenze digitali e che, ogni anno, stanzia un budget per finanziare dei progetti da svolgere in una giornata che promuovano proprio il rapporto tra i ragazzi e il digitale.
DENSA è una cooperativa sociale di tipo A e B, che nasce nel 2018 e opera nel campo dell’innovazione sociale, dell’educazione e della comunicazione, cercando una sinergia tra la ricerca pedagogica e le sperimentazioni in campo artistico, anche grazie alle nuove tecnologie digitali.
Infatti, è proprio da questa ricerca che prende corpo Code&LightUp. Questo progetto ha visto coinvolti 12 bambini di un’età compresa tra gli 8 e i 12 anni, che hanno avuto la possibilità di partecipare ad un workshop interattivo attraverso cui sviluppare competenze di storytelling digitale e programmazione con Scratch, un ambiente di programmazione adatto a progetti pedagogici interattivi per bambini, grazie alle sue funzionalità intuitive e divertenti.
Una “proiezione” che va oltre le immagini
Già il nome del progetto, Code&LightUp (letteralmente “Programma e Illumina”), suggerisce la volontà di portare luce, precisamente nel quartiere Loggi di Ponte San Giovanni, una frazione alle porte di Perugia, in cui sono stati rilevati problemi di scarsa illuminazione urbana.
Durante lo svolgimento del workshop sono state proiettate le storie e le immagini programmate insieme ai bambini su una piazza del quartiere situata in un complesso di case popolari, generalmente immersa del buio.
Questa istallazione ha richiamato alla mente l’idea di “dare luce” per far risplendere le aree periferiche e del prendersi cura degli spazi comuni, creando una rete sicura per la comunità locale. La volontà è stata quella di avere un impatto positivo sul tessuto comunitario, promuovendo una partecipazione attiva nelle azioni di formazione e svago ad essa dedicate.
Code&LightUp è un ottimo esempio di tutela e promozione degli spazi comuni attraverso l’attivazione della comunità, che, partendo dalle storie e dalle immagini nate dalla fantasia dei più piccoli, ha avuto l’obiettivo di generare una riflessione più ampia. (Sulla molteplicità delle esperienze in questa direzione in giro per l’Italia nell’anno della pandemia si veda il Rapporto 2020 di Labsus).
Per entrare nel cuore di questa esperienza abbiamo parlato con Giulia Paciello, co-fondatrice, project manager e fundraiser della Cooperativa Densa, che ci ha descritto nello specifico come ha preso corpo quest’idea e quali sono state le novità e i punti forti di un progetto simile.
Giulia ci ha raccontato che la cooperativa Densa opera da qualche anno all’interno del quartiere Loggi di Ponte San Giovanni, dapprima attraverso progetti di pulizia del verde e giornate di piantumazione fino ad arrivare, nell’ottobre 2020, al progetto Code&LightUp. Proprio grazie ai diversi anni di esperienza sul territorio, la cooperativa è stata in grado di rilevare un tema centrale all’interno della vita comunitaria del quartiere: l’illuminazione pubblica. La dottoressa ci ha spiegato che: «Nel complesso di Loggi vi è un problema di non efficiente gestione dell’illuminazione urbana da parte dell’ente pubblico, che spesso porta con sé un mancato senso di sicurezza urbana e la persistente percezione da parte dei cittadini di vivere in un luogo isolato e marginalizzato».
Una relazione a più facce
Questo complesso ha al suo interno una piazza in cui si realizza uno scambio multirelazionale e intergenerazionale in grado, cioè, di creare una socialità molto preziosa all’interno del quartiere, soprattutto in un periodo storico in cui le interazioni sono estremamente limitate. La cooperativa Densa da anni lavora sullo sviluppo di competenze digitali attraverso un approccio umanistico e trasversale, che non sia quindi meramente tecnico e che permetta di sviluppare una capacità critica nei bambini, insegnando loro a barcamenarsi all’interno della “Onlife” (vita online), in cui i confini tra reale e digitale non sono più così netti, ma si intrecciano. Questo tipo di approccio, unito alla situazione pandemica che stiamo vivendo, ha dato il via ad una riflessione innovativa che parte da una domanda: «come si può creare uno spazio di prossimità nonostante il distanziamento fisico?». La risposta si è concretizzata proprio nell’utilizzo degli strumenti digitali, utilizzati sapientemente per raccontare delle storie che coinvolgessero tutti i cittadini. Nel caso specifico del progetto Code&LightUp, si è trattato di raccontare e denunciare un problema del quartiere in un modo nuovo, che, oltre a creare una storia di vicinanza in un momento di necessaria distanza, ha anche permesso di far emergere il problema dell’illuminazione pubblica attraverso il canale più puro e sincero che esista: i bambini. Giulia, infatti, spiega che «spesso le domande spontanee dei bambini sono in grado di smuovere le coscienze adulte, che a volte con il tempo possono perdere l’immaginazione e lo stimolo a collaborare per il Bene comune».
Quando le abbiamo chiesto come hanno reagito i bambini, insieme alle loro famiglie, al vedersi protagonisti di un progetto per portare luce in quella piazza che tante volte avevano dovuto abbandonare a causa del calar del sole, Giulia ci ha raccontato che «i bambini hanno risposto con tantissimo entusiasmo e per questo da anni la Cooperativa Densa cerca di contribuire alla crescita di una comunità di famiglie che condivida l’idea di partecipare ad un digitale attivante e partecipativo, per formare cittadini più attivi e propositivi nei loro territori».
I molti benefici generati dal progetto
Questo progetto nello specifico ha permesso di mettere insieme più di un aspetto: vicinanza, bellezza e luce che illumina lo spazio in cui stare insieme e in cui si abita, e per questo anche le famiglie, sicuramente, hanno colto il valore di ciò che è stato fatto per la comunità. Fra tutti i cittadini, infatti, Code&LightUp ha attivato una riflessione sull’impatto simbolico della luce in relazione ad uno spazio che troppo spesso viene identificato come luogo isolato e ai margini, spingendo il cittadino, invece, verso una predisposizione alla cura, non più solo dello spazio, ma del Bene comune intero.
Giulia precisa: «Per la Cooperativa Densa è necessario, nel momento in cui si cerca di sviluppare nuove competenze, creare uno scenario in cui la curiosità del/la bambino/a, unita all’azione di sviluppo del pensiero critico, possa diventare il motore di un’azione capace di creare un senso di fiducia che aumenta la consapevolezza della persona, rendendola un/a cittadino/a attivo/a e predisposto/a a prendersi cura della città, perché la cura del Bene comune non è solo una vetta da raggiungere ma un vero e proprio processo da coltivare». Appunto partendo da questa riflessione, Giulia ci ha raccontato che da anni la Cooperativa si occupa di organizzare dei centri estivi, aventi come tema centrale “come restituire allo spazio” una funzione importante, cercando di unire bambini provenienti da contesti marginali con bambini provenienti da situazioni in qualche modo privilegiate, per permettere alle persone del centro città di “decentrare” il proprio punto di vista, portando i loro figli a frequentare attività di grande qualità in periferia e sostenendo attività orientate al Bene comune all’interno di una zona periferica in cui magari non si transita spesso.
Nuovi “fronti democratici”
La nostra chiacchierata si è conclusa parlando del prossimo progetto che sperano di poter realizzare: centri estivi gratuiti sui temi della cittadinanza attiva e della rilettura del patrimonio attraverso gli strumenti del digitale e l’arte, finanziati dal Dipartimento per le politiche della famiglia.
Una serie di progetti che fanno parte di una visione politica che implica la cura del Bene comune. Per questo ci è sembrata più che pertinente la citazione di Danilo Dolci per salutarci: «Il lavoro che svolgiamo si pone come obiettivo non solo quello di far maturare i ragazzi, ma attraverso di loro penetra nelle famiglie, influisce sulla loro mentalità, creando e portando avanti nuovi fronti democratici».