Il progetto della Scuola (finanziato dalla Fondazione Charlemagne, il cui programma “PeriferiaCapitale” prevede un piano di rinascita della città “pensato all’inverso”, ossia dall’esterno verso il centro) nasce sulla base di un principio particolare: la società civile che vive ai confini delle metropoli spesso è inascoltata dalle amministrazioni nonostante sia la più motivata ad avanzare proposte per superare difficoltà urbanistiche, ribadire diritti negati e livellare disuguaglianze. Così Labsus ha raccolto l’appello, offrendo la propria formazione, attraverso il corso delle Scuole di cittadinanza, alle associazioni locali che già si occupano di salvare luoghi e persone dall’abbandono.
I protagonisti
I protagonisti sono stati le associazioni e i singoli cittadini attivi suddivisi in tre gruppi:
– primo gruppo, Retake Roma Torrenova, Retake Roma Borghesiana-Finocchio;
– secondo gruppo, Associazione 21 Luglio, Università di Roma “Tor Vergata”;
– terzo gruppo: Associazione Genitori Appio Claudio (in particolare i rappresentanti dell’I.C. Parco degli Acquedotti) e Retake Villa Verde Fontana Candida.
Il corso si è svolto presso il Polo Ex Fienile, un edificio sorto nel 2000, deputato a vari usi nel corso degli anni, poi occupato, abbandonato e finalmente (nel 2017) assegnato ad un’Associazione Temporanea di Scopo (Associazione 21 luglio, Università di Roma Tor Vergata, e Psicoanalisi Contro), con la missione di svolgere attività di inclusione sociale. L’interesse architettonico e il valore sociale che subito si riconoscono in questa struttura varrebbero già una visita in questo quartiere, noto ingiustamente alle cronache cittadine solo per criminalità, droga e malavita.
Nelle tre giornate dedicate, gli alunni hanno quindi lavorato in un contesto stimolante e suggestivo. Il corso ha avuto inizio con un momento di presentazione da parte di ciascun partecipante e la distribuzione del libro “I custodi della Bellezza” di Gregorio Arena: testo di riferimento per conoscere i concetti chiave della sussidiarietà, passando in seguito alla fase didattica.
I tre incontri
Nelle Scuole di Cittadinanza di Labsus, già dal primo incontro, si cerca di abbattere la distanza tra docente e studenti: le lezioni sono funzionali ad illustrare nozioni apparentemente sconosciute e complesse, ma che non si fatica a ritrovare – classificate con nomi meno specifici – nel proprio bagaglio esperienziale.
In questo modo, il desiderio di riqualificazione del proprio luogo del cuore appare finalmente possibile, avendo ormai acquisito la consapevolezza e gli strumenti per poter essere protagonisti dell’azione.
Si arriva alla fine del secondo incontro con le conoscenze adeguate per scrivere un “Patto di Collaborazione”, impostando un processo di naturale individuazione del luogo/bene da considerare: gli allievi, in questa occasione, si sono spontaneamente suddivisi in tre gruppi, ciascuno con il proprio obiettivo, ed hanno ragionato sul materiale fornito per elaborare una strategia funzionale a trasformare la teoria in pratica.
Durante il terzo incontro i partecipanti – coadiuvati dai facilitatori Labsus – hanno formulato per iscritto tre “Patti di collaborazione”, uno per ciascun gruppo di lavoro, individuando esigenze specifiche e mostrando interessi diversificati, come la cura del verde, l’aspirazione a creare nuove possibilità di associazionismo utilizzando spazi abbandonati, il miglioramento dei servizi delle scuole pubbliche locali e una maggior integrazione delle stesse con il territorio.
I progetti
In un clima aperto e collaborativo i partecipanti sono apparsi non solo interessati, ma decisamente coinvolti e hanno seguito, con impegno e facilità, le linee guida fornite da Labsus per la stesura dei progetti, sviluppando tutti i punti essenziali previsti: ruoli e competenze delle istituzioni e della cittadinanza attiva, formazione dei volontari, azioni di cura, monitoraggio e modalità per garantire la trasparenza.
Al termine, sono state presentate tre proposte di “Patti di collaborazione”, la cui urgenza è nata da un’idea di pochi per il bene di molti: creare una fitta rete di relazioni in sinergia, coinvolgendo singoli cittadini e associazioni, è infatti l’unico mezzo per raggiungere il comune obiettivo di rivalutare e promuovere il proprio quartiere.
Il primo gruppo ha presentato il patto “La casa di quartiere”, volto all’utilizzo del terzo piano (abbandonato) di un palazzo sito in Via della Tenuta di Torrenova 124, con la collaborazione del Municipio VI.
Gli obiettivi del patto sono: l’allestimento di un centro culturale per i giovani, il coinvolgimento attivo (e interattivo) del centro anziani situato al piano sottostante e la creazione di un supporto logistico alle attività di quartiere.
L’ambientazione proposta prevede aule dedicate ad attività specifiche, quali la lettura (libreria), la ricreazione (sala ludica) e il dibattito (sala riunioni).
L’auspicio è di mettere a disposizione del territorio un centro di aggregazione che diventi un punto di riferimento per i ragazzi, togliendoli dalla strada, nonché di facilitare i rapporti intergenerazionali fra gli abitanti del quartiere.
Il secondo gruppo ha proposto il patto “Boulevard Tor Bella Monaca” per la messa a norma e in sicurezza della pineta di largo Mengaroni.
«Di fatto», sostengono i promotori, «la zona di largo Mengaroni si potrebbe considerare collegata a via dell’Archeologia, se solo la pineta fosse un vero parco e se la pista ciclabile fosse praticabile».
Qui quel che manca è innanzitutto una partecipazione diretta e collettiva, per cui si propone l’attivazione di una serie di assemblee cittadine, per verificare l’interesse per il progetto e raccogliere suggerimenti e aggiustamenti, con l’obiettivo finale di trasformare l’attuale pista ciclabile in un viale ad uso ciclo-pedonale, ossia una passeggiata che possa collegare due porzioni del quartiere – oggi distanti tra loro e abbandonate, con la conseguenza di essere diventate aree di spaccio – con altre aree limitrofe.
Il terzo gruppo ha elaborato il patto “Aule nel parco”: strutture mobili prefabbricate nel giardino dell’I.C. Parco degli Acquedotti, in cui dar luogo ad iniziative in collaborazione con il Municipio VII. L’obiettivo è quello di creare un’officina di idee, luogo di scambio tra la scuola e le realtà di quartiere, promuovendo: attività culturali e di formazione, laboratori, corsi extra-curricolari, una biblioteca, conferenze e concerti. Fondamentale per attuare il passaggio dal progetto su carta alla costruzione concreta è la riqualificazione di uno spazio esistente ma inutilizzato, con il coinvolgimento di una serie di enti che operano sul territorio: ludoteche, librerie per bambini, bande musicali, cooperative sociali e licei.
Il 7 giugno, dopo la consegna degli attestati di partecipazione al corso, formatori e allievi hanno potuto intrattenersi con un aperitivo organizzato dall’Università Tor Vergata, per salutarsi e augurarsi che questo piccolo sogno di civiltà si avveri al più presto.