Sono tre le regioni che, insieme all'Associazione Italiana per la Partecipazione Pubblica, hanno siglato un Patto di collaborazione per promuovere la nascita di un Osservatorio nazionale per monitorare la costituzione di comunità di pratiche partecipative

Lo scorso 5 novembre il Consiglio Regionale della Toscana ha ospitato un Convegno organizzato, in occasione dei dieci anni dalla sua fondazione, dall’Associazione Italiana per la Partecipazione Pubblica (Aip2), assieme alla stessa Regione Toscana, Emilia-Romagna e Puglia. Il Convegno “Le sfide della partecipazione pubblica in Italia” ha avuto l’obiettivo di riunire allo stesso tavolo le prime tre regioni che si sono attivate con leggi proprie su uno dei temi più caldi e attuali nel rapporto tra cittadini e istituzioni: come dialogare sulle decisioni da prendere, quando e con quali strumenti includere tutti gli attori rilevanti, come rafforzare la qualità delle scelte in senso democratico senza aggirare le sedi decisionali.

Un Osservatorio per lo scambio di esperienze

Le tre regioni hanno siglato con AIP2 un Patto di collaborazione per promuovere un osservatorio nazionale per lo scambio di esperienze e il confronto periodico, nella direzione di una maggiore efficacia e inclusività dei processi partecipativi.
Nel suo saluto iniziale, la Presidente di Aip2, Chiara Pignaris ha ricordato che l’associazione è nata proprio a Firenze, un ambiente ricco di stimoli e sollecitazioni creati dalla prima legge toscana del 2007. L’accordo sottoscritto il 5 novembre a Firenze con le tre Regioni, che hanno fornito una cornice legislativa alla partecipazione pubblica, ratifica una collaborazione in atto da tempo e consentirà di allargare lo sguardo nel resto del Paese, attivando una sorta di Osservatorio nazionale per monitorare la costituzione di comunità di pratiche. In Italia ci sono molte esperienze di partecipazione e diverse forme di attivazione, che devono essere conosciute e fatte circolare, tenendo presente la dimensione europea e le priorità comuni.

Verso l’Open government

Oggi il PNRR obbliga alla tempestività, ma ci sono anni di esperienza da mettere a frutto e un contesto internazionale che supporta tutto ciò. Ad esempio, il percorso lanciato proprio dieci anni fa dall’allora Presidente Obama negli Stati Uniti in tema di Open Government, per supportare i processi di democrazia partecipativa e i 20 anni passati dall’entrata in vigore della Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale.
Gli sviluppi recenti richiedono sempre più partecipazione e – nonostante l’urgenza che sembra sempre impedire di avere spazi di dialogo – è possibile, con risorse adeguate, sviluppare percorsi di qualità e con risultati duraturi nel tempo.
Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana, nel suo saluto ha segnalato il pericoloso scollamento tra cittadini e politica, tra rappresentanti e istituzioni che in questa fase caratterizza la vita pubblica. Per questo conta molto sui passi avanti che potranno fare le tre Regioni presenti imparando dall’esperienza e puntando ad una sempre migliore progettualità.
Stefano Ciuoffo, assessore alle Infrastrutture digitali, Semplificazione e Partecipazione della Regione Toscana, ha sottolineato come la partecipazione non vada usata come surrogato della rappresentanza politica o sostituto della democrazia, per non cadere in facili populismi che non possono far altro che essere escludenti e penalizzante una parte della comunità. Lo spazio pubblico, in particolare, ha bisogno di un percorso di attivazione ed occorre mettere gli strumenti al passo dei bisogni che si leggono nei territori.

Come rendere più efficace la partecipazione?

Subito dopo, coordinati proprio dalla Presidente di Aip2, sono intervenuti i referenti istituzionali per i processi partecipativi delle tre regioni italiane, che hanno sviluppato un confronto su come rendere più efficace la partecipazione. Sono intervenuti Antonio Floridia (Regione Toscana), Andrea Zanetti (membro Autorità per la Partecipazione della Regione Toscana), Sabrina Franceschini (Regione Emilia-Romagna), Rocco De Franchi (Regione Puglia), Anna Elisabetta Fauzzi (Regione Puglia).
Le tre regioni sono grate con Aip2 per aver lanciato e organizzato questo incontro, che rende pubblico il Patto a quattro mani tra l’associazione e le Regioni. I relatori hanno potuto interagire anche tra di loro, evidenziato una polarità presente anche in altri ambiti: tra chi apprezza la partecipazione, ma senza che essa vada a scapito della celerità (ad esempio nell’attuazione del PNRR) e chi invece centra il discorso sulla partecipazione come diritto, rispetto al quale anche la progettazione delle opere deve esprimere maggior rispetto: la partecipazione non ritarda le opere. Le opere sono ritardate da altri fattori, come, ad esempio, il sistema burocratico dei permessi troppo rigido e parcellizzato. Le Regioni, ascoltandosi le une con le altre, hanno deciso di sviluppare azioni di mutuo scambio di buone pratiche con particolare riferimento ai materiali per la formazione continua del personale della pubblica amministrazione e dei coordinatori dei processi partecipativi, nonché in tema di piattaforme digitali capaci di ospitare partecipazione di qualità.

L’importanza del confronto tra le regioni e il futuro

Importanti spunti sugli orientamenti internazionali e italiani sono arrivati da Sauro Angeletti, Direttore generale dell’Ufficio per l’innovazione amministrativa, lo sviluppo delle competenze e la comunicazione del Dipartimento della funzione pubblica, e da Valeria Castracane, manager del Progetto Officine Coesione – PON Governance e Capacità istituzionale 2014-2020. Sul tema delle politiche di coesione è intervenuta anche da Serenella Paci, vicepresidente di Aip2.
Nel pomeriggio Filomena Maggino, coordinatrice del Dipartimento per il Benessere Integrale presso Pontificia Accademia Mariana Internationalis, ha presentato le sue riflessioni sulle molte implicazioni della partecipazione per il benessere delle persone e delle comunità.
A partire da una domanda comune – “Come rendere più generativa la Partecipazione?” – Daniela Scaravilli, Dimitri D’Andrea, Gilda Esposito e Jacopo Zetti hanno intervistato i protagonisti di diverse esperienze per far emergere gli ingredienti essenziali capaci di rafforzare fiducia, inclusione, efficacia nei processi partecipativi. Si sono alternati percorsi di coinvolgimento di vicinato a Firenze, Ravenna e Pontedera; laboratori di quartiere a Terlizzi (BA), Valdobbiadene (TV) e Roccaporena di Cascia (PG); processi di co-progettazione a scala comunale sviluppati a Senigallia (AN), Cesano Boscone (MI) e Ferrara; le reti multi-attore attivate su aree vaste dal GAL Flaminio Cesano (AN), dall’Unione Colline Matildiche (RE) e dalla Rete dei produttori di qualità del Patrimonio Dolomiti UNESCO Trentino – Friuli Venezia Giulia.
Le domande principali hanno riguardato i rapporti tra le persone e il modo in cui sono mutati quelli basati sulla fiducia durante i percorsi; il fattore tempo, che a volte rappresenta un ostacolo, ma è solo nel tempo lungo che si possono misurare risultati profondi e duraturi; lo spazio, che apre e può consentire di vedere dimensioni diverse; le reti e le aggregazioni, che cambiano e si evolvono nel tempo.
Questi dodici esempi, scelti tra moltissimi esistenti, hanno mostrato diversi livelli e tematiche su cui attivare partecipazione. Dopo Firenze, Aip2 andrà alla ricerca di ulteriori esperienze per continuare a far crescere una cultura di dialogo civico e di possibilità di azione locale partecipata, potendo contare sul Patto siglato a Firenze tra Aip2 e le regioni Toscana, Emilia-Romagna e Puglia.

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Giandiego Carastro e Liliana Cori sono rappresentanti dell’Associazione Italiana per la Partecipazione Pubblica (Aip2).