Il progetto “Condomini collaborativi” ha vecchie radici ed una storia già abbastanza lunga che si intreccia inevitabilmente anche con il lavoro della cooperativa Villaggio Globale e di ACER. Iniziamo dal principio.
Le radici del progetto
Villaggio Globale è una cooperativa sociale nata nel 2005 con il fine di “promuovere l’equità sociale, la tutela dei diritti umani, la partecipazione a livello locale e globale, attraverso la diffusione di stili di vita responsabili e sostenibili”. La partecipazione è quindi uno dei suoi temi principali. È infatti anche grazie alla loro azione di sensibilizzazione se già nel 2015 il comune di Ravenna ha approvato il Regolamento per l’Amministrazione condivisa dei beni comuni concedendo proprio alla cooperativa la gestione del progetto Beni Comuni Ravenna – “Patti e fatti per la nostra città”, con l’obiettivo di promuovere il Regolamento. Un altro dei punti di forza dell’azione di Villaggio Globale sono le variegate competenze del gruppo di professionisti che dedicano grande impegno nella mediazione sociale e nella formazione sull’utilizzo di metodi partecipativi. Molti sono stati i progetti a cui hanno preso parte come mediatori sociali, ma uno in particolare ci interessa per la nostra storia: l’Ufficio mediazione ACER. Dal 2011 al 2013 – come riportato dal curriculum dell’area innovazione sociale di Villaggio Globale – ACER Ravenna (Azienda Casa Emilia-Romagna della Provincia di Ravenna) ha affidato alla Cooperativa l’incarico di progettare e gestire lo sportello di mediazione sociale e di gestione dei conflitti di vicinato delle cosiddette “case popolari”: uno sportello a disposizione di tutti gli assegnatari di edilizia residenziale pubblica (e.r.p.) per la segnalazione di conflitti. Due buoni presupposti da cui far nascere un solido progetto.
L’occasione giusta
Abbiamo intervistato Andrea Caccia, coordinatore dell’équipe di operatori di Villaggio Globale. Andrea ci racconta che, all’indomani dell’approvazione del Regolamento sull’Amministrazione dei beni comuni da parte del comune di Ravenna, la cooperativa ha subito iniziato ad onorare l’incarico ricevuto dall’Amministrazione comunale per la gestione del progetto Beni comuni Ravenna, facendosi promotore dell’Amministrazione condivisa sul territorio attraverso azioni di sensibilizzazione e indagini territoriali. stato proprio in quel periodo che è nata l’idea di promuovere la cura dei beni comuni nell’edilizia pubblica. Data la loro precedente esperienza da mediatori, gli operatori di Villaggio Globale conoscevano bene la realtà dei condomini e sapevano che in provincia esistevano già tantissime forme di autogestione condominiale che coinvolgevano circa 10.000 appartamenti, ma nessun regolamento riconosceva questo metodo di amministrazione condominiale. A questo punto entra in scena ACER Ravenna: l’ente gestore degli alloggi di e.r.p. nel ravennate. ACER accetta con entusiasmo la proposta dei condomini, con la mediazione di Villaggio Globale, di creare un regolamento che disciplinasse le diverse forme di partecipazione e autogestione e le occasioni non tardano ad arrivare. Nel 2017 l’Azienda partecipa e vince il Bando regionale per l’erogazione di contributi agli enti locali a sostegno dei processi di partecipazione (in base alla legge sulla partecipazione della regione Emilia-Romagna) presentando il progetto “Condomini collaborativi”: un progetto che ha come obiettivo l’elaborazione partecipata di un nuovo regolamento che favorisca forme di partecipazione attiva dei cittadini assegnatari degli alloggi pubblici. Il regolamento verrà elaborato dagli stessi assegnatari e servirà a chiarire, sostenere e rendere più semplici le esperienze di autogestione condominiale e le buone pratiche di vicinato.
La buona co-progettazione
“Imparare a gestire i conflitti è importante, ma prevenirli è meglio!”. Sagge parole quelle di Andrea Caccia mentre ci racconta quanto sia stato importante il preliminare lavoro di mediazione e incontro tra i condomini e le persone di ACER, permettendo ai primi di esporre certi dubbi e malcontenti, e ai secondi di conoscere da vicino le realtà di autogestione e verificare quanto queste fossero efficaci. Iniziano quindi i laboratori partecipativi in cui i condomini lavorano alla stesura del nuovo Regolamento e successivamente viene organizzato il “Tavolo di negoziazione”, al quale partecipano i rappresentanti di ACER, dei condomini e di alcune associazioni territoriali per valutare insieme la nuova proposta di regolamento. Il nuovo “Regolamento delle autogestioni e forme collaborative dell’e.r.p.” viene finalmente approvato nel 2018 con “’intento di stimolare, facilitare e sostenere ogni pratica di vicinato collaborativo ed attività dedicate al sostegno reciproco tra le famiglie” disciplinando le forme di: Autogestione, Gestione partecipata assistita e Patti di collaborazione.
I patti di collaborazione: l’esempio del patto “Casa volante”
Condomini Collaborativi, dunque, non è un Patto di collaborazione, ma il progetto contenitore di esperienze di vicinato collaborativo e di gestione partecipata di condomini e.r.p che come primo risultato ha dato alla luce un nuovo Regolamento Acer che riconosce, regolamenta e promuove le autogestioni e le forme di gestione partecipata: ciò si concretizza con Patti di collaborazione definiti come strumento con cui l’Ente Gestore e i soggetti interessati concordano tutto ciò che è necessario ai fini di incentivare la partecipazione alla vita di comunità e sociale. Questi Patti vengono firmati da Acer e il gruppo di assegnatari e/o associazioni, ma spesso sono stati firmati anche con il Comune di Ravenna come terzo soggetto. Uno di questi Patti “triangolari” è il Patto di via Fiume 23, nel quartiere Darsena, denominato “Casa Volante”, una delle esperienze più durature, nata già anni prima la firma del Patto, avvenuta nel settembre 2019 e tutt’ora attiva e sempre in fermento. Quella che adesso chiamiamo “Casa Volante” una volta era una lavanderia utilizzata dai condomini, una struttura di quartiere adiacente i palazzi, anche con un suo piccolo spazio esterno, ma negli anni è stata utilizzata sempre più come un “deposito oggetti”, spesso dimenticati lì, che nel tempo hanno reso quel luogo non più utilizzabile e abbandonato. Ci racconta questa storia Lina Taddei, Presidente di Acer, che ricorda la nascita del progetto di Casa Volante, iniziato sotto forma di comodato d’uso gratuito all’associazione Arci già nel 2016. In quell’anno, mamma Daniela vede in quel luogo un grande potenziale, uno spazio comune, a cui dare nuova vita per renderlo un luogo di incontro e condivisione per bambini, ragazzi e genitori dei condomini e del quartiere. Si rivolge allora ad Acer, proprietaria dell’immobile, e si propone ad Arci la gestione dello stabile, in quanto associazione territoriale che già si occupava di cura dell’infanzia e vicina alla mamma promotrice. Da quel momento le porte di Casa Volante si aprono ai più giovani e alle loro famiglie due volte alla settimana offrendo sempre diverse attività: aiuto compiti, attività manuali, laboratori di cucina e nuovi giochi da condividere e fare insieme per creare comunità e condomini più uniti. Nel 2019 Casa Volante diventa un Patto di collaborazione tra ARCI, ACER ed il Comune di Ravenna: una buona triangolazione che consente di dare più sostegno ai cittadini e in modo diverso sancendo l’impegno anche da parte dell’Amministrazione nel sostenere l’iniziativa. Adesso Casa Volante è diventato un luogo di incontro per tutti, bambini, ragazzi, genitori e anziani, non solo abitanti di e.r.p., ma dell’intero quartiere, ed è stato un punto di riferimento e sostegno anche durante il periodo delle restrizioni durante l’emergenza sanitaria, ad esempio con laboratori come quello di “Orto in vaso”, che hanno aiutato gli abitanti a coltivare le relazioni anche nei periodi più difficili. L’aspetto più straordinario, però, è che i bambini continuano ad essere i protagonisti di Casa Volante, così come è stato fin dal 2016: ma i bambini crescono, e molti di quei piccoli che hanno partecipato all’avvio del progetto sei anni fa, adesso sono un po’ più grandi ed hanno nuove necessità e competenze. Così Casa Volante cresce con loro, che adesso partecipano ad azioni di pulizia del quartiere, progettano laboratori creativi, come laboratori di scultura o musicali, attirando così sempre più persone, sempre più cittadini che organizzano mostre fotografiche sulla storia del quartiere o laboratori di teatro. Proprio in questi giorni, nello spazio esterno dello stabile, si sta lavorando alla realizzazione di un orto urbano progettato in Permacultura grazie agli Ortisti di strada. Casa Volante è nata da chi sa guardare oltre: oltre un fabbricato vuoto, oltre un luogo che sembra fatiscente, e da chi sa dare fiducia alle persone, da chi crede che – come dice Lina – la partecipazione dal basso e l’iniziativa dei cittadini vada sempre incoraggiata. Forse è proprio grazie a tutti questi presupposti se dopo sei anni sempre più persone hanno iniziato a “guardare oltre”, facendo nascere nuove idee e progetti. Se ci pensiamo, è un po’ come mettere le ali. Forse per questo si chiama Casa Volante.