Ci lasciamo alle spalle il mare toscano con le sue coste e le spiagge sabbiose, rivolgendo lo sguardo verso il centro abitato di Rosignano Marittimo (LI). Immaginiamo di percorrerlo, fino a raggiungerne l’estremità. È allora che iniziamo a entrare nella macchia mediterranea, incamminandoci passo dopo passo nella Riserva Naturale Regionale dei Monti livornesi. Un gioiello, dalle mille sfumature di verde. Immerso in questo patrimonio naturalistico e ambientale è custodito il Parco dei Poggetti, che con il suo storico casale è oggi un luogo di inclusione, di crescita e apprendimento per tutti e tutte. Insomma, un luogo generativo reso vivo grazie ai cittadini e alle organizzazioni del territorio che qui stanno instaurando un rapporto di cura reciproca con la natura. Era il 2019 quando l’Amministrazione Comunale, successivamente alla riqualificazione dell’immobile, ha avviato un percorso partecipato volto a dare vita a un Patto di collaborazione: a quell’epoca la sfida per l’Ente era reperire le risorse finanziarie e umane necessarie per la gestione diretta dello spazio, rimasto per anni inutilizzato. E’ stato così emanato un avviso pubblico per raccogliere manifestazioni d’interesse da parte di cittadini attivi, singoli e associati, con i quali costruire e sottoscrivere un Patto di collaborazione per la sua cura e gestione condivisa. Parco e Casale dei Poggetti sono così stati riconosciuti dalla comunità come beni comuni da preservare e valorizzare, così come le relazioni e le risorse presenti nella variegata comunità di pattisti: questo è avvenuto attraverso un percorso virtuoso fatto di inclusione e reciprocità che vede nella restituzione alla collettività di questo spazio un’occasione per farli rivivere entrambi.
Un Patto di collaborazione che dialoga con la natura
Il grande lavoro che è stato messo in atto a Parco dei Poggetti non è che l’ennesima esperienza di un lungo percorso avviato dal comune di Rosignano Marittimo verso l’amministrazione condivisa dei beni comuni. Ci racconta Simona Repole, Dirigente settore Servizi alla Persona e all’Impresa, che l’Amministrazione da tempo sta portando avanti una consistente promozione dei Patti di collaborazione. «Abbiamo realizzato numerosi incontri per far comprendere internamente le potenzialità di questo strumento. I Patti di collaborazione richiedono un’innovazione delle istituzioni e questo implica un lavoro completamente diverso da quello tradizionale, in cui noi crediamo fortemente».
Ma il successo di questo percorso, che si sta costruendo giorno per giorno, è anche e soprattutto il risultato di un dialogo tra l’Amministrazione e le organizzazioni firmatarie iniziato nel 2019 con la stipula del patto di collaborazione, dalla validità di 3 anni, denominato Un casale per tutti. Tra le prime organizzazioni firmatarie c’è la Federazione Nazionale Giubbe Verdi – Compagnia Alta Maremma, di cui fa parte Davide Ferrari, che abbiamo intervistato. Come spiega, «il parco ci sta dando una grande opportunità e noi abbiamo il dovere di tutelarlo e proteggerlo. Finalmente dopo tanti anni si è trovato un filo conduttore che fa comunicare tante associazioni, diventando anche un’opportunità per la cittadinanza e il territorio».
Ad animare Parco dei Poggetti oggi sono gli eventi culturali, le passeggiate guidate nella natura alla scoperta di piante e animali, i laboratori dedicati alle famiglie, gli slow camp durante l’estate dedicati ai giovani, i festival, le attività di pulizia dei sentieri e di osservazione notturna del cielo. Possiamo dire che il suo più grande punto di forza sia la collaborazione tra le diverse organizzazioni firmatarie che con sé portano competenze e conoscenze diversificate. Persone e realtà che lo trasformano tutti i giorni in un luogo di vita che stimola la comunità a ‘fare insieme’ attraverso l’intelligenza collettiva e la condivisione dei saperi. Ma quello che vediamo oggi è soprattutto il risultato di un percorso fatto con tenacia e perseveranza, che ha saputo fronteggiare diverse difficoltà: prima fra tutte la dura chiusura dettata dall’emergenza sanitaria, che ha obbligato a interrompere le attività, spezzando l’entusiasmo di un percorso che era appena partito. In aggiunta, i successivi mesi di sospensione hanno favorito il ripetersi di atti vandalici che hanno messo a rischio la struttura del casale. «Il primo triennio, penalizzato dal Covid-19, ha rappresentato una battuta d’arresto e abbiamo perso alcuni degli attori coinvolti», ci spiega Simona Repole. «Trattandosi di un bene vincolato dalla soprintendenza, i lavori di recupero e di rafforzamento dell’aspetto strutturale hanno richiesto tempo, imponendo l’inagibilità del casale. Agli atti vandalici abbiamo risposto rafforzando la struttura e garantendo l’utilizzo dell’appartamento posto al primo piano, sia a supporto delle diverse iniziative che come luogo di permanenza di una persona appartenente alle realtà firmatarie. Ma soprattutto, come gruppo di pattisti, ci siamo domandati in che modo valorizzare il progetto per renderlo sempre più un presidio». La risposta è stata univoca: lavorare sull’esterno – e quindi sul parco –, puntando su iniziative che consentissero alla cittadinanza di conoscere le potenzialità di questo luogo ai molti ancora sconosciuto. «Una delle sfide più grandi è stato rendersi conto del valore del parco anche in assenza del casale, scardinando l’idea che senza il Casale il Patto sarebbe stato inutile», aggiunge Camilla Falchetti, responsabile segreteria – Servizi alla persona e all’impresa, nonché referente della Cabina di regia del patto di collaborazione. «C’è stata quindi un’apertura da parte delle realtà coinvolte ad ampliare la co-progettazione ad altri soggetti, attraverso una chiamata all’azione».
Il nuovo Patto
Alla scadenza del Patto è seguito il suo rinnovo, che per altri tre anni si è proposto di rendere il Parco dei Poggetti un luogo della quotidianità. Possiamo però dire che questo percorso, fortemente voluto dalle tre realtà associative firmatarie del Patto, era nato almeno un anno prima della scadenza del patto stesso. L’occasione di riaprire la co-progettazione, infatti, non è stata tanto il rinnovo quanto piuttosto una necessità: il vecchio Patto aveva come centro il casale, da mesi sigillato e inutilizzabile e ridiscutere l’obiettivo generale del Patto era diventato ormai necessario. Vincenzo Brogi, assessore con delega alla Programmazione del territorio, demanio, infrastrutture, tutela ambientale e parchi, racconta che «prima della scadenza è stato avviato un percorso di partecipazione spiegando il senso del patto e incontrando numerose associazioni e persone interessate». Così il coinvolgimento e l’ampliamento degli attori ha dato maggiori energie al percorso intrapreso: firmato a dicembre 2022, il Patto vede coinvolte l’Associazione Allways Allways, l’Associazione Amici della Natura Rosignano, l’Associazione Il Giardino di Terracotta e l’Associazione Giubbe Verdi – Compagnia Alta Maremma, la Fondazione Armunia e Bruno Quochi per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione del parco dei Poggetti e del casale omonimo.
«Le organizzazioni coinvolte nel patto mettono a disposizione le loro competenze, il loro tempo, il loro impegno. Se facciamo una passeggiata nel verde grazie a un esperto di botanica o un evento grazie a un’associazione specializzata in attività culturali è un arricchimento complessivo del progetto che dà un ritorno anche dal punto di vista della conoscenza», ci spiega Vincenzo Brogi. La finalità della collaborazione è infatti quella di “comporre” il genius loci, la visione comune del senso di vivere e abitare il parco. «Sono organizzazioni che danno linfa alla loro attività e allo stesso tempo al Patto». A queste si aggiungono diverse realtà coinvolte in quanto il Patto realizza azioni in collaborazione con produttori locali, pro loco o associazioni di volontariato che operano in ambito sociale e culturale.
Tra i pattisti c’è anche Michele Lopez, membro dell’associazione Allways Allways. Ci racconta che le attività a Parco dei Poggetti si rivolgono a diversi target e per questo è importante proporre esperienze diversificate. «Alle attività che proponiamo ci troviamo davanti sempre persone fortemente motivate, dalle famiglie a coloro che condividono una sensibilità per l’ambiente o, ancora, per la cultura. Per noi promuovere la biodiversità significa promuovere una proposta segmentata, orientata e che faccia prevalere alla quantità la qualità». Così, tra le attività organizzate con i cittadini e con le scuole, hanno avuto un grande successo gli slow camp in natura rivolti a ragazzi e ragazze della scuola primaria e secondaria che hanno permesso di raggiungere 90 famiglie, diventando un’importante cassa di risonanza. In aggiunta, anche il festival Inequilibrio organizzato dalla Fondazione Armunia ha portato spettatori da diverse città. Come ci spiega Fabio Masi, membro della Fondazione, «per noi è importante portare un pubblico appassionato di arte e cultura, che in questo modo può conoscere una realtà di valore ambientale come il Parco. Tutto questo in una logica di sostenibilità e di impatto zero, a cui noi teniamo molto».
La Cabina di regia
Vincenzo Brogi definisce la Cabina di regia come la “testa” del patto di collaborazione. Si struttura infatti su due livelli di governance: uno inerente alla gestione e al coordinamento (i referenti delle varie realtà si impegnano a programmare, progettare e coordinare iniziative, valorizzando tutte le competenze presenti e tutelando i valori fondamentali del Patto), e uno inerente alla co-progettazione (i referenti si impegnano a proporre e co-progettare le azioni e le iniziative nate in seno al Patto). Il monitoraggio, poi, viene sintetizzato in un documento dettagliato: compito dei pattisti è quello di compilare una rendicontazione che è messa a punto attraverso una scheda per tenere traccia dell’intero processo (come soggetti coinvolti, ore di attività volontari, eventi organizzati o spese sostenute). Come ci spiega Simona Repole, «l’aspetto positivo è potersi rendere conto dell’impatto che hanno tutte queste iniziative a fronte di una spesa modesta. Vedere, insomma, quanto valore pubblico può essere creato con così poche risorse economiche grazie alle tante risorse umane investite. Il prossimo passo sarà lavorare a una scheda di rendicontazione più sintetica – ovvero in pillole – che possa raggiungere i cittadini ed essere più accessibile».
Il futuro a Parco e Casale dei Poggetti
Una delle potenzialità di Parco dei Poggetti è il trovarsi in un ambiente di rilevante valenza paesaggistica. Ce ne parla Vincenzo Brogi, affermando che «il ruolo che sta giocando oggi il parco è stato potenziato dall’istituzione della Riserva naturale regionale dei “Monti livornesi”, che interessa tre comuni quali Livorno, Rosignano Marittimo e Collesalvetti. Ciò ha fatto sì che le esperienze che si svolgono al Casale possano avere una loro proiezione a livello più ampio in quanto gestiamo le attività della riserva in forma associata». Per l’assessore potrebbe essere un’occasione per contribuire, in futuro, a promuovere un turismo lento sul territorio attraverso una rete che include il parco e il suo casale e che comprende agriturismi, aziende agricole o luoghi di ristoro, guardando verso un turismo responsabile. «L’attenzione di tutto questo percorso per me guarda al Patto di collaborazione», spiega Vincenzo Brogi. Un territorio come il nostro possiede associazioni importanti che oggi fanno parte del patto, ma anche tante altre si potrebbero avvicinare, trovando una loro dimensione all’interno di questo patto». Un importante passo sarà la prossima e definitiva apertura di Casale Poggetti che implicherà una progettazione delle attività che al suo interno si potranno svolgere e che rappresenterà una nuova sfida per i pattisti. Affinché il percorso prosegua in una prospettiva a lungo termine, è però importante che le organizzazioni possano crescere ed essere sempre più autonome e indipendenti rispetto all’accompagnamento dell’amministrazione, come ci spiegano Simona Repole e Camilla Falchetti. Entrambe sono convinte che «il valore dei pattisti si rispecchia nella capacità di integrare varie anime all’interno dello stesso processo: da un lato, essi sono capaci di realizzare grandi cose lavorando in sinergia, e dall’altro sono capaci di rimanere nelle specificità dove ognuno fa la sua preziosa parte».
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