In Sicilia, i due comuni di Sciacca (AG) e Santo Stefano Quisquina (AG) hanno intrapreso percorsi paralleli che, sebbene diversi nelle loro sfumature, si intrecciano in un risultato comune: la volontà di valorizzare il patrimonio sociale e le risorse locali attraverso due innovativi Patti di collaborazione. Ciò che unisce questi due percorsi è un chiaro riconoscimento della funzione vitalizzante del volontariato e delle associazioni nel rafforzare il legame tra cittadini e istituzioni. Santo Stefano Quisquina ha dato vita alla “Cittadella delle Associazioni” da una ex struttura abbandonata, rinata grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale, che ha visto nella valorizzazione degli spazi l’opportunità per rispondere alle esigenze di una comunità molto attiva e partecipe. Sciacca ha scelto di trasformare un bene confiscato alla mafia nella Casa del Volontariato, un simbolo di rinascita sociale. Entrambi questi beni immobili, rinati perchè oggetto di cura e progettazione condivisa tra più soggetti del territorio, sono diventati spazio di confronto e nascita di progetti e in questo modo sono stati riconosciuti come beni comuni.
La Casa del Volontariato di Sciacca
La Casa del Volontariato di Sciacca, istituita nel 2013 attraverso una convenzione, ha rappresentato fin dall’inizio un modello di gestione orientato ai bisogni della comunità. Come ha sottolineato l’Assessora alle Politiche Sociali di Sciacca Agnese Sinagra, la convenzione stabiliva un impegno su principi ben definiti, con un approccio innovativo per l’epoca: in modo molto chiaro permetteva di offrire alle associazioni uno spazio stabile dove svolgere attività a forte impatto sociale. Tuttavia, col tempo, questo rapporto sembra essersi raffreddato, anche se non è del tutto chiaro il motivo di questo distacco. Dopo un periodo di stallo, nel 2022, alla scadenza della convenzione, è emersa la necessità di aggiornare questo strumento giuridico: la soluzione trovata è stata utilizzare lo strumento del Patto di collaborazione, che ha potenziato ulteriormente le funzioni della Casa del Volontariato, migliorando al contempo le strutture e i servizi offerti. Il nuovo Patto ha unito undici associazioni in una sinergia che ha dato vita a un’ampia gamma di attività ludico-ricreative, momenti formativi e interventi di supporto per coloro che vivono situazioni di difficoltà. A firmare il Patto sono state le seguenti organizzazioni: il Coordinamento delle associazioni di volontariato e promozione sociale di Sciacca, il Centro Di Servizi Per Il Volontariato Di Palermo (CESVOP), l’Associazione AVULSS di Sciacca, l’Associazione Crescere Insieme, l’Associazione di volontariato per disabili “AGAPE” Onlus, la Onlus Cinque S – Servizio Sociale di Sviluppo e Soccorso Siciliano, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Onlus, Cittadinanza Attiva, A.N.T.A. ONLUS O.D.V.E T.S. Associazione Nazionale per la Tutela degli Animali di Sciacca, ADRA Italia e il gruppo scout Sciacca 2 A.G.E.S.C.I. Come ha affermato l’Assessora Sinagra, la firma di questo Patto è stata cruciale perché ha consentito di riqualificare e riprendere in mano spazi ormai datati. Il progetto ha permesso di avviare interventi di restauro grazie alla collaborazione tra il CESVOP, che ha finanziato i lavori, e il Comune di Sciacca, che ha seguito il processo progettuale e le autorizzazioni necessarie. Questa sinergia pubblico-privato ha reso possibile una gestione più semplice ed efficace, evitando complicazioni burocratiche e offrendo un’opportunità preziosa di rinnovamento per la Casa del Volontariato. Come evidenziato da Maria Concetta Venezia, Presidente dell’associazione AVULSS, tra l’Amministrazione e le associazioni esiste infatti un rapporto fruttuoso, alimentato da un dialogo costante e propositivo che facilita l’individuazione delle problematiche e l’ideazione insieme di soluzioni. Aggiunge che l’attivismo associativo rappresenta un importante stimolo per gli amministratori, contribuendo a creare un rapporto basato sull’ascolto e sulla cooperazione. Infatti, anche l’Assessora Sinagra sottolinea l’importanza dei tavoli di progettazione condivisa a cadenza regolare, in cui si pianificano insieme non solo le attività ludico-ricreative, ma anche le iniziative educative e sociali, momenti ormai divenuti fondamentali per entrambe le parti.
Le attività proposte all’interno della Casa del Volontariato di Sciacca spaziano dalla cura della persona in senso ampio, all’attenzione per la terza età, alla promozione culturale e alla tutela degli animali. Un esempio di attività all’interno del Patto di cui ne è tangibile l’impatto è rappresentato da “L’Armadio Sociale”, un’iniziativa di AVULSS che, come sottolineato dall’assessora Sinagra, promuove non solo la raccolta di abiti usati, ma funge anche da concreta espressione di economia circolare. Inoltre, ha un ruolo cruciale nel costruire relazioni di fiducia, contribuendo a rimuovere barriere e ostacoli verso l’inclusione sociale. Un ulteriore passo in questa direzione è rappresentato dall’istituzione del Garante per i diritti della disabilità, che ha sede all’interno della Casa del Volontariato e che rafforza l’impegno della città verso l’accessibilità totale, assicurando che le voci di tutte e tutti i cittadini possano essere ascoltate e valorizzate. La Casa del Volontariato appena ristrutturata è stata inaugurata recentemente, ma è l’esito di un percorso lungo più di 10 anni, frutto di un impegno collettivo e di una visione condivisa del bene comune.
La Cittadella delle Associazioni di Santo Stefano Quisquina
Nel cuore dell’entroterra siciliano, ai confini occidentali della provincia di Agrigento, nel paese di Santo Stefano Quisquina con meno 5.000 abitanti, un edificio in disuso diventa bene comune grazie alle energie e competenze dal basso. In un territorio vulnerabile sotto il profilo dei servizi e delle infrastrutture, è nato un progetto di grande valore sociale: la Cittadella delle Associazioni, risultato di un Patto di collaborazione tra il Comune e le associazioni locali. La Cittadella rappresenta un punto di riferimento, un luogo di animazione, cultura ma allo stesso tempo di educazione e assistenza. A firmare il Patto sono nove realtà locali diverse, ognuna con una propria mission: il Centro Di Servizi Per Il Volontariato Di Palermo, le Organizzazioni di Volontariato Non più soli e Una mano per…, l’Avis di Santo Stefano Quisquina, le Associazioni Via delle Rondini, Arquam, i Tamburi della Quisquina, teatro Koschin, e l’associazione Domenico Pizzo. Questo spazio rappresenta una vera e propria risorsa per le realtà associative che hanno sempre svolto la loro attività ‘in piazza’, non solo perché ora hanno un luogo fisico dove svolgerle, ma anche perché hanno un luogo dove creare relazioni, che mette insieme una diversità di soggetti, capace di costruire e progettare insieme per rispondere a bisogni reali del territorio di cui ognuno ha deciso di prendersi cura. Si tratta di un’iniziativa che non solo potenzia le relazioni sociali, ma che mira anche a contrastare l’isolamento e la marginalizzazione delle aree interne, creando uno spazio di incontro e supporto per tutte le fasce d’età. Questo è stato possibile grazie alle solide competenze di un tessuto associativo capace di rispondere ai bisogni del territorio, stimolando l’Amministrazione locale ad aprire uno spazio di progettazione condivisa con chi vive, anima e conosce a fondo il territorio, dando risposte concrete. L’approccio che adotta nei confronti della pubblica amministrazione non è conflittuale ma propositivo, volto a instaurare un dialogo costruttivo. Come afferma Elisa Chillura, Presidente dell’Associazione Via delle Rondini, la parola co-progettazione si sta svuotando di senso. L’obbligo che ha il terzo settore è quello di fare da faro e da guida per l’Amministrazione, portando un’idea molto chiara dei bisogni. Il terzo settore continua a vedere una sfumatura di colori che un Comune non potrebbe osservare.
Tra i vari progetti nati nel contesto della Cittadella delle Associazioni, uno è stato “Di acqua e di Terra” (pagina facebook qui), realizzato grazie al sostegno della Fondazione Con il Sud. Questo progetto è nato prima dell’attuale emergenza siccità della regione siciliana, ispirato dalla particolare identità del territorio naturale di Santo Stefano, che viene spesso definito il paese dell’acqua per la presenza di numerose sorgenti che riforniscono ben 43 Comuni. Tuttavia, molti abitanti, pur vivendo nel territorio, non erano consapevoli della ricchezza naturalistica locale, mostrando poca sensibilità verso la tutela di questo patrimonio ambientale. Il progetto ha quindi avviato un importante lavoro di riscoperta delle sorgenti, mappandole e promuovendone la valorizzazione turistica in modo sostenibile, lontano dalle logiche del turismo di massa per preservare l’ambiente naturale. Diverse visite sono state organizzate e, come ci spiega Vittorio Alfieri, presidente della neo-nata Associazione “Sulle trazzere del musafir”, sono nati i ‘custodi dell’acqua’, nuove figure che promuovono la conoscenza del territorio attraverso esperienze di turismo responsabile e di educazione ambientale. Questa azione condivisa di cura del patrimonio idrico e del territorio consiste dunque proprio in una amministrazione condivisa di acqua e terra. Tutto ciò ha anche stimolato un lavoro in rete tra più organizzazioni che collaborano stabilmente e che hanno trovato nella Cittadella delle Associazioni uno spazio dove lavorare insieme per obiettivi comuni.
La gestione condivisa: un confronto costante
I Comuni di Sciacca e Santo Stefano hanno visto nel Patto di collaborazione uno strumento non solo amministrativo per la gestione condivisa degli spazi, ma anche innovativo per la co-programmazione e la progettazione condivisa di visioni e obiettivi comuni. Un ruolo fondamentale in entrambi i casi è stato svolto dal CeSVoP, promotore di una modalità di gestione condivisa, in cui le Case del Volontariato aspirano a diventare non solo luoghi di accoglienza per le esigenze quotidiane, ma anche il cuore pulsante di un nuovo modo di lavorare e collaborare. Il CeSVoP riveste inoltre un ruolo chiave nella comunicazione delle varie istanze e attività programmate, mantenendo un equilibrio tra le scelte strategiche e le funzioni operative, contribuendo così a garantire una gestione efficace e coerente. I Comuni partecipano al Patto in modalità diverse, ma tutto questo è stato possibile grazie alla capacità delle Amministrazioni di rispondere alle esigenze emerse dal basso. La funzionaria di EQ dell’area socio assistenziale del Comune di Santo Stefano Quisquina Carmelina Castello, ad esempio, ha sottolineato come fosse chiaro che le associazioni sentivano questo bisogno, in particolare, alla luce delle criticità legate al RUNTS, si è rivelato uno spazio di confronto molto utile, sostenuto da una forte volontà politica. Il Sindaco di Santo Stefano Quisquina Francesco Cacciatore evidenzia come il Comune abbia riconosciuto le potenzialità dello strumento del Patto di collaborazione, con cui è riuscito a mettere a disposizione la struttura, ad occuparsi della ristrutturazione e a coprire le spese di gestione, dando pienamente fiducia alle associazioni sugli aspetti organizzativi delle attività che hanno l’intento di creare uno spazio comunitario aperto a tutti. Al momento, ha continuato a spiegare il Sindaco, l’attenzione è concentrata sul consolidamento strategico di questo modello, che ha richiesto un notevole sforzo di coordinamento. A Sciacca, invece, l’Amministrazione partecipa attivamente alla programmazione, pur dando ampio spazio ai firmatari per intervenire nel merito delle attività. Frequentemente vengono organizzati tavoli di co-progettazione attraverso i quali si definiscono congiuntamente attività e servizi. Dall’ascolto dei protagonisti di queste esperienze si comprende come entrambe le comunità di Sciacca e Santo Stefano si distinguono per la loro rete collaborativa che si esprime attraverso un confronto quotidiano tra le associazioni, che operano insieme in una sinergia costante e orientata al supporto reciproco.
Gli attori informali come risorsa per le comunità
In conclusione, alcuni spunti per il futuro potrebbero aiutare a rafforzare il potenziale dei Patti di collaborazione come strumenti di gestione condivisa e sviluppo comunitario. A Santo Stefano, ad esempio, si potrebbe esplorare la possibilità di ampliare l’uso del Patto, cogliendo l’opportunità di valorizzare le energie del tessuto sociale anche per altri beni comuni riconosciuti dalla comunità come significativi. Naturalmente, come ha osservato la funzionaria Carmelina Castello, ampliare i Patti di collaborazione richiederebbe una maggiore organizzazione da parte del Comune, ma ciò aprirebbe la strada a un approccio ancora più inclusivo e partecipato. Inoltre, per entrambe le comunità di Sciacca e Santo Stefano Quisquina, un’importante prospettiva è l’integrazione degli attori informali, che rappresentano una risorsa vitale per la comunità. Coinvolgere i cittadini attivi, al di fuori delle associazioni formali, permetterebbe non solo di intercettare competenze diverse e preziose, ma anche di valorizzarle al servizio del Patto stesso, arricchendolo e integrandolo con contributi nuovi e differenti. Con il loro dinamismo e la capacità di rispondere prontamente ai bisogni emergenti, questi attori potrebbero dare ulteriore impulso alle iniziative locali. Un simile percorso, che richiede ascolto e apertura, potrebbe trasformare i Patti di collaborazione in veri e propri pilastri dello sviluppo locale, rafforzando il legame tra comunità e Amministrazione e promuovendo il benessere collettivo.
Foto di copertina: Partecipanti ai percorsi di trekking alla scoperta delle sorgenti (Fonte: Elisa Chillura, Associazione Via delle Rondini)
Patto di collaborazione Sciacca
Organizzazione Patto di collaborazione Sciacca
Patto di collaborazione Santo Stefano Quisquina
Organizzazione Patto di collaborazione Santo Stefano Quisquina