La start up che ribalta la concezione di orto e crea spazi di aggregazione

Il nuovo concetto di orto: alto, innovativo, vantaggioso per il contesto ambientale e sociale

A chi non piacerebbe avere a disposizione un proprio orto per essere certi della genuinità  di ciò che mangiamo? O, semplicemente, per rilassarsi e trascorrere il tempo libero a prendersene cura e raccoglierne i frutti? Per chi abita in città , però, coltivare un orto a casa può sembrare un’utopia. Ma non è così: il progetto OrtiAlti, nato e sviluppato a Torino dalla collaborazione tra due architetti, Emanuela Saporito e Elena Carmagnani, dà  la possibilità  di trasformare i tetti piani in tetti coltivati che migliorano l’ambiente e la vita di chi se ne prende cura.
L’idea, sorta dagli studi e dalle conoscenze delle due ideatrici del progetto, è quella di utilizzare materiali innovativi che, non solo permettono di avere spazi verdi su immobili di centro e periferia, ma che addirittura garantiscono vantaggi agli edifici stessi.
Come si legge sulla pagina web della start up, infatti, ” un tetto piano trasformato in giardino aumenta di oltre il 15% il valore dell’edificio su cui si realizza; lo isola, riducendo del 10-30% il suo consumo energetico; permette di controllare il flusso dell’acqua piovana assorbendone oltre il 35%. Contribuisce a ridurre l’effetto delle isole di calore urbano e le emissioni di CO2 e a mitigare l’inquinamento acustico urbano ” .
Ma non solo. Trasformare un tetto in uno spazio verde significa creare uno spazio di socialità , un ambiente condiviso e vissuto, che coinvolge la comunità  locale creando nuovi legami e spunti di aggregazione, oltre che cibo a chilometro zero.
Il primo ” orto alto ” è stato realizzato in via Goito a Torino, sul tetto dello studio delle due giovani imprenditrici e oggi produce verdure ed erbe di ogni genere. Da allora il progetto è cresciuto, è sostenuto da importanti istituzioni locali e nazionali e l’originalità , l’innovazione sociale e ambientale hanno fatto sìche vincesse il premio per l’imprenditoria femminile ” We Women for Expo ” .
Altri tetti, nel frattempo, sono pronti per essere rigenerati dall’aiuto della start up tutta al femminile: in cantiere c’è il progetto ” OrtiAlti Ozanam ” , nato in collaborazione con la cooperativa sociale e di lavoro Meeting Service con lo scopo di creare un orto di comunità  sul tetto della ex casa Ozanam, oggi gestita dalla cooperativa stessa. Si sta lavorando, inoltre, alla trasformazione e riqualificazione dei 200 metri quadri di tetto di un’ex tipografia in via Baltea, sempre a Torino.
Chissà  se nel futuro gli orti alti saranno positiva normalità .

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