Il progetto veneto per la promozione di buone pratiche e la valorizzazione dei beni comuni

La rete assumerà  un reale valore se contribuirà  a consolidare un percorso condiviso verso una visione comune

Un punto di connessione di amministrazioni, associazioni, gruppi informali e singoli cittadini con lo scopo di praticare, diffondere e condividere idee e progetti di sostenibilità  ambientale, equità  e solidarietà  sociale: è questo quanto dichiarato nella presentazione alla cittadinanza della Carta di intenti del progetto, il 28 novembre scorso. In particolare: “l’obiettivo della rete è stato individuato nella necessità  di produrre un cambiamento di mentalità  per motivare profondamente comportamenti individuali, nelle comunità  e nelle scelte politiche future, affinchè avvenga una svolta di visione culturale e di azione politica a tutti i livelli, che consenta di riorganizzare la nostra società  nella consapevolezza e valorizzazione della conservazione e riproduzione delle risorse del nostro pianeta.”

Essere una rete significa raccogliere idee e visioni di una molteplicità  di soggetti, istituzioni, gruppi formali e non, e per questo è necessario ambire ad essere una ” comunità  ” flessibile, dinamica ed aperta, che dia spazio alle diversità  e che ne faccia punto di forza. Il tutto in un ambiente di collaborazione sociale e di coinvolgimento della cittadinanza, raggiungibile grazie all’azione delle associazioni presenti sul territorio veneto, le quali garantiranno un contatto diretto tra cittadini e istituzioni, un punto di dialogo e confronto.

Come agirà  questa rete veneta? Mediante pratiche concrete, già  esistenti e messe in atto, ma spesso poco conosciute o non tenute adeguatamente in considerazione, strumenti che facciano del territorio interessato una realtà  virtuosa e che garantiscano un maggior benessere alla collettività  (come, ad esempio, valorizzazione e diffusione delle norme che favoriscono l’economia solidale e l’agricoltura biologica, o delle norme che garantiscono il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte pubbliche, contratti di fiume e molto altro ancora).
Insomma, quello che il progetto ” Si può fare! ” si propone di raggiungere è la creazione di piani operativi partecipati, mediante la promozione di iniziative di resilienza territoriale che facciano rinascere nella comunità  la capacità  di autogovernarsi attraverso buone pratiche e valori comuni, e mediante la costruzione di nuovi modelli e nuove dinamiche sociali, meno indirizzati al consumismo, più sostenibili ed ecologici.

Molti sono i comuni che hanno già  mostrato interesse nei confronti di questa iniziativa (Bassano del Grappa (VI), Campolongo Maggiore(VE), Mogliano Veneto (TV), Cinto Caomaggiore (VE), Feltre (BL), Marano Vicentino (VI), Mira (VE), Ponte San Nicolò (PD), Roncade (TV) e la Municipalità  di Marghera (VE) ), e molte sono le associazioni interessate a collaborare.

” La rete assumerà  un reale valore se contribuirà  a consolidare un percorso condiviso verso una visione comune. Il progetto ” Si può fare! ” potrebbe quindi rappresentare non solo una rete e una mappatura delle buone pratiche, ma anche un esperimento di comunità  allargata, di ” nuovo modello di istituzione ” , di autogoverno del territorio. ”

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