La proposta di Arena agli Stati Generali della Società  Civile a Gela

I tre principi che dovranno ispirare il funzionamento della cabina di regia siciliana e di tutte le altre sono: " Far fare, non fare " , " Conoscere per operare. Operare conoscendo " e ricordare sempre che " Dietro i beni comuni ci sono le persone "

L’evento è stato l’occasione per definire e sottoscrivere una Carta della città  partecipata (da amministratori e cittadini impegnati nelle organizzazioni civiche) con cui ci si propone di trasformare gli enti locali da luoghi di amministrazione burocratica in laboratori di democrazia partecipata.

Una città  partecipata

Il dibattito si è aperto con l’intervento di Enzo Madonia, presidente del MoVI (Movimento Volontariato Italiano) di Gela e portavoce del Comitato organizzatore degli Stati Generali, che ha spiegato come l’evento coinvolga una rete di associazioni, “che camminano insieme”, che ha esteso la possibilità  di partecipare anche ai comitati di quartiere ed agli organismi no profit. All’evento hanno partecipato circa 2 delegati di 6 associazioni.

Secondo Madonia “La rete del volontariato di Gela ha proposto a chi governa la città  di provare a costruire forme di governo socialmente condivise e attivare cosìnuove forme di esercizio della democrazia. La Città  Nuova si costruisce attraverso percorsi civici finalizzati a trasformare gli enti locali da luoghi di amministrazione burocratica in laboratori permanenti di governo condiviso.”

Sono state presentate due esperienze pionieristiche nella cura civica dei beni comuni in Sicilia: la “Farm Cultural Park” di Favara (Agrigento) di Andrea Bartoli e “la Casa del Volontariato” di Gela.

Gli interventi di Fasulo e Siringo

Il primo cittadino, Angelo Fasulo, è intervenuto precisando che il Terzo Settore non può più essere separato dal mondo del volontariato, anche se serve trovare un modo per lavorare in maniera diversa. “Nonostante la fase di crisi in cui viviamo, non vogliamo più piangerci addosso: il nostro territorio ha grandi potenzialità  e può diventare un esempio, non solo per la Sicilia, ma per tutta Italia. E’ opportuno segnare un percorso diverso che possa diventare la salvezza di molti giovani e delle loro famiglie” ha dichiarato il Sindaco, sottolineando l’importanza di creare progetti come operazione di investimento.

Ferdinando Siringo, Presidente del CeSVoP (Centro di Servizi per il Volontariato di Palermo), ha posto l’accento sull’importanza del Fondo Sociale Europeo precisando come negli anni se ne sia fatto un uso distorto. “La progettazione comunitaria è la chiave di svolta: dato che la Sicilia è una regione ‘obiettivo convergenza’, serve un’inversione di rotta, bisogna proporre nuove idee, dei percorsi innovativi e per fare questo è necessario incontrarsi ed investire sull’idea dei luoghi comuni del volontariato”.

 

La cittadinanza attiva nella Costituzione

L’evento di presentazione si è concluso con la “lectio magistralis” di Gregorio Arena, presidente di Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà , sul tema “La cittadinanza attiva nella Costituzione”, dalla quale è emersa la proposta per la creazione di una cabina di regia siciliana per la cura civica dei beni comuni.

L’art.3, 2^ comma, della Costituzione pone la “mission” che la Repubblica deve perseguire: la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Oltre alla soluzione tradizionale, che consiste nell’affidare alle amministrazioni pubbliche il compito di rimuovere tali ostacoli, secondo Arena c’è anche un’altra soluzione, fondata sull’applicazione del principio di sussidiarietà , che consente la creazione di alleanze per la cura dei beni comuni tra cittadini, organizzati o associati, istituzioni e imprese.

Arena sostiene che oggi la cura condivisa dei beni comuni, oltre a rappresentare il modo attraverso il quale si creano le condizioni per il pieno sviluppo della persona, costituisce anche la nuova frontiera del volontariato e dell’impegno civile.

“Dalla qualità  dei beni comuni dipende la qualità  delle nostre vite”, ha specificato Arena, “e se è vero che i beni comuni non hanno colore politico, può avere valenza politica il modo in cui ci si prende cura di essi, considerato che non tutti i mezzi sono adatti a questo scopo”.

Una cabina di regia siciliana per i beni comuni

In questa prospettiva è fondamentale considerare le persone non solo come portatrici di bisogni, ma anche di capacità , per valorizzare le loro doti, competenze, esperienze, etc. per fini di interesse generale. La proposta di Arena è quella di ” fare in modo che tutte le microesperienze attualmente in corso in Sicilia e più in generale in Italia si colleghino fra di loro sprigionando l’energia necessaria per la ripresa del Paese”, facendo appunto “sistema”. Per far ciò è necessaria una “infrastrutturazione sociale”, una “cabina di regia”, non per esercitare potere ma per informare e coordinare.

Costruire alleanze fra cittadini, amministrazioni e imprese per realizzare un nuovo modo di amministrare. A tal proposito è stato ricordato che a gennaio verrà  presentato il primo manuale dell’amministrazione condivisa (al quale il Laboratorio per la sussidiarietà  sta lavorando attraverso una sperimentazione in collaborazione con il Comune di Bologna) che proporrà  nuove regole per il Diritto amministrativo del secondo millennio.

In conclusione Arena ha elencato i tre principi che dovranno ispirare il funzionamento della cabina di regia siciliana e di tutte le altre che si riuscirà  a realizzare: innanzitutto “Far fare, non fare”; in secondo luogo “Conoscere per operare. Operare conoscendo” e infine ricordare sempre che “Dietro i beni comuni ci sono le persone” per evitare che la cabina di regia diventi l’ennesima stratificazione burocratica fine a se stessa.