Una nuova professione pubblica

La portata delle mutazioni in atto richiede l'individuazione di una vera e propria nuova figura di professionista del settore pubblico

Giovanni Vetritto analizza i profondi cambiamenti avvenuti nella pubblica amministrazione italiana, evidenziando come la disarticolazione della stessa e la sua nuova conformazione secondo il modello della multilevel governance richiedano competenze molto diverse, rispetto al passato, ai soggetti chiamati in causa nella gestione dei nuovi rapporti di potere e di funzioni. La necessità  di coinvolgere una società  civile non più passiva recettrice delle decisioni pubbliche, stimola la consapevolezza di un urgente bisogno di figure professionali, i cd. broker istituzionali, in grado di convogliare interessi, mediare rapporti, coinvolgere utilmente. In altre parole, ” tenere in rete ” gli stakeholders.

Quali sono però effettivamente le competenze richieste? Sapere analizzare le politiche pubbliche non basta. Al livello culturale, che preveda un’ampia conoscenza delle tecniche sociologiche e politologiche di gestione dei processi deliberativi e di soluzione dei conflitti attuali e potenziali,  vanno affiancati almeno altri due aspetti da “professionalizzare”. In primo luogo, un livello relazionale, visto come la capacità  di rendersi operatori della ” relazionalità  inclusiva ” , cioè un ” costruttore di relazioni ” , facilitando il dialogo tra gli attori in gioco e trovando nuovi partners. In secondo luogo, un livello comunicativo, che Vetritto sintetizza come l’abilità  di ” vendere in maniera convincente le prospettive di cooperazione dell’ente con i soggetti del mercato e del terzo settore ” . Per una professione di questo tipo si può immaginare un ruolo che possa conciliare tanto la necessità  di trovarsi vicino agli organi di indirizzo, quanto quella di seguire direttamente e quotidianamente la gestione delle singole politiche pubbliche. Quindi una figura di staff al vertice che abbia compiti di staff alla line.

L’invito finale è di cogliere il segnale lanciato dalla Commissione Europea nel 28, nell’ambito dell’elaborazione della cd. ” Agenda di Lisbona ” : provare ad immaginare un futuro di benessere sotto un’ottica di new skills for new jobs. Ciò che Giovanni Vetritto sottolinea è la necessità  di professionalizzare competenze che nell’amministrazione pubblica già  esistono, ma in forma spontanea e asistemica. Il concetto di broker istituzionale, infatti, è già  operativo. Quello che emerge è l’esigenza di contrapporvi un processo organizzativo volto alla formazione di figure professionali adatte a gestire un nuovo modo di concepire la pubblica amministrazione,  un modus operandi che coinvolga gli operatori della società  civile, ormai protagonisti attivi della vita amministrativa.

Risorse Umane nella Pubblica Amministrazione, Mar.-Apr. 29 (pp 15-26), Giovanni Vetritto, Per una nuova professione pubblica: il broker  istituzionale



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