Chiamiamo la sussidiarietà  con il suo nome!

I mass media italiani non conoscono ancora 'per nome' il principio di sussidiarietà  orizzontale.
L’articolo comparso sul quotidiano trentino L’Adige del 14 novembre scorso rappresenta un interessante esempio di come il principio di sussidiarietà  e la cittadinanza attiva che esso legittima siano ancora per i mass media italiani un fenomeno sconosciuto, che non si sa come classificare.
Il pezzo racconta un caso esemplare di applicazione (del tutto inconsapevole!) del principio di sussidiarietà  ormai presente nella Costituzione dal 21, da quando cioè fu approvato il nuovo articolo118, ultimo comma.
E infatti gli elementi che secondo la Costituzione devono essere presenti affinché si possa parlare di applicazione del principio di sussidiarietà  ci sono tutti, come ben si vede nell’articolo allegato. Innanzitutto, c’è un gruppo di cittadini che autonomamente assume l’iniziativa di prendersi cura di un bene comune, in questo caso un vicolo nella zona antica di Mori, un paese della Vallagarina, in Trentino. Costoro si rivolgono al sindaco e propongono un intervento tipico da ” amministrazione condivisa ” : i cittadini ci mettono il lavoro, il comune i materiali necessari alla riparazione del vicolo.
Il comune per fortuna è d’accordo e con il suo ufficio tecnico predispone il progetto che i cittadini, con i materiali messi a disposizione dal comune, poi realizzano in venti giorni di duro lavoro. Il risultato è eccellente. Come nota anche il giornale ” tutto è stato realizzato con quella cura speciale di cui è capace solo chi si occupa di qualcosa di proprio, cui è legato ” . Anche il sindaco è contento: ” Un’esperienza interessante, che abbiamo già  fatto con le associazioni. Con i privati, e per realizzare un’opera di pubblica utilità  come una strada, è una novità  ” .
E il giornale come ha titolato tutto questo? ” Cittadini ‘operai’ del comune ” – ” Per sistemare la strada il cantiere fai da te ” .
Peccato che tutto questo invece si chiami, secondo la Costituzione, ” cittadinanza attiva ” . E che i cittadini non siano affatto gli ” operai ” del comune, nemmeno fra virgolette.
Sono invece cittadini attivi, che applicano un rivoluzionario principio chiamato ” sussidiarietà  ” .


ALLEGATI (1):