Genova è stato il centesimo comune italiano ad adottare il Regolamento per l'amministrazione condivisa dei beni comuni ideato da Labsus

Due anni e mezzo di messa a punto, iter istituzionale in commissione e infine il regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la gestione e la rigenerazione in forma condivisa dei beni comuni urbani è arrivato ieri in aula per essere approvato dal Consiglio comunale, che l’ha votato a larga maggioranza.
Il documento – proposto dai consiglieri Monica Russo, Nadia Canepa (Pd), Barbara Comparini e Lucio Padovani (Lista Doria) – ingloba il precedente regolamento e parte dal principio costituzionale di sussidiarietà  orizzontale, declinato come cittadinanza attiva e amministrazione condivisa.
“La nuova normativa, che prevede un anno di sperimentazione – ha spiegato Comparini – nel promuovere la cittadinanza attiva, inserisce a tutti gli effetti i cittadini nella comunità . Circa 100 comuni italiani hanno adottato un regolamento analogo, basandosi sul testo base elaborato dal laboratorio per la sussidiarietà  Labsus“.
Labsus nasce dalla certezza che le persone siano portatrici di capacità , oltre che di bisogni, e che tali capacità  possano essere messe a disposizione della comunità  per contribuire, insieme alle pubbliche amministrazioni, a risolvere problemi di interesse generale. Questi temi hanno trovato conferma nella legge di revisione costituzionale del 2001, che ha introdotto il principio di sussidiarietà  orizzontale.

“Alla base del nuovo regolamento ci sono i principi dell’amministrazione condivisa, che prevede che si accolgano e si integrino, dove sia possibile, le proposte e le idee della popolazione sui beni comuni, con procedure chiare e trasparenti”  ha aggiunto Russo.
La novità  sta nel fatto che non sarà  più il Comune, dopo le opportune verifiche, ad autorizzare il cittadino ad agire; ora il ruolo dell’amministrazione è quello di mettersi a disposizione per supportare il cittadino che vuole impegnarsi, anche attraverso la semplificazione della burocrazia. Il cittadino avrà  infatti una struttura di riferimento alla quale rivolgersi per manifestare il proprio progetto, il passo successivo sarà  la stipulazione di un patto insieme all’amministrazione, che si farà  carico di appoggiare l’intervento di cittadinanza attiva.
Inoltre, per la prima volta, anche i minorenni potranno farsi avanti e collaborare alla cura dei beni della nostra città , dovranno però essere affiancati da un soggetto legalmente responsabile.