Una rete sussidiaria per la cura di un luogo storico della città 

"Essere volontari al parco Stibbert vuol dire condividere l'impegno e la passione per la tutela di un luogo straordinario e unico della nostra città "

Diffondere un nuovo modello di vivibilità  urbana puntando ad una stretta collaborazione tra attori locali e amministrazione è il significato delle attività  di manutenzione, gestione partecipata e cura degli spazi verdi del Parco Stibbert a Firenze. Qui, su iniziativa del gruppo di volontari della Fondazione Angeli del bello in collaborazione con il museo Stibbert e il Comune di Firenze, è stato avviato un progetto di cura dell’area, luogo di valore storico e culturale per la città  tutta e la comunità  locale.

L’iniziativa

Il parco, infatti, nato nella seconda metà  dell’Ottocento per volontà  di Frederick Stibbert (1838-1960) (1), “aveva bisogno di numerosi interventi di manutenzione ordinaria per i quali era necessario anche il contributo dei cittadini”, racconta Enrico Buonincontro volontario della Fondazione Angeli del Bello uno dei soggetti promotori del progetto. La cittadinanza ha sentito il dovere di collaborare alla cura del luogo proprio per il suo particolare valore simbolico e storico.

Ed è cosìche dall’aprile del 2011, ogni lunedìpomeriggio e giovedìe sabato mattina gli angeli del bello e i cittadini si dedicano alle attività  di giardinaggio e manutenzione ordinaria del parco “favoriti” dall’amministrazione comunale. I primi strumenti di lavoro, infatti, cosìcome piante e fiori, sono stati forniti dal comune stesso per permettere le attività  di giardinaggio nelle aree del parco. Anche gli stessi volontari della Fondazione, però, hanno contribuito ad acquistare l’attrezzatura necessaria agli interventi di cura. Questo ha prodotto una vera e propria rete sinergica di collaborazione tra più soggetti (cittadini, Museo, associazioni, volontari e Comune) che poggia, a detta degli stessi protagonisti, su una delle risorse principali dell’iniziativa: il capitale sociale.

Il significato

Ma cosa ha spinto queste persone ad impegnarsi in prima persona e l’amministrazione a “credere” nei cittadini? Indubbiamente il senso di appartenenza della comunità  ad un luogo ricco di valore storico e culturale che se “arricchito arrichisce tutti e se impoverito impoverisce tutti” parafrasando Gregorio Arena sui beni comuni. Ed è proprio questo il senso dell’iniziativa: la sostenibilità  del parco a vantaggio di tutti, di turisti e cittadini ma soprattutto di chi verrà  dopo di noi.

Non a caso, Buonincontro rimarca proprio il valore e il significato storico-culturale del parco che va preservato a vantaggio delle generazioni future: “Frederick Stibbert ha lasciato all’inizio del Novecento, il museo e il parco da lui creati alla città  di Firenze, affinché tutti i visitatori potessero apprezzarne la bellezza”. “Noi cittadini – prosegue – abbiamo ricevuto dal passato questa importante eredità  e la dobbiamo preservare nel presente per trasmetterla alle generazioni future. Essere volontari al parco Stibbert vuol dire condividere l’impegno e la passione per la tutela di un luogo straordinario e unico della nostra città “.

In questo senso l’iniziativa ha trovato il favore dell’amministrazione comunale che, come testimoniano gli ultimi casi trattati anche da Labsus (esperienza del parco di San Jacopino, Villa Ruspoli), sta tentando di percorre la strada della gestione partecipata delle aree verdi della città .

Note:

(1) Frederick Stibbert era un inglese di madre toscana che alla fine dell’Ottocento aveva restaurato e ingrandito la piccola Villa Montughi a Firenze appartenuta alla famiglia Davanzati creando la sontuosa villa di famiglia. Alla sua morte la villa, il parco e le collezioni sono state donate alla città , facendo cosìnascere un’importante fondazione che aprìla casa al pubblico, analogamente ad altre case museo come il Museo Horne, il Museo Bardini o Palazzo Davanzati (fonte: Wikipedia).