Un comitato per contrastare le nubi tossiche

La tutela dell'ambiente e della salute attraverso l'integrazione

A Napoli si torna a parlare di rifiuti. Nel quartiere di Scampia a dir la verità i roghi di immondizia abbandonata illegalmente non sono mai terminati: ogni notte infatti, all’esterno e all’interno dei campi nomadi, vengono depositate e date alle fiamme decine di pneumatici ed elettrodomestici, ossia quei rifiuti "speciali" che richiederebbero un costo aggiuntivo per lo smaltimento. A disfarsene illegalmente sono cittadini provenienti da ogni zona della città, alcuni abitanti dei campi ed organizzazioni malavitose che danno luogo a traffici illeciti.

Napoli, città dell’integrazione

Contro le nubi tossiche che si innalzano quotidianamente a Scampia è nato un comitato molto particolare. Se nel giugno 28 l’ostilità contro i rom a Napoli aveva toccato livelli altissimi, due anni dopo è proprio con la loro collaborazione attiva che si tenta di risolvere il grave problema. Centocinquanta rom infatti hanno firmato un manifesto proposto dagli abitanti dell’area nord, lasciando nome, cognome, data e luogo di nascita, così da affiancare concretamente i napoletani nell’attività di monitoraggio del territorio, per dimostrare l’estraneità al giro dello smaltimento illegale dei rifiuti.

Alcuni rom dei campi di via Cupa Perrillo e dell’Asse mediano sarebbero responsabili di alcuni roghi per ricavare materiale da rivendere. Ma Nino Smajovic, uno dei fondatori del comitato, ha tuttavia precisato a Repubblica: “I fumi dei rifiuti avvelenano anche i nostri bambini, siamo i primi a chiamare i vigili del fuoco quando li avvistiamo”. Il comitato fra l’altro intende proprio sottolineare il degrado in cui per decenni questi campi sono stati abbandonati, per responsabilità comuni, generando condizioni di invivibilità.


Gli interventi proposti

In considerazione dell’urgenza della situazione e dell’inerzia delle istituzioni denunciata dai cittadini, il comitato ha formulato alcune linee di interevento: si chiede ai rom di non praticare attività incendiarie, agli operatori che si occupano della gestione dei rifiuti di raccogliere quotidianamente gli inerti che si accumulano sia nel viale di accesso sia nelle strade che si ramificano nel campo, si vuole quindi promuovere la raccolta differenziata della spazzatura e il completamento dell’isola ecologica.

I firmatari del "patto" sono disposti addirittura a finanziare l’installazione di un sistema di sorveglianza che permetta il riconoscimento di chi deposita e brucia l’immondizia. Si chiede ancora alla municipalità di provvedere all’illuminazione delle strade, al montaggio di una centralina per tenere sotto controllo l’inquinamento ambientale, come pure alla polizia di mettere in atto strategie repressive per sanzionare il traffico di pneumatici e spazzatura varia abbandonati illegalmente.


I membri del comitato si dicono pronti ad una collaborazione con i rappresentanti delle istituzioni locali ed attendono una loro imminente risposta: l’iniziativa volta a tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, attraverso l’integrazione di comunità marginalizzate, deve essere assolutamente valorizzata.