L ' impresa sociale alla ricerca di nuovi sbocchi

In questo contesto acquistano sempre più rilevanza gli indicatori di efficienza e trasparenza

L’imprenditoria sociale, ormai stabilmente radicata nel territorio, ha bisogno di nuove strade per poter crescere ulteriormente valorizzando i propri valori di reti fondate sulla fiducia e sulla solidarietà. Uno dei problemi maggiori è sicuramente legato al budget delle organizzazioni, al momento basato unicamente sulle donazioni.

E’ in questo contesto che nasce l’idea di una borsa sociale, sostenuta dall’agenzia per le onlus insieme ad avanzi, come strumento che permetta un gettito costante rispetto alle singole donazioni una tantum. Si tratterebbe, naturalmente, di un iniziativa non a fini di lucro ma di una piazza dove far incontrare il mercato dei capitali con le finalità sociali.

La borsa si configurerebbe come uno spazio per un economia alternativa, basata sulla crescente domanda di beni e servizi dall’alto valore sociale in segmenti di mercato come la sanità, l’istruzione, l’assistenza ai disabili e in generale tutti quegli ambiti che, negli ultimi anni hanno subito una progressiva erosione dell’attività statale e di cui, invece, il terzo settore si è fatto carico. Secondo Zamagni dovrebbero essere emessi titoli di solidarietà, per i quali gli investitori, fondazioni, enti ma anche privati cittadini, avranno la garanzia della restituzione a tassi minimi stabiliti. In questo contesto acquistano sempre più rilevanza quegli indicatori di efficienza e trasparenza che le onlus hanno già deciso di adottare come loro linee guida.

D’altronde, il comparto del terzo settore è, a tutti gli effetti, uno di quelli che sta subendo meno la crisi dell’ultimo periodo, garantendo una certa stabilità occupazionale, se non addirittura una crescita nei casi più virtuosi,. Tutto ciò sembra contrastare con gli scarsi risultati riguardanti l’iscrizione al registro ad hoc per l’impresa sociale, previsto dalla legge 118 del 13 giugno 25 e dai successivi decreti di attuazione, che, in un anno, ha registrato un incremento di sole 1 unità secondo i dati forniti da infocamere. In realtà, la contraddizione sembra spiegabile con il fatto che molto spesso ad agire sono le cooperative sociali, le quali operano quindi in una veste giuridica differente. Sotto questo punto di vista, una scarsa conoscenza della disciplina e dei vantaggi fiscali che questa comporta sembra aver frenato, fino a questo momento, un suo definitivo decollo. Per promuovere, quindi, l’impresa sociale irisnetwork ha organizzato il workshop nazionale che si terrà il 16 e 17 settembre a Riva del Garda.

Sarà un’occasione per mettere in evidenza tutte quelle realtà che riescono a coniugare le finalità sociali con un ritorno di carattere economico, fattore decisivo per la progettazione e futura realizzazione della borsa sociale. Non mancano, infatti, buoni esempi come la onlus arcobaleno di Breno, che si dedica ad attività di assistenza a disabili, minori ed anziani e ha chiuso il proprio bilancio con netto positivo di 55mila euro su ricavi totali di 2,18 milioni di euro riuscendo, al contempo, ad aumentare la forza lavoro.

E’ da sottolineare però, che lo sviluppo di un mercato alternativo a quello tradizionale, diverso ma anche complementare, non può fare a meno di una stretta collaborazione tra enti pubblici, business community e società civile che lo stesso Zamagni richiama. Si tratta, infatti, di una precisa scelta di policy attuabile solamente con il ricorso al principio della sussidiarietà, unico strumento capace di coniugare le finalità sociali col mondo del mercato tradizionale. Non è un caso, infatti, che il progetto abbia già ottenuto il sostegno di due regioni: la Toscana e la Lombardia. E’ un primo passo, in una direzione che sembra ormai tracciata, in cui, attori diversi si confrontano, discutono e collaborano.