"Il principio di sussidiarietà  costruisce, non distrugge; afferma, non nega; crea rete, non isolamento; contribuisce a far rinascere relazioni interpersonali, non spinge all ' individualismo".

Per l’Autore la chiave di lettura del problema risiede proprio nella sussidiarietà, intesa come strumento capace di coniugare le responsabilità politico-amministrative e i bisogni sociali.

In questa prospettiva lo Stato e gli enti locali non sono più configurabili come i "padroni" dei bisogni della società civile, ma sono i cittadini che assumono il ruolo di protagonisti, assisititi e supportati dagli enti locali.

L’applicazione del paradigma sussidiario consente l’apertura di nuove frontiere di azione e di intervento per le organizzazioni del Terzo settore, le quali agiscono come imprese sociali.

Il principio fondante delle imprese sociali è proprio il principio di solidarietà, le quali hanno visto progressivamente ampliarsi il loro raggio di azione dall’ambito dei servizi sociali ai settori della tutela dell’ambiente, dell’ecosistema, e della valorizzazione del patrimonio culturale, sino a quello della formazione universitaria.

L’Autore sostiene che sono proprio il principio di solidarietà e il principio pluralistico che conducono al rafforzamento delle comunità intermedie, che non significa privatizzazione ma creazione di relazioni di partership al fine di migliorare le relazioni sociali, attraverso un pluralismo di organizzazioni e strutture.

G. VITTADINI, Sussidiarietà e impresa sociale, in G. ECCHIA e R. VILLANI (a cura di), Impresa sociale, diritti di cittadinanza e governance del territorio, AICCON, 25, 79 ss.