"L'immigrazione offre inedite occasioni di crescita istituzionale e sociale fondata sull'ineludibile confronto internazionale"

Il punto di partenza dell’Autore è la considerazione che la cittadinanza non può più essere intesa come "appartenenza territoriale ed etnica", ma è emersa nell’accezione di "cittadinanza civica", in cui le istanze partecipative e la protezione sociale si estendono anche agli immigrati.

Il Prof. Spasiano individua la tutela costituzionale relativa allo stato giuridico degli immigrati negli articoli 2 e 1 della Costituzione, ne evidenzia le interpretazioni dottrinarie, e sottolinea come le categorie di cittadino e di immigrato presentano delle accezioni mutevoli storicamente e mai definitive, "le cui coordinate vanno di volta in volta verificate".

L’intervento della disciplina comunitaria e del diritto internazionale, riferendosi alla "persona" e non al "cittadino", hanno favorito l’interpretazione del termine cittadinanza, utilizzato nel testo costituzionale, nella sua accezione politica anzichè giuridica.

L’Autore infine esamina il fenomeno dell’immigrazione all’interno dell’ordinamento giuridico italiano nei suoi due profili principali: quello della sicurezza e quello dell’integrazione. Tale doppia problematica è stata, a torto, affrontata in termini antitetici, generando una produzione normativa incoerente e affrettata, dettata dalle reazioni, spesso contrastanti, della popolazione "ricevente" i flussi migratori.
Il saggio si conclude con un’analisi dell’evoluzione della giurisprudenza costituzionale che ha costituito "uno degli ambiti privilegiati di riferimento per comprendere quale sia lo stato non solo enunciativo, ma applicativo dei principi in materia".



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