Social card e progetti comunali diventano complementari per il superamento della povertà 

la social card ha una nuova social mission

Ma se già  con l’articolo 81 del decreto legge n.112, nel 28, si istituiva la nuova figura di ammortizzatore sociale della social card, dov’è la novità ? La carta acquisti 28, erogava 4€ al mese alle famiglie in disagio economico affinché si aiutassero nelle spese alimentari o di bollette. Con il decreto del Ministero del Lavoro n.12, del 1 gennaio 213, invece, si innova questo strumento declinandolo in una mission più ampia.

La social card 213 non sostituisce la vecchia, in quanto ha meccanismi di aiuto economico e fini sociali diversi da quest’ultima.

I benefici economici previsti dalla nuova social card si basano su un meccanismo di erogazione del contributo monetario, bimestrale, il quale varia in base al numero dei componenti del nucleo familiare, e al numero di membri disoccupati che lo compongono.

Per quanto riguarda i fini sociali, come è stato affermato da Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro, la nuova social card: “prende in considerazione il disagio lavorativo, non solo la povertà “.

L’obiettivo, è, perciò quello, di combattere, non solo la povertà  in se, ma tentare di ridare una speranza alle nuove generazioni, provando ad offrire ai membri delle famiglie, che vertono in situazioni economiche e lavorative di estremo disagio, una possibilità  di impiego. Infatti poco meno della metà  dei nuclei familiari, che rientreranno nel programma di sostegno economico, saranno anche inseriti in progetti a carico dei Comuni.

L’aspetto ancora più innovativo dell’iniziativa, è che sono stati inseriti tra i soggetti idonei a richiedere la carta acquisti 213, anche gli stranieri.

I progetti comunali previsti dalla social card 213

Il progetto della nuova social card, prevede oltre al sostegno in termini monetari offerto alle famiglie disagiate, anche una possibilità  di riscatto dalla loro condizione, attraverso l’implementazione di iniziative a carico dei Comuni.

Quest’ultimi, infatti, dovranno dare il via a un processo di inclusione attiva dei soggetti selezionati, in progetti ideati ad hoc, sulla base di uno studio dei bisogni delle famiglie stesse e della comunità . I progetti comunali hanno l’obiettivo di dover fornire ai nuclei familiari assistenza educativa domiciliare e supporto nella ricerca di lavoro. La strategia va a intrecciarsi con l’ulteriore impegno di cui i Comuni si devono caricare, di garantire, alle famiglie, sostegno all’alloggio e al reddito complementare alla social card.

Il programma offerto alle famiglie ha anche una sorta di missione educativa/stimolante, in quanto se da un lato i Comuni sono tenuti a impegnarsi per offrire concretamente questa possibilità  di riscatto alle famiglie, d’altro canto queste ultime, hanno il compito di impegnarsi nei progetti, partecipare alla ricerca attiva di lavoro, dedicarsi all’istruzione scolastica, e tenere comportamenti atti a preservare la salute.

Il concetto, anzi il valore, di sussidiarietà  torna cosìa farsi sentire, mentre la precedente social card non prevedeva un link tra comune e cittadino, ora si riafferma l’importanza che ha, per il rilancio del paese, la vicinanza, la collaborazione tra amministrazione e cittadini.