L'integrazione europea ha bisogno di cooperazione territoriale

Concentrazione, connessione, cooperazione: queste le sfide dell'Unione Europea per una sussidiarietà  comunitaria

La relazione di sintesi ESPON 27-213 è un programma comunitario di ricerca applicata, che segue i lavori di ESPON 26, e si basa sull’analisi scientifica di dati che riguardano la cooperazione e lo sviluppo territoriale. L’elaborazione delle tabelle e delle mappe dovrebbe consentire alle istituzioni europee di disporre di uno strumento utile e complesso per migliorare le proprie politiche di inclusione e indirizzare i propri sforzi verso le criticità che emergono da questo rapporto.

L’obiettivo è proprio quello di favorire lo sviluppo di una politica comunitaria di inclusione ed un armonioso sviluppo del territorio. Nel perseguire il suo scopo, la ricerca ESPON ha analizzato uno spettro assai ampio di dati, dal ruolo dell’Europa alla politica energetica, dalle problematiche occupazionali alla rete di trasporti, dagli scambi commerciali fino ai flussi migratori, servendosi sempre di materiale scientifico aggiornato, proponendo l’evoluzione delle diverse realtà con tavole comparative e fornendo un’interpretazione esauriente dei grafici.

Il filo rosso che lega tutta la ricerca è la coesione territoriale, se e dove esiste, e in che misura. Punto fermo è la necessità che essa venga supportata dalle politiche europee, partendo dalla consapevolezza che tre sono le sfide da affrontare: la Concentrazione di aree urbane medie piccole ed enormi accanto ad arre rurali e periferiche; la Connessione, ossia l’accesso alla rete dei servizi essenziali; la Cooperazione, per affrontare con efficacia le difficoltà a vari livelli.

L’analisi mostra la diversa concentrazione demografica degli europei sul territorio, che necessita una diffusa e articolata rete di trasporti per connettere i piccoli nuclei con le città più grandi ed economicamente inserite nel network globale. In una società fluida e perennemente di corsa come la nostra, lo sviluppo di reti di connessione per i cosiddetti one day business trips è certamente un ottimo incentivo alla crescita.

Le macro regioni

La cooperazione tra aree limitrofe, inserita nel contesto transnazionale delle macro regioni (definite nel rapporto cross border areas), dà un forte impulso all’economia, ma anche all’innovazione, allo sviluppo, all’occupazione e alla cultura, come evidenziato dal caso della cross-border metropolitan area di Lussemburgo, Ginevra e Monaco, che ha i livelli più bassi di disoccupazione nel cuore dell’Europa, o come dimostrato per altri versi dalla Grande Regione, (una zona tra la Francia, la Germania e il Belgio, che comprende anche il Lussemburgo ed ha lo status di Gruppo di cooperazione territoriale in sede europea) divenuta Capitale Europea della Cultura nel 27, proprio grazie alla cooperazione tra gli Stati confinanti, che ha fatto di quella zona un’attrazione per i grandi eventi internazionali.

I cross border links inoltre hanno il merito di avvicinare politiche e attori politici diversi, con la possibilità che le decisioni possano essere prese di concerto e accontentare il maggior numero degli interessi coinvolti in una determinata vicenda.

La coordinazione diventa allora indispensabile, altrimenti il rischio è quello della paralisi decisionale, ma una volta trovato un equilibrio di poteri e di responsabilità, il sicuro beneficio è quello di favorire la coesione e la concorrenza, con un grande risparmio per i fondi pubblici che possono essere destinati ad altre priorità.

Ad esempio lo sviluppo dei network secondari, i collegamenti interni che favoriscono i flussi migratori “domestici”: sono visti con molto favore dal rapporto, che ne esalta la capacità di rafforzare la struttura policentrica e diffusa del Paese, non accentrata nelle grandi città.

Il principio di sussidiarietà

Un altro vantaggio delle macro aree è quello di mettere in pratica il principio di sussidiarietà. Un potere diffuso sul territorio che coinvolga le amministrazioni locali di Stai confinanti, avvicina la politica ai problemi quotidiani, velocizza i processi di risoluzione delle criticità, rende visibile ai cittadini la presenza delle istituzioni.

Ciò si ricollega ad un altro principio, appendice del primo, che è quello della sussidiarietà quotidiana.

Questa viene esercitata dal cittadino ogni volta che con i suoi comportamenti contribuisce alla tutela dell’interesse generale, magari preferendo il mezzo pubblico a quello privato o facendo la raccolta differenziata, assumendosi la responsabilità nei confronti di un bene comune.

La sussidiarietà quotidiana

Questo principio non viene mai esplicitato nel rapporto ESPON, ma è sottinteso tutte quelle volte che si parla della cooperazione come unico strumento per ottenere risultati concreti, cooperazione che deve necessariamente partire dal basso e coinvolgere tutti i cittadini nelle loro azioni quotidiane

Più volte si richiama ad una partecipazione di tutti i cittadini, con il fine di evidenziare che senza questo coinvolgimento sarà impossibile rendere effettivo il processo di inclusione che l’Unione Europea ha messo in moto.

Gli analisti precisano che questo processo deve sì partire dai cittadini, ma le istituzioni europee devono provvedere a fornir loro i servizi, le reti di connessioni, le strutture e le infrastrutture necessarie: su di esse, ed attraverso esse, gli europei conosceranno e comprenderanno meglio i vantaggi della sussidiarietà, i benefici della responsabilità solidale, le possibilità che offre una più forte cooperazione interregionale.