Come riscoprire il bene comune grazie alla Costituzione americana

La scelta lungimirante dei Padri Fondatori continua a produrre i suoi effetti positivi

E’ successo nel 1787. E’ stato allora che i Padri Fondatori, nel redigere la Costituzione degli Stati Uniti d’America, capirono che il bene comune non può essere individuato una volta per tutte, perché quello che chiamiamo bene comune in realtà  è il risultato di un processo di bilanciamento fra interessi particolari.
E di conseguenza costruirono il sistema istituzionale americano in modo da garantire in primo luogo lo svolgimento di tale processo di bilanciamento fra gli interessi. Perché è vero che il processo è solo uno strumento, ma essendo l’unico strumento che consente di individuare un bene comune che sia tale per tutti (o almeno per una vasta maggioranza), il suo efficace funzionamento finisce con il diventare un valore in sè.

La natura umana e gli interessi particolari

Si erano infatti accorti, i Padri Fondatori, che era stato illusorio pensare che l’indipendenza dalla Gran Bretagna conquistata undici anni prima sarebbe stata sufficiente a impedire che la loro nuova nazione fosse dilaniata dagli interessi particolari.
Nel 1776, all’epoca della guerra di indipendenza, gli americani pensavano che una volta che si fossero liberati dal giogo della corrotta madrepatria avrebbero saputo auto-governarsi anteponendo l’interesse generale agli interessi particolari. Undici anni dopo risultava invece evidente che gli americani non erano affatto diversi dagli altri uomini e che, la natura umana essendo quella che è, i cittadini della nuova nazione tendevano ad anteporre i propri interessi privati e particolari a quelli della comunità .

La saggezza dei Padri Fondatori

Fu per questo che i Padri Fondatori disegnarono nella Costituzione un sistema di governo fondato su due presupposti essenziali.
Da un lato, la pragmatica presa d’atto della presenza di soggetti portatori di interessi potenzialmente confliggenti, nessuno dei quali però poteva pretendere di essere riconosciuto dagli altri portatori di interessi come interesse generale o, altrimenti detto, come bene comune.
Dall’altro, l’illuministica convinzione che fosse possibile che uomini mossi da idee, aspirazioni e interessi diversi combattessero per le proprie idee all’interno di un processo trasparente e regolato, ma fossero disposti ad accettarne l’esito finale anche quando questo fosse risultato contrario ai propri interessi, in quanto tale esito rappresentava esso stesso il ” bene comune ” .
Duecento anni dopo, il peculiare mix di pragmatismo e di illuminismo dei Padri Fondatori funziona ancora cosìbene che, come si è visto nel discorso con cui McCain ha riconosciuto la vittoria di Obama, egli accetta tale esito elettorale in quanto, essendo il risultato di un processo di confronto fra interessi, esso rappresenta il ” bene comune ” degli Stati Uniti e, come tale, deve da tutti essere riconosciuto.

Un aspetto particolare della vittoria di Obama

Tutti hanno giustamente lodato per questo la statura morale ed il senso delle istituzioni di McCain. Ma nel suo discorso c’è un passaggio molto importante in cui McCain riconosce che non soltanto Obama ha vinto, ma ha vinto proprio perché ha saputo far funzionare più efficacemente che in passato il processo di individuazione condivisa del bene comune.
Dice McCain che dopo una campagna cosìlunga e difficile, il fatto stesso che Obama abbia vinto merita il suo rispetto. Ma ciò che egli ammira profondamente e di cui si congratula con lui è il fatto che sia riuscito a vincere mobilitando le speranze di milioni di americani che in passato avevano erroneamente pensato di non poter influire nell’elezione del presidente.

Il bene comune come esito di un confronto fra interessi

Perché McCain, che ha il senso delle istituzioni, si congratula con Obama per questo specifico risultato? Perché il processo di confronto fra gli interessi particolari da cui scaturisce l’accordo intorno a ciò che in quel momento è il bene comune è esso stesso un valore da salvaguardare e da sviluppare. E il fatto che Obama sia riuscito a coinvolgere in tale processo milioni di cittadini che fino ad oggi se ne erano tenuti lontani, confermando cosìla sua efficacia come strumento per la definizione del bene comune, è un risultato positivo per tutti.
Obama e McCain non l’hanno detto, ma l’esito di questa elezione presidenziale ricuce la ferita inferta alle istituzioni americane nel 2000, quando il sospetto di brogli nell’elezione di Bush, minando gravemente la credibilità  del processo di confronto fra interessi, mise in dubbio la possibilità  stessa di individuare il bene comune.

Il mezzo è già  il fine

Questa concezione dinamica e procedurale del bene comune contiene una lezione importante anche per noi italiani. Dovrebbe infatti farci capire che non è vero che si possa distinguere fra fine e mezzo e non è vero che il fine giustifica il mezzo.
Il mezzo, lo strumento, è già  il fine, è già  in qualche modo il risultato. In politica come nella vita deve esserci coerenza fra gli obiettivi e gli strumenti usati per perseguirli.
Se il fine è l’individuazione di ciò che in un dato momento storico è il bene comune di una collettività , lo strumento per pervenire a tale individuazione deve essere coerente con tale fine. Questo significa che affinché i cittadini riconoscano un determinato interesse come interesse generale, ovvero come bene comune, essi devono poter partecipare alla sua individuazione attraverso un processo di confronto trasparente fra i vari interessi particolari.
Altrimenti c’è il rischio che, poiché ciò che viene presentato come bene comune è soltanto un interesse particolare più forte degli altri interessi particolari, i cittadini rifiutino di fare quello che ha fatto McCain, di riconoscere cioè in quell’interesse un valore che tutti possono condividere, un ” bene comune ” , appunto.
Con le conseguenze in termini di degrado civile che vediamo ogni giorno nel nostro paese, in cui i cittadini non potendosi riconoscere in nessun bene comune si dedicano soprattutto a coltivare i propri interessi particolari.