Una lettera della senatrice Menapace

Le cittadine attive, promotrici di iniziative e proposte, non hanno trovato spazio nelle consultazioni per il nuovo governo

Mentre proseguono le consultazioni ‘a palazzo’, la società civile si mette in moto. Le tante forze vive che la compongono e la animano vogliono trovare ascolto. E forse il vero fatto nuovo di questa crisi è nella decisione del presidente incaricato Marini di sentire le delegazioni delle forze sociali: un segnale della necessità per la politica di operare a stretto contatto con i cittadini per ricostruire il tessuto della fiducia nelle istituzioni.

Tutto bene? Non proprio. Come sottolinea la senatrice Lidia Menapace in una lettera fatta circolare in questi giorni, le uniche a non aver trovato ascolto sono le associazioni delle donne. “Eppure – sottolinea Menapace – tra proposte di legge contenenti norme elettorali antidiscriminatorie verso le donne e le vicende della legge 194 e altre cose, ci sono nell’agenda politica domande che non possono essere evase e non trovare posto in una discussione sulla legge elettorale”.

Da qui la richiesta formale al presidente Marini di ricevere l’Udi – che in questi mesi si è battuta per una proposta di legge elettorale non discriminatoria – e altre associazioni. “Le donne – evidenzia la senatrice – sono il 52% dell’elettorato”. E sono attive nella società su tutti i fronti. Ad esempio l’Udi di Napoli ha una proposta sulla questione dei rifiuti.

“Il nostro Paese – conclude Menapace – non è un paese vinto, non è morto, è ricco di tante iniziative di cittadini attivi, di cittadine attente, di iniziative forti e determinate e a questi dobbiamo rivolgerci”.

Il testo integrale della lettera si può leggere qui.