Il progetto presentato ai suoi veri protagonisti

Sostenere gli studenti in un percorso che li porti a essere, da problema, soluzione.

Sono stati invitati a partecipare, in rappresentanza di circa 5 studenti, i 48 rappresentanti di classe (due per ognuna delle 24 coinvolte) e i quattro rappresentanti di istituto. Hanno preso parte all’incontro il dirigente scolastico, Antonio Schietroma, e le docenti Pellegrini, Peretti e Marrocco. Per Labsus c’erano invece il presidente Gregorio Arena, che ha parlato agli e con gli studenti del progetto e del suo significato più generale, Christian Iaione e Fabrizio Spano.

L’intervento di Arena
La Provincia – ha spiegato il presidente di Labsus, Gregorio Arena – impiega circa la metà del bilancio destinato alle 3 scuole di sua competenza per rimediare ai danni materiali provocati dagli studenti. Il progetto Scuola di manutenzione civica è un “esperimento” che vuole dimostrare come sia possibile ribaltare la situazione, accompagnare gli studenti in un percorso che li porti a essere, da problema, soluzione. E, in una dimensione più ampia, dimostrare che l’Italia ha una risorsa nei suoi cittadini se si creano le condizioni per renderli parte attiva della società, capaci di prendersi cura dei beni comuni. Ci sono delle cose, nella scuola come nel Paese, delle quali bisogna prendersi cura con l’atteggiamento che si ha a casa propria.

Labsus mette a disposizione la propria conoscenza e gli strumenti necessari, il preside e i docenti il loro impegno e il loro tempo, ma la riuscita del progetto – ha continuato Arena – dipende da voi studenti. Se la cosa funziona potrebbe essere estesa ad altre scuole.

Arena ha poi accennato alle azioni concrete, ovviamente aperte a integrazioni e modifiche proposte dagli studenti, previste dal piano operativo messo a punto dalla dirigenza scolastica. Per quanto riguarda le attività di giardinaggio è stata sottolineata l’importanza della collaborazione offerta da Fabio Maialetti, della Casa del giardinaggio di Roma. Non meno importante la necessità di coinvolgere i mezzi di informazione, locali e nazionali, per far conoscere l’esperienza e dare fiducia alle persone. Il punto – ha concluso Arena – è che per costruire una scuola (e un paese) migliore bisogna assumersi delle responsabilità. Responsabilità collettive, verso gli altri, superando la dimensione dell’interesse individuale.

L’intervento del preside
Per rispondere alle domande di alcuni studenti sulle modalità di svolgimento del progetto è intervenuto il preside Schietroma. La professoressa Pellegrini – ha spiegato il dirigente scolastico – ha ricevuto molte adesioni da parte dei docenti per inserire parti del progetto, soprattutto quelle teoriche, all’interno delle attività curriculari. Altre cose, le realizzazioni pratiche, possono invece essere fatte nel pomeriggio, se ce ne sono le condizioni, come attività extra-curriculari. Il preside ha sottolineato l’importanza formativa di queste ultime: possono essere un coronamento dei percorsi didattici, potrebbero diventare tesine sperimentali da portare all’esame di Stato.

Sarebbe anche importante – ha sottolineato Schietroma – il coinvolgimento dei genitori, i quali potrebbero mettere a disposizione le proprie competenze. Un pittore, per esempio, potrebbe insegnare agli studenti come tinteggiare le aule: un modo per prendersi cura di un bene comune e una competenza personale acquisita dagli studenti che può sempre rivelarsi utile nella vita. Un’altra occasione per accrescere la cultura personale degli studenti può essere rappresentata dai consigli di Maialetti su come piantare, innestare e curare le piante che – ha informato il preside – il Corpo forestale dello Stato ha donato alla scuola.

Il piano operativo
La professoressa Brunella Pellegrini ha poi illustrato più dettagliatamente alcuni degli interventi ipotizzati nel piano operativo, presentato in un precedente incontro. A titolo di esempio la professoressa ha parlato della misurazione dell’inquinamento indoor, accompagnata dalle opportune ricerche teoriche su cos’è e come si combatte (di questo dovrebbero occuparsi le III classi); dell’audit energetico dell’istituto, per il quale è stata chiesta la consulenza di esperti della Provincia e della messa a punto di un impianto di circolazione forzata a energia solare per il riscaldamento dell’acqua delle docce della palestra (questi interventi dovrebbero essere destinati alle IV classi); della creazione di un sistema di acquisizione a distanza dei dati di una serra, che se ci fossero le condizioni potrebbe essere creata durante le ore pomeridiane, e di un sistema di controllo remoto di un cancello del complesso scolastico (attività destinate alle V classi). I ragazzi più piccoli – ha proposto Pellegrini – potrebbero occuparsi di cose più semplici come ricerche sull’acqua, i controlli anti-sprechi per rubinetti e interruttori ecc.

A questo proposito Schietroma ha proposto di misurare quanta energia viene utilizzata per illuminare le aule e quanta ne viene sprecata lasciando le luci accese quando si va nei laboratori o a fine giornata. Il risultato di queste misurazioni potrebbe essere presentato alla Provincia per sollecitare la sostituzione dei vecchi interruttori con nuovi dotati di rilevatore di prossimità. Sostituzione che – ha spiegato il preside – non può essere fatta dalla dirigenza scolastica senza passare per la Provincia.

Il dibattito con gli studenti
Ai dubbi di uno studente sul perché dovrebbe impegnarsi in attività come lo spegnimento delle luci o la chiusura dei rubinetti a fine giornata (“Non dovrebbero farlo le bidelle?”), ha risposto Schietroma: il punto è che bisogna cambiare atteggiamento rispetto a certi problemi che ci riguardano tutti, acquisire consapevolezza e sensibilità. Non si tratta – ha aggiunto Arena – di arrangiarsi per rimediare alle inadempienze delle istituzioni ma di costruire un nuovo modo di essere cittadini. In questo senso il progetto Scuola di manutenzione civica non va interpretato come una risposta ai tagli all’istruzione, ma come la dimostrazione che tante piccole cose fatte dai cittadini, tutte insieme, possono fare la differenza.

Alla luce di tutto questo – ha aggiunto Arena – assumono particolare importanza le proposte avanzate dagli studenti così come è importante un monitoraggio costante dell’esperimento, anche attraverso la distribuzione di questionari per la redazione dei quali è richiesta la partecipazione di una decina di studenti che ne fossero interessati.

Il vostro compito come rappresentanti – ha spiegato Schietroma agli studenti – è introdurre l’argomento nelle vostre classi, discuterne. L’anno scorso – ha ricordato il preside – volevate fare autogestione e io vi ho proposto di organizzare una “settimana dello studente” durante la quale una parte delle attività sarebbe stata affidata alla vostra capacità di auto-organizzazione. Vi ho chiesto di presentare dei progetti in proposito: non ne è arrivato nessuno. Questa può essere l’occasione per acquisire capacità organizzative.

Sarebbe meglio avere una scuola pulita e organizzata – ha affermato uno studente – ma se contribuisco a riverniciare un’aula e poi l’anno prossimo mi ritrovo in un’aula diversa?
Avresti comunque fatto qualcosa per la comunità e dato il buon esempio, ha concluso il preside.

Nel corso del dibattito sono stati raccolti gli indirizzi e-mail degli studenti, per poter comunicare con loro. Al termine dell’incontro alcuni ragazzi, tra i quali un rappresentante di istituto, hanno mostrato particolare interesse per il progetto e proposto, tra le altre cose, di riverniciare le aule scolastiche “personalizzandole” anziché limitarsi al solito bianco.

L’incontro in presidenza
A margine dell’incontro con gli studenti si è tenuta un breve riunione in presidenza con il prof. Pierantozzi, che gestisce il laboratorio video. Il professore ha accolto positivamente l’idea di dedicare il progetto Suono e immagine, che quest’anno rischia di non essere realizzato per mancanza di fondi, alla comunicazione audiovisiva del progetto Scuola di manutenzione civica. Secondo il professore una mera documentazione video delle attività svolte sarebbe poco utile, meglio coinvolgere i ragazzi nella creazione di una vera e propria storia attraverso la quale raccontare l’esperienza. Il problema – ha fatto notare Pierantozzi – resta quello del reperimento dei fondi necessari, almeno 5-6 mila euro, una parte dei quali potrebbero forse derivare dal progetto Romarock Romapop del Comune di Roma.

Il preside Schietroma ha sottolineato come il progetto Scuola di manutenzione civica possa portare a ingenti risparmi per la Provincia di Roma, la quale potrebbe trovare conveniente un investimento economico nella realizzazione di almeno parte delle attività che l’Itis Einstein vorrebbe realizzare.

Intanto, allo scopo di trovare un possibile sponsor per la realizzazione del video, il prof. Arena ha chiesto al prof. Pierantozzi di redigere una breve presentazione scritta del progetto che si vorrebbe realizzare.

L’incontro di Labsus con i genitori degli studenti è stato fissato per il 1 dicembre prossimo alle 17:3.