Un'unione che dà  speranze e potere al settore.

L'Alleanza delle Cooperative Italiane sarà  il nuovo policy maker in campo economico

Il 27 Gennaio scorso è stata ufficializzata la nascita di Alleanza delle Cooperative Italiane (ACI). Il nuovo soggetto riunisce la Confcooperative di Luigi Marino, la Legacoop di Giuliano Poletti, l’Agci di Rosario Altieri, superando le storiche divisioni politiche.

Questa unione crea una vera potenza economica e lobbysta, poiché la dote delle tre rappresentanze è di 43mila imprese, un milione e 1mila occupati, 12 milioni di soci per un fatturato di 127 miliardi di euro. Risorse che muovono il 7,5% del prodotto interno lordo. Non solo: molto probabilmente, verranno aggregati i tre fondi di previdenza complementare (Cooperlavoro, Previcooper, Filcoop), da 13mila iscritti e con un patrimonio di 8milioni di euro, e i fondi integrativi sanitari negoziali (Coopersalute, Filcoop agricolo, Fasiv) da 11mila iscritti.

Il progetto

L’Alleanza nata a Roma si inserisce in un progetto laborioso, che vedrà nei prossimi due anni di aggregare le singole federazioni di settore (tra le altre, coop agricole, sociali, di consumo, di lavoro) e territoriali. Si costituirà poi una Federazione, che nell’arco di cinque anni arriverà ad un’unità organica mediante la fusione. Il progetto è ambizioso, ma è la risposta delle coop alla crisi economica, al vuoto politico, alle insidie sociali e finanziarie.

Il progetto segue quello della R.E.T.E. Imprese Italia, che dal maggio 21 riunisce le associazioni di artigianato, dei commercianti e dei microimprenditori di servizi e turismo (hanno aderito Casartigiani, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, CNA): un soggetto forte di 14milioni di addetti, il 6% della forza lavoro italiana.

Insieme si decide

Le coop rosse della Lega, quelle bianche della Confcoop, quelle laiche e liberaldemocratiche (ex repubblicane) dell’Agci possono oggi contare su di un potere contrattuale enormemente accresciuto, in grado di avere un’unica rappresentanza davanti al governo, al Parlamento, alle parti sociali e alle Istituzioni europee, e che intende includere le 8mila cooperative che nascono ogni anno, per giocare un ruolo sempre più importante come policy maker.

A pochi giorni dalla ufficializzazione dell’Alleanza, le richieste del primo portavoce Luigi Marino sono già chiare: riforma del fisco, contrasto al dumping sociale, lotta alle false cooperative, intervento nei ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, verso le quali le coop possono vantare ingenti crediti.

In un periodo di crisi politica, economica, sociale, le rappresentanze di settore hanno scelto la via dell’alleanza mutualistica per rispondere alle difficoltà, aumentando il potere di contrattazione e creando una rete di coordinamento per scelte immediatamente efficaci.

La struttura

L’Alleanza delle Cooperative Italiane si riunirà periodicamente, potendo scegliere tra le due formule di gruppi da 24 o 9 dirigenti, delegati dalle tre centrali. Non ci saranno strutture permanenti, il portavoce unico verrà eletto tra i tre presidenti per un anno.

Si affiancheranno comitati specializzati di studio, e ogni anno verrà pubblicato un rapporto annuale sulla Cooperazione Italiana. L’Alleanza si avvarrà infine di una Assemblea, che riunirà una volta ogni dodici mesi gli organismi collegiali nazionali delle organizzazione.